Colpevolizzarsi ma realizzare cosa abbiamo capito di noi stessi

In due anni di relazione sono stato innumerevoli volte colpevole di noncuranza, di mancanza di amore, di freddezza, frustrazione e immerso nell'oscurità e nella rabbia.
Una storia iniziata quasi per caso poco più di due anni fa, e che è giunta alla prima crisi lo scorso agosto.
Un momento in cui la ragazza che stava con me decideva che non ne poteva più, che non ne poteva più del mio essere freddo, del mio non baciarla, dell'omissione dei miei sentimenti.
Inizialmente di me aveva visto un individuo solare, pieno di interessi, e ha iniziato subito amarmi quando io invece non l'amavo, o non avevo ancora capito di amarla.
Quando arrivammo a quell'agosto in cui mi resi conto che la stavo perdendo cominciai a lavorare su me stesso, ci furono più confronti ravvicinati, e capii che stavo facendo qualcosa di sbagliato: mi stavo inutilmente proteggendo.
L'esperienza delle relazioni passate aveva avuto un peso significativo sulla mia incapacità di buttarmi in modo naturale, leggero e felice nel rapporto. Guardandomi indietro, nelle mie relazioni precedenti, vedo enorme sofferenza ogni volta che una storia finiva, un'enorme sofferenza che relazione dopo relazione, alla sua chiusura, è andata stemperandosi, al punto che al termine dell'ultima relazione precedente a questa, con una ragazza di cui ero esageratamente infatuato e che avevo letteralmente conquistato di mia volontà, non sono stato neanche male, e guardandomi dentro ero contento del fatto che non stessi male, che l'avessi superata praticamente indenne superando tutte quelle paure che invece negli anni precedenti additavo come causa del mio dolore: la paura di rimanere da solo, la perdita della persona che mi piaceva, tanto dolore dovuto ad insicurezze.
Relazione dopo relazione, al suo termine, ho sofferto volta volta di meno, sentendosi più sicuro di me e felice della forza che negli anni avevo ottenuto per fronteggiare la fine dei rapporti.
Arrivammo ad Agosto, lei cominciò ad andarsene, ed io cominciai a stare male, improvvisamente, per una persona per la quale non pensavo sarei stato male, che mi dicevo in definitiva di non amare.
Invece lì, in quel frangente, è nato qualcosa in me, e ho capito che in realtà mi ero innamorato, e che l'avevo privata di un calore che le dovevo dare. Ne ero colpevole, sì, ma quell'agosto mi era servito a questo.
Sono cambiato, ho iniziato a darle calore, abbiamo sistemato le cose e siamo andati avanti.

Nel tempo, crescendo, non mi sono mai interessato a possibilità come il matrimonio ed i figli. Il matrimonio l'ho visto sempre come un fallimento, probabilmente per via della mia famiglia, in cui da ogni lato le relazioni portanti di questo nucleo sono andate disintegrandosi.
Per i figli, beh, sono cresciuto senza un padre sostanzialmente, e ho sempre pensato che avrei un giorno voluto avere un figlio, un individuo da crescere facendo in modo che, sebbene non abbia potuto vivere il ruolo di figlio con un padre amorevole, avrei potuto vivere il ruolo di padre amorevole con un figlio.
La storia è andata avanti, ma qualcosa ancora non andava bene.
Abbiamo 34 anni, un età importante per una donna, ma dopo aver superato agosto sebbene io sia diventato più amorevole e più attento, non avevo mai tirato in ballo nessuna opzione relativa a matrimonio e figli. Non solo, non ne avevamo mai neanche parlato.
Nell'arco di due anni alcuni miei amici hanno iniziato a sposarsi, e con lei siamo stati ad un paio di matrimoni.
Durante l'ultimo matrimonio a cui siamo stati, un mese fa, mentre ero in piedi accanto a lei con tutti i festeggiati a guardare i miei due amici che tagliavano la torta, mi sono emozionato, e mi sono emozionato non per i miei amici, ma perché pensavo a come sarebbe stato quel momento con me e lei al posto loro.
Dopo la crisi di Agosto ci fu un'altra crisi a marzo, una crisi in cui veniva fuori la sua frustrazione per non aver mosso un dito per costruire realmente qualcosa. Viviamo in città distanti, e non avevo fatto niente non solo per dirle che volevo vivere il mio futuro con lei, ma neanche per avvicinarci.
Si allontanò, e come ad Agosto capii che stavo commettendo un errore, che, come mesi prima l'avevo confinata per le mie sofferenze passate, nuovamente adesso la stavo confinando per esempi negativi del mio passato, anche se di matrice completamente diversa.
Mi aprii, glie lo spiegai col cuore in mano, nuovamente mi comprese ed andammo avanti.

Arriviamo a Maggio, la settimana del suo compleanno. Un'altra crisi.
Io è molto tempo che ho problemi col lavoro. Il lavoro c'è e non manca, ma gli stipendi spesso arrivano in ritardo e mi trovo ad aver accumulato due, tre mesi di arretrati.
Non solo, negli anni la situazione della mia famiglia è peggiorata e mi sono trovato a dover spendere soldi per aiutare mia madre nel sostentamento.
I miei momenti più duri passati inoltre mi avevano fatto scivolare in dipendenze che mi hanno fatto bruciare ancora più soldi trovandomi oggi indebitato, e talvolta con l'impossibilità di poter andare da lei perché lo stipendio non arriva.
La settimana del suo compleanno ero indietro di due stipendi e le dissi che non potevo andare da lei.
Mi sentii frustrato, ovviamente, e feci una cosa che solo oggi mi riesco a spiegare.
Presi la carta di credito, le comprai un regalo, e glie lo feci consegnare, quando quei soldi avrei potuti spenderli per andare a festeggiare il suo compleanno con lei.
Perché l'ho fatto? Perché in una situazione di frustrazione dovuta al lavoro, non solo non potevo andare con semplicità da lei, ma al suo compleanno ci sarebbero stati tutti i suoi amici che tante volte, durante le nostre crisi precedenti, le dicevano di lasciar perdere, e pensai in quei giorni di frustrazione che non volevo vederli.
Lei ci è rimasta male, ma reagendo però comunque con una certa positività, dicendomi che ci saremmo visti la settimana dopo, cioè oggi.
Durante quella settimana io mi sono raffreddato, mi sono sentito in colpa e mi sono sentito arrabbiato, e ho iniziato a rispondere a monosillabi ai suoi messaggi, sentendo dentro di me che fosse lei a consolarmi per i miei problemi.
E mano a mano che i giorni passavano e lei non lo faceva mi arrabbiavo sempre di più con lei dentro di me.
Arrivo il week end del suo compleanno, risposi a monosillabi senza un bacio, senza uno smile su whatsapp, nel al telefono o durante una videochiamata con l'istintivo bisogno di farle vedere che ero freddo, come una richiesta di attenzione mal posta.
La sera del suo compleanno esce con i suoi amici e non la sento fino al giorno dopo, mentre io passo il sabato e la domenica pervaso dalla rabbia verso di lei.
Ci sentiamo domenica sera, ci videochiamiamo, mi racconta le sue cose, quello che i suoi amici le hanno regalato, non faccio neanche un sorriso, rimango impassibile rispondendo a monosillabi.
Mi dice che le hanno regalato un biglietto di un concerto di stasera, a Torino, la sua città, dei Nu Guinea.
Mi dice quindi che niente, sabato c'è il concerto, e quindi le dico "quindi non ci vediamo neanche il prossimo sabato"
E lei dice "eh" cominciando a diventare gradualmente fredda a sua volta.
Esplodo, le dico cosa provo, che rabbia ho dentro, cosa ha sbagliato con me, che le avevo chiesto un aiuto, una carezza che non mi era stata data, e le dico che questa storia non poteva andare avanti, che dovevamo farla finita.
Una stupida dimostrazione di forza che dovevo dare a me stesso.
In questa settimana non sono mai stato così male, in 34 anni non ho mai sofferto così tanto per la fine di una relazione.
Ho passato tutte le notti successive sveglio, pensando ad una tale mole di parole che volevo dirle per spiegarmi che non mi ha dato tregua un istante, né di notte né di giorno mentre lavoravo.
Ho capito una terza cosa, che tante cose che l'avevano fatta soffrire, il non seguire i suoi interessi che un tempo erano anche i miei, come la musica e i concerti, sono stati il risultato di un graduale spegnimento di ciò che di creativo c'era dentro di me, uno spegnimento dovuto ad un lavoro frustrante per i problemi economici, per i miei errori che mi avevano impedito di poter seguire le mie passioni, e per la situazione familiare stessa.
Ho visto questa terza parte oscura di me che ancora mi rimaneva attaccata addosso, dopo aver eliminato la prima, la corazza, e la seconda, la paura del fallimento della famiglia, come ultima causa della mia oscurità, l'oscurità che riversavo su di lei.
Mi sono visto scindere in due, con io che guardavo questa parte di me e mi dicevo cosa diavolo avevo fatto, perché avevo fatto pagare a lei questo pegno, e perché invece non avevo semplicemente mandato affanculo tutto ciò che mi aveva allontanato da ciò che di felice c'era in me cambiando le cose che non andavano bene.
Una mattina di questa settimana, schiacciato da questa nuova consapevolezza della causa generante della sofferenza che le avevo inflitto, all'improvviso ho preso il mio titolare e gli ho detto le cose come stavano, che non potevo più accettare che problemi di flusso di soldi della ditta che non mi riguardavano mi oscurassero e si riflettessero negativamente su me stesso e su di conseguenza stava con me, e che se le cose non sarebbero cambiate me ne sarei andato.

Ed il fatto che sia stato il bisogno di non perderla, dopo ogni crisi, a farmi in due anni recidere ciò che di negativo c'era in me me la fa amare come mai avevo amato nessuno, ed il fatto di averla persa mi causa una soffernza che non avevo mai provato prima, così intensamente, fino ad oggi.
Vorrei solo che mi credesse un'ultima volta, che credesse che la vita con me non è fatta solo di scontri, ma che ho avuto bisogno per tre volte, e per tre motivi diversi, vederla andare via per tornare finalmente a vivere.

credo che tu non abbia nulla di che sentirti in colpa. sbagliare non implica necessariamente essere colpevoli.

Non c'é 2 senza 3 e il quarto vien da se. Se sei recidivo e lei si é comportata sempre bene nei tuoi confronti, allora meglio che ti stia alla larga. Perché il matrimonio e figli mettono a dura prova più dei casini al lavoro. Sfanculizzare il datore di lavoro sol8 dopo che ti ha lasciato la ragazza? Un po tardi no?
Che si sia comportata "sempre bene" è relativo, sicuramente non me la sento di gettarle addosso colpe ma tra due persone comunque può esserci da un lato chi sbaglia e dall'altro chi fa aggravare l'errore.
In tutto questo rientrano anche situazioni, contesti di vita, e un processo di crescita personale che passa attraverso dei passaggi della propria vita spesso traumatici.
Questo per dire che ritengo un errore semplificare il tutto circoscrivendolo ad una dimensione in cui basta farle le cose che tanto non ci vuole niente.
Agire è solo l'ultima manifestazione di una lunga e violenta lotta contro se stessi al termine della quale si individua chi siamo stati fino a quel momento e perché, e di conseguenza chi vogliamo essere domani.
Riguardo alla reiteratezza degli errori, essi sono stati di matrice diversa, generati da motivazioni diverse, e attinenti sfere relazionali differenti.
Non ho commesso tre volte lo stesso errore, ho commesso tre volte errori diversi per motivazioni diverse.

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Ciao gigawat,

disclaimer: sono molto impegnato in questo periodo e non so nemmeno se riesco a concludere questo messaggio, se passa il capo lo mollo a metà

Intanto anche se non ti conosco vorrei dirti che un po' ti capisco perchè vedo molte similitudini tra le nostre esperienze di vita.



questo è un classico, soprattutto per persone che hanno avuto altre relazioni a distanza. Io sto con la mia attuale ragazza da 2 anni e mezzo. E anche io c'ho messo un po' a capire cosa provavo per lei. Il rapporto precedente che ho avuto mi ha lasciato a pezzi ed è stato un tipo di amore di quelli che ti coinvolgono completamente. Si fa fatica ad amare un'altra persona come si è già fatto.. si fa fatica a capire che si prova qualcosa per la "nuova" persona che si ha davanti.



Anche io ho un rapporto a distanza e come ben sai purtroppo queste cose accadono spesso: non avere tempo di vedersi causa impegni. Anche se per noi i km sono di meno accade spesso che non ci si vede per 2 settimane consecutive. (prima che arrivino gli utenti a cazzoduro: vedersi 2/3 volte al mese, faticando pure per vedersi, è una merda. E non è un discorso che se le volte diventano 4 è meglio: è una merda uguale perchè per vedersi per una pizza spesso diventa una spesa e una fatica non indifferente).

Il suo "eh" poteva, potrebbe, non essere per forza un "eh" freddo.. quanto essere un "eh" rassegnato. succede. Devi credere che lei voglia vederti e semplicemente non può farlo.



Sul discorso del lavoro beh hai fatto bene a parlarne con il tuo capo. Per il resto.. scaricare troppo sulla relazione i problemi del lavoro alle lunghe non paga e anche questo te lo posso dire per esperienza diretta. Cerca di sfogarti con lei "a little" cercando di sfogarti "con lei" e non "su di lei"..
Deh facile a dirsi, quasi impossibile a farsi... dipende come somatizzi lo stress.



uno sfogo esploso male? o quelle cose le pensi davvero?



Se davvero non ti sentivi dare "tregua" da lei hai sicuro fatto bene a parlarle. Non so come sono andate le cose ma certo non puoi biasimarti troppo se eri insofferente della situazione.

Per la settimana di merda... bro.. disp. Mi ricordo di cellulari tenuti in mano dalla mattina alla sera per cercare distrazione, pranzi saltati, stomaco attorcigliato per lo stress. Purtroppo e' così: la cosa migliore che puoi fare è dare una conclusione negativa o positiva alla storia in modo che il tempo lenisca la ferita.



crederti.. dipende da lei. Parlale e vedi come va a finire.
Da persona che spesso fa "errori" (inteso come: scazzo male anche io) e che ha già perso tanto per questo posso dirti che probabilmente li rifarai anche tu. E' difficile... essere diversi.

Il discorso degli errori che ogni volta sono diversi lo facevo anche io..pari pari. E lo faccio tutt'ora ma è una giustificazione perdente. Funziona qualche volta con lei e funziona qualche volta con te.. Io non so più se ci credo a sta cosa. Credi, te, davvero che non farai più "errori"? Sei sicuro che non sia un tratto del tuo carattere che semplicemente emerge ogni tanto?



ecco, devo staccare e manco c'ho tempo di rileggere ne scrivere meglio due pensieri.
Ps: appena senti che la situazione è matura.. parlale e risolvi la situazione in un modo o nell'altro. Non ho ben capito se vi siete lasciati ma te mi sembri in un brutto "limbo".
Grazie per il messaggio Andak.
Direi che sicuramente non c'è più "margine di trattativa" e mi sto gradualmente rassegnando e facendo pace con la realtà di ciò che è successo.
Ci sono stati ulteriori sviluppi.
Dopo quella videochiamata (che ricordo è seguita ad un messaggio duro, in antitesi rispetto al vedersi di faccia, sebbene via telefono, nettamente più morbido) (e ricordo che non ha voluto vedersi di persona, il che la ritengo veramente una cagata a 34 anni) l'ho lasciata stare.
Le ho scritto solamente due volte, e dopo il secondo messaggio che le ho mandato (due messaggi mandati in una settimana) mi è arrivata una tranvata di proporzioni tali da portarmi a cercare immediatamente uno psicoanalista per iniziare un percorso di elaborazione ed analisi obiettiva delle responsabilità, volto sia a vedere razionalmente i pesi e le responsabilità sulla bilancia del rapporto, sia a capire cosa ho fatto e perché.
Proverò a spiegare brevemente.

L'anno precedente ero stato portato a regalarle un viaggio a Parigi per andare a sentire questo gruppo che non sentiva da anni. Le avevo detto chiaramente che anche se non ci saremmo andati insieme avevo pensato a questa cosa per lei. Chiaramente quando si fa una cosa del genere si nutre una speranza, ma non è la speranza l'unico elemento che motiva una propria azione. Sono segnali di comprensione e altro che è difficile da spiegare. Le cose insomma non si fanno mai per un motivo solo, ma per tanti motivi, motivi che talvolta neanche riusciamo noi stessi a comprendere totalmente.

Dicevo, in concomitanza con la videochiamata avevo visto che i Sigur Ros avevano ufficializzato un evento molto, molto particolare a Londra, Hyde Park.
Biglietti non ancora in vendita.
Appena viene l'orario di lancio dei biglietti ne prendo subito due.
Perché?
La mia intenzione, il significato di questi biglietti, era colmare una lacuna che avevamo, e di cui ero responsabile, e cioè il condividere poco quegli interessi che anche io avevo, che in me si erano soffocati per questioni principalmente economiche.
Il significato primario era quello di dire "ok, ho capito e sto risolvendo, possiamo cominciare a fare anche questo perché questa responsabilità che ho riversato nel rapporto, quella economica, mi sono deciso a risolverla"
Quindi insomma le scrivo solo un paio di messaggi a distanza di qualche giorno in cui le dico alcune cose che pensavo, e che avevo anche preso questi biglietti, e che stavo risolvendo veramente queste cose.
Ebbene, un paio d'ore dopo, mi è arrivatauna meravigliosa email dalla potenza deflagratoria tale da aver disintegrato anche quello che pensavo di me stesso. Una violenza tale da lasciarmi incapace di capire cosa avevo fatto, perché l'avevo fatto, cosa avevo sbagliato, cosa le avevo generato.
In 34 anni di vita mai ero stato colpito da una violenza tale, mai.
In questa mail venivo dipinto come l'essere più ignobile mai esistito.
Non solo, come un egocentrico che non aveva mai pensato a lei, che aveva soffocato completamente i suoi interessi (cosa mai fatta), come una persona incapace di amare e attanagliato solo dalla paura dell'abbandono.
Ora, mi è difficile riuscire a spiegare la violenza di quella mail, ma realmente non mi era mai, mai, successo di veder brillare un ordigno di questa portata davanti.
Da li non sono stato più in grado di richiamare la minima ogettività.
Il fatto che lei abbia già avuto due o tre rapporti in cui diceva di essere stata spinta a diventare un mostro, cosa che a me non è mai successa, talvolta mi aiutava a pensare che ci fosse qualcosa di estremamente insalubre non in me che non afferavo.
Altre volte mi sentivo schiacciato da un senso di responsabilità totale.
Una valanga schizofrenica di giudizi, impressioni, considerazioni, impossibile da districare al punto da avermi portato a cercare un aiuto professionale.
L'unica cosa che è stata sempre un punto fermo in tutte queste considerazioni è che io non ho mai avuto paura dell'abbandono, ed anzi sono assolutamente certo dell'amore, sincero, che ho provato, e della scelta che in due anni ero arrivato a maturare.
Sono stato accusato di averla usata per migliorare in questi due anni, cosa fatta solo per paura, e di averla fatta diventare la versione peggiore di se stessa.
Di averle succhiato e annichilito qualunque sentimento di amore.
Di avere sempre gli stessi pattern, e di considerarla una stupida che si sarebbe beuvta una cazzata come quella del concerto.
Insomma, non la voglio neanche andare a rileggere per spiegare tutto quello che c'era scritto.
Al che le scrivo immediatamente che francamente avrei preferito ste cose me le dicesse in faccia.
Mi risponde con un "non mi sono piaciuti quei due messaggi", provo a chiamarla, non risponde, mi dice di essere impegnata nel trasloco, le dico che avrebbe potuto chiedere a me comunque senza secondi fini, mi risponde che non è da sola e che ha i suoi amici che la stanno aiutando.
Non l'ho più sentita.

Sono realmente cambiato? Per me sono stati tre problemi differenti, realmente differenti.
Chiarezza del sentimento, maturata nel tempo e compresa al primo allontanamento.
Paura ed incertezza relativamente al prendermi responsabilità inerenti il suo eventualmente spostamento. Ci ho riflettuto, mi ero detto che dovevo prendermi questa responsabilità e che volevo farlo con lei.
Problemi di lavoro (e che sono concomitanti con altro). Ho fatto un altro passo e ho risolto quelli.
Non è stato abbastanza, non sono stato creduto, e lo capisco.
Avrei dovuto muovermi prima? Avrei dovuto muovermi primariamente per me stesso?
Forse sì, sicuramente sì, ma non siamo tutti uguali.
Ma da qua a dire che io non ho amato, che io l'ho distrutta e soffocata, che io l'ho usata, che ho solo avuto paura di essere abbandonato per due anni, che l'amore è una cosa "sole cuore amore", che nell'amore non dovrebbero esistere scontri. No, tutto questo no.
Alla luce anche di che aria tirava quando andavo i week end io da lei, o veniva lei da me, week end e ore sempre più tenere, sempre più morbide, sempre più naturali fatte di uno scambio di sentimento ed attenzioni sincere.
Ciao.
Mi intrometto, perché questa mi sembra una situazione sin troppo familiare.
Mi sono ritrovata più o meno nella sua stessa situazione (inclusa la relazione a distanza) e ho reagito con una rabbia e una cattiveria tale che non pensavo neanche di possedere. Cattiveria utilizzata per ferire. Appositamente.
Succede quando sei esasperata/o.
Anche lui freddo, non credeva di essere innamorato, problemi d'abbandono, ossessionato dalle vecchie relazioni, tanto da non riuscire a lasciarsi andare con altre persone.
Questo per dire che la capisco. E' faticosa ed estenuante una situazione del genere. Da vivere e da combattere. Diventa una battaglia contro i mulini a vento.
Ti senti Don Chisciotte. Ami, ma ti senti di trascinarti una palla di piombo, che sono poi i sentimenti dell'altro. Fargli capire cosa vive, cosa vede. La positività e la propositività.
A un certo punto sbotti.
Molli il piombo.
intanto


*
hai espresso molto bene il concetto

@gigawat.
Alla luce della mail ricevuta vedi te cosa pensare. Da quel poco che sappiamo sembra che si "ci sia poco spazio per la trattativa". Però è una cosa a cui devi arrivare appunto te da solo, arrivare a "vederla veramente così".



Le cose che ti ha detto\scritto sono probabilmente delle esagerazioni. Meditaci pure se ti fa stare meglio su quello che ti ha detto ma non con l'atteggiamento da vittima: non diventare la vittima che poi ci metti dei mesi per tirare su di nuovo la testa.

Tra l'altro secondo me ci sta che la mail scritta abbia volutamente un carattere esagerato per tirare su muri e darti una botta per scansarti, per allontanarti te e allontanare se stessa. Magari tante cose scritte non stanno davvero ne in cielo ne in terra.. le solite esagerazioni buttate li in una discussione che riviste a distanza di mesi non hanno senso.




bene, buon per te! Io mi sono chiesto spesso se avessi "problemi ben distinti, reali" o se fossi "tossico io". Probabilmente un misto delle due . Bene che tu sia in pace con te stesso su questo almeno
Sì ora ci sarebbe anche da considerare le colpe che hanno devastato il rapporto che non sono mie.
Perché comunque sia io ho sempre dimostrato più amore e le ho chiesto nel tempo di parlare, cosa che sostanzialmente non ha mai fatto.
Ha sempre incamerato facendo finta di niente fino a conseguente esplosione.
Poi, io avrò avuto i miei problemi di condotta di vita e conseguentemente natura economica, ma non è che di la parliamo di una persona con una stabilità lavorativa ed economica tale da pensare di fare questi salti e progressi nella costruzione del rapporto considerevoli, al più che mi è capitato di pensare che io fossi l'elemento considerato come utile per farla progredire e migliorare.
Insomma, mi sono tirato tutta la merda addosso, ma difficilmente nelle coppie sbaglia sempre e solo una persona.
Ci sono anche modalità di reazione alle problematiche che possono essere propositive, distruttive, o semplicemente passive ed inesistenti.

edit
al punto che alcune delle accuse mossemi erano relative al fatto che lei si era rotta i coglioni di sentirsi in colpa per quel che non aveva fatto e che secondo me avrebbe dovuto (?), stufa delle accuse che le muovevo (?), e stufa del parlare solo di me e dei miei problemi (? questo è totalmente incoerente con i due punti precedenti, che peraltro sono ben lontani dalla realtà)

Comunque, proprio la mia totale impossibilità di riequilibrare le rispettive colpe razionalmente è quello che mi sta spingendo a risolvere con un professionista.
Se sono stato colpevole di danno di tali proporzioni, di cui non mi sono reso conto, devo capirlo per non farlo mai più.
Se non sono stato realmente colpevole alla magnitudo che mi si attribuisce, devo capire anche questo.
Perché forse, alla fine, stavo solo volta volta comprendendo cosa comportano determinate responsabilità della vita adulta a cui non avevo mai pensato e davanti alle quali non ero mai stato messo nelle relazioni precedenti.
Boh sì il tuo modo di rapportarti ha qualcosa che non va, si capisce dall'inconcludenza del racconto tbh (prima apri il cuore poi la tratti male poi ecc. a random).

Secondo me sei immaturo sentimentalmente, per risolvere il problema hai bisogno di più esperienza, è impossibile con relazioni a distanza, non c'è il tempo materiale per conoscersi realmente. Non iniziare relazioni a distanza.


Sicuramente relazioni a distanza non ne inizierò mai più.
Ma qua parliamo di una situazione in cui
-inizialmente non ero innamorato
-subito dopo mi sono arrivate pressioni per costruire qualcosa di sostanzioso dopo un anno di relazione
-sono iniziate le fasi ipercritiche nei miei confronti
-le cose son venute sempre fuori perché io mi mettevo a scatizzare la merda evidenziando che ci fosse qualcosa che non andava che non veniva detto

Io di responsabilità me ne prendo quante se ne vuole, ma non è colpa mia se non avevo mai convissuto prima, se avevo altri casini e responsabilità, eccetera.
Concordo con quanto dice catvet, ma nel mio caso io sono certo di non aver fatto spallucce parandomi dietro le mie turbe mentali, anzi le ho prese e ci ho lavorato rapidamente e energicamente sopra.
(non aprirsi, far pagare pegno per cagate di storie precedenti, non volersi prendere responsabilità e via discorrendo)
Poi può essere che questo non arrivi perché non voglio tendere a scaricare responsabilità su di lei, preferisco prendermi più merda del dovuto io.
Non so sembra che scarichi la responsabilità su di lei e poi dici che vuoi prendertela tu, ecc.

Non ero lì ovviamente quindi noto solo come la metti giù, è inconcludente imho, come se non ne fossi convinto nemmeno tu. Non posso sapere se tu abbia ragione o no sull'oggetto.


this *
comunque ho fatto il primo incontro con lo psicanalista oggi
un'ora e quaranta di flusso di coscienza
ganzo?
how many borzi? [anche in privato, chiedo per un amico ]


Dopo racconto un po' il punto della situazione a cui siamo giunti attualmente, cifre, dinamica, eccetera
Dunque premettendo che per un'ora e quaranta, il 90% ho buttato fuori riflessioni io partendo proprio da quello che è successo recentissimamente per poi andare a ritroso negli ultimi due anni nei punti più significativi e nelle incoerenze del rapporto (scontri maturati nella distanza in totale antitesi con il benessere e rilassatezza nei giorni di frequentazione fisica)
Chiaramente il motivo per cui ho cercato questo supporto è stato proprio per capire cosa è successo, perché è successo, quali responsabilità ho avuto, quanto evidentemente i miei problemi hanno portato a questo cataclisma.

Per quanto riguarda me è stato individuato un aborne senso di responsabilità nell'elaborazione degli eventi.

Ho esternato esattamente le stesse reazioni che ho avuto e risposte che ho dato nell'arco del rapporto, proprio per capire quanto queste mie opinioni fossero totalmente fuori di testa o provocatorie o dettate da altre problematiche.
Queste mie risposte ed opinioni non sono state giudicate in nessun modo come folli né come non condivisibili.

Abbiamo fatto un excursus sull'evoluzione mia E della ragazza che stava con me.
Chiaramente ho specificato già sapendolo, e sapendolo anche lei (la psicanalista) che le cose vengono narrate dal mio punto di vista, ovviamente viziato e manipolatorio.
In generale mi è stata confermato un forte senso di consapevolezza e autocomprensione, ma che è necessario che venga rivalutata obiettivamente la mia responsabilità.

Al che, quasi dal niente, dopo aver raccontato tutti gli eventi (e nella narrazione degli eventi siamo partiti dall'ultima email devastante con cui sono stato colpito e disintegrato) (email che non abbiamo analizzato ma che, se necessario, potremmo fare in futuro), mi ha fornito un punto chiave a cui non avevo pensato, e cioè se la persona con cui stavo fosse affetta da una certa forma di narcisismo.
Lì per lì la cosa mi ha pesantemente spiazzato.
Proseguendo nel discorso e nel confronto devo dire che la cosa mi ha fatto riflettere enormemente per tutta una serie di motivi.
Dall'influenzabilità del gruppo a cui è diventata sempre più soggetta, alle accuse mossemi, violentissime, al lavoro fatto su me stesso reattivamente a queste accuse, al tornari sui suoi passi, all'ipercriticità nei miei confronti, mancanza di autostima, suscebilità totale alle critiche arrivando addirittura a vedere critiche dove non esistono, mancanza di empatia, una sua certa necessità di sottomissione in intimità, violenza distruttiva rivoltami in frangenti in cui esternavo opinioni diverse e veramente tanti altri aspetti.

Ci siamo fermati per ora a questo punto, su cui sicuramente proseguirò nella mia riflessione personale per cercare appunto di continuare a capire chi ha fatto cosa, perché il motivo per cui ho deciso di iniziare questo percorso è proprio per la violenza distruttiva che mi è stata rivolta che mi ha deprivato di qualunque capacità di analisi razionale.

Attualmente siamo rimasti d'accordo per un incontro ogni due settimane, scelta voluta da me per non avere un incontro settimanale, non per questione economica ma per problemi di tempo/organizzativi e per non avere l'idea di essere un malato che ha bisogno di un supporto settimanale costante.

Prezzo 50 euro l'ora.

L'effetto benefico è stato inizialmente immediato, stamattina mi sono svegliato nammerda e ho cominciato ad elaborare quanto dettomi, gli spunti forniti, ed il diverso punto di vista.
Attualmente non sono ancora minimamente in grado di capire comunque effettivamente cosa io ho fatto e cosa mi è stato fatto.
Quindi sei andato di "stream of consciusness" per 1h e mezzo?
Ti ha fatto domande mirate?

Io sono sempre stato molto recalcitrante riguardo psico vari. Mi è capitato però di parlare 2 ore filate con una "profiler" che ovviamente mi ha fatto un sacco di domande personali. Dopo due ore sono uscito e mi sembrava di avere le idee molto più chiare e di averne maturate altre (confusionarie).
Forse già il solo fatto di parlare a ruota tutto quel tempo è efficace per innescare cambiamenti.

Comunque ottimo che ti sei trovato bene! Ti stai sbrigando parecchio per sbloccare la tua situazione. gg.


Sostanzialmente (non mi era mai capitato di avere un approccio psicologico alla mia vita, tranne quando ero adolescente e mia madre era convinta fossi pazzo, vabbeh ovviamente lo psico le disse "signora guardi che forse i problemi li ha lei", vabbeh questo come nota di colore) ho introdotto inizialmente la situazione e nello specifico cosa mi ha spinto ad essere lì (incapacità di individuare responsabilità), specificando dal mio punto di vista che l'origine di questo fosse l'annichilimento subito.
A quel punto ho parlato, parlato e parlato, mi sono dovuto fermare in alcune occasioni per ovvi saliscendi emotivi che immaginavo ci sarebbero stati (ovvero frignare).
Mi ha fermato in alcuni punti evidentemente per lei specifici, direi 3-4 volte nell'arco della discussione.

Comunque le ho detto di voler continuare nell'immediato futuro questo percorso perché non posso lasciarmi sta cosa alle spalle.
Io sono sicuro, ovviamente, che domani, o fra un mese, o fra sei mesi smetterei di farmi domande e la cosa finirebbe sotterrata da altro.
Ma in questo specifico caso ho giurato a me stesso di non farlo, perché se io ho causato un danno di tali proporzioni a qualcuno, cosa che in 20 anni non mi era mai accaduto, al punto da riceverne un'esplosione ai miei danni di questo tipo, io devo capire cosa ho fatto.

Ci siamo soffermati anche sul cambiamento e sul fatto che sia cambiato (e questa è più o meno una costante nel corso della mia vita) per reazione piuttosto che per azione (voglio dire, non è che mi ha detto "we ciccio hai ragione te vai tra), ma queste sono cose che non hanno niente a che fare con la mancanza di amore, con la paura dell'abbandono, o con l'utilizzo dell'altra persona (causandole anche dolore) proprio con l'intento di fare questi passi in avanti (cose di cui sono stato accusato).

Il cambiamento è naturale nell'essere umano, anzi, bisogna cambiare.
Che non mi si creda, amen.
Che venga accusato di doppiogiochismo o falsità... questo no.
Comunque sì, come ho fatto in passato, quando è stato il momento ho preso quello che ero e l'ho modellato il più rapidamente possibile. Questo percorso è il riflesso di questa stessa attitudine.

(perdona il wot)


Il cervello è un organo che ha processi fisiologici lentissimi e per eliminare dissonanze, trattare roba, etc, i tempi sono lunghi. Inoltre alcuni profili vanno trattati prendendo il core del problema alla lontanissima.

Per questi motivi è sempre giusto fare almeno 1 anno di terapia.