Che c'entra lo spread ?!?!

In un talk show televisivo è stata lanciato questo ragionamento:

"quando non c'era l'euro, il paese debole poteva svalutare il tasso di cambio della sua moneta per riguadagnare competitività con l'estero se vedeva che la sua economia stava per soccombere.
Oggi con l'euro esistono i cambi fissi tra le monete, ma i tassi d'interesse sono variabili, ed è su questo punto che la speculazione ci guadagna perchè fa variare i rendimenti dei titoli di stato dei paesi aderenti all'euro.
Ma lo spread non dovrebbe esistere, perchè se è fisso il tasso di cambio delle monete lo dovrebbero essere anche i tassi d'interesse sui titoli di stato."

Sicuramente su questo forum ci sono ottimi economisti, per cui attendo vostri lumi su questo ragionamento.

Grazie.

Saluti a tutti.
ma non è fisso (ed unico) il rischio di default da qui la necessità di attirare capitali alzando il tasso di interesse


direi fine del discorso
Provo ad interpretare il pensiero di quel signore in TV.

Con la moneta unica anche i tassi d'interesse sui titoli di stato dovrebbero essere uguali per tutti. Circa poi l'attirare i capitali dall'estero (cioè dall'area non-euro), non credo che ci sia tanto bisogno di attirarli dato che ce ne sono in abbondanza in eurolandia.
E' solo questione di una equi-distribuzione.

Per cui, lo spread è una fregatura, ma il vero punto è, come si realizza questa equi-distribuzione della ricchezza in euro-landia ?
Il discorso è interessante, non so chi l'abbia formulato in quei termini, ma credo l'abbia fatto nel tentativo di rendere comprensibile la cosa senza scendere troppo sul tecnico (con scarso successo pare, visto che il messaggio non è così chiaro).

Il succo è il solito: è stata tolta la possibilità di svalutare ai vari stati, e non è stato inventato nessuno strumento in sostituzione.

Per questo, finché tutti prosperano, chi più chi meno, va tutto bene, ma se iniziano a crearsi delle disparità, inevitabili, nascono i problemi.

Attenzione che l'anomalia non è solo data dal fatto che i paesi del sud europa sono "indietro", in condizioni normali la Germania avrebbe da anni una moneta più forte, che avrebbe frenato le sue esportazioni, ribilanciando in parte la situazione in modo "naturale".

Comunque, questo è il background, semplificato e banalizzato, però a grandi linee ci siamo, che credo ormai abbiano chiaro tutti quelli che si sono un minimo informati nell'ultimo anno.

Quello che il tizio citato da te voleva forse suggerire è: il debito dei vari stati, vista la moneta unica, e visto che la BCE non può stampare (ok, può stampare, ma non con gli scopi che servirebbero), dovrebbe diventare debito europeo.

E' una delle tante possibili soluzioni (nella realtà è stata proposta una versione soft di questo concetto, cioè gli eurobond), tutte che nascono dallo stesso ragionamento, tutte con i loro pro ed i loro contro.


Come ripeto, non so chi è questo, ma se devo prendere quel pensiero per giudicare la persona, non gli darei troppo peso. In generale vi consiglio di non fidarvi di chi usa "speculazione" come termine per indicare i mercati (in cui ci sono gli speculatori, ma in cui ci sono anche robe come i fondi pensione, per esempio).


il problema è che c'è una moneta unica ma non un debito unico ne tantomeno una politica economica unica.

Da qui quindi moneta unica ma tassi d'interesse diversi in funzione della credibilità e della solvibilità di ciascuna Nazione

Noooo, nononononononono.

No.

E con questo non voglio dire che non ci siano capitali in europa, però nessuno di competente farebbe un ragionamento tale.
consolidando il debito fra tutti gli stati membri, esistendo un unico debito lo spread non ha ragione d'esistere.
il problema e che una cosa del genere presuppone una politica fiscale e di spesa comune improntata su criteri di trasparenza e questo non fa comodo a nessuno, ne ad i paesi della periferia (es grecia) che utilizzano il debito pubblico non tanto per generare welfare quanto per generare clientele fra gli attori potenti (mercato immobiliare in spagna e grecia spesa militare in grecia, LLPP qui in italia). ne ai paesi del centro che utilizzano la spesa a debito dei paesi della periferia per attirare capitali verso le loro economie (es. il commercio di armi fra germania e grecia o i fondi immobiliari tedeschi/inglesi un po ovunque)
Svalutare il tasso di cambio non è l'unico modo per aumentare la competitività.
Per esempio un certo tasso di inflazione consentirebbe ad alcuni paesi di adeguare i propri salari più velocemente degli altri, il paese con i salari più bassi guadagnerebbe in competitività in maniera molto simile allo svalutare il tasso di cambio.

Ciò detto il problema dello spread è più legato alla possibile esistenza o meno del signoraggio (quello vero), ovvero la possibilità per un paese di stampare moneta per coprire il proprio debito se in difficoltà con le scadenze, un motivo per cui gli stati uniti, nonostante siano evidentemente su un percorso di non sostenibilità pagano sempre interessi bassi.
Ma a quel punto avresti una moneta molto debole e tassi di inflazione elevati, a meno che vi sia qualche distorsione che spinge nel verso opposto (nel caso USA la grande domanda di dollari).

il problema e che, oltre a questo, la germania ha portato avanti una politica omicida nei confronti degli altri paesi dell UE.
1) tenendo bassi i salari e quindi disincentivando le importazioni
2) utilizzando i fondi di coesione e di sviluppo come propria cassa personale da indirizzare laddove la sua economia necessitava . al di la delle spese per la ricongiunzione che non so nemmenjo se siano state calcolate cosi a mente mi vengono in mente i miliardi a fondo perduto dati a polonia ed altri paesi importatori di merci tedesche.

mi spiace doverlo dire ma purtroppo questa roba è la prosecuzione di quello che non gli è riuscito nel 38. purtroppo il vizietto dell'egemonia continentale alle elite economiche tedesche non è ancora passato .

ah inb4 sei razzista odi i tedeschi (che, in media, mi stanno assai piu simpatici degli italiani): non ho parlato di tedeschi ma di elite economiche tedesche


peccato che la mossa inflazione in questo momento non sia assolutamente abbordabile vista la mancanza di domanda e di liquidità



*

1) peccato che l'attenzione monomaniacale al contenimento dei salari sia la summa della politica industriale dell italia negli ultimi 20 anni i cui risultati sono evidenti
2) se contrai i salari ti mangi via la domanda interna, in soldoni quello che esporti te lo mangi via in consumo interno

volendo restare in un economia capitalista, nessuna soluzione puo prescindere dalla spesa dello stato per rinnovare infrastrutture fisiche e culturali (energia, ricerca, stato sociale)
anche perche la ocmpetitivita serve a poco se poi meta del paese sta alla canna del gas


ma che ci sia in corso d'opera un tentativo da parte della Germania di strozzare tutti e di imporsi come leader incontrastato di un'europa germanocentrica direi che è ormai così evidente che è inutile discuterne, bisogna solo trovare il modo per far cambiare loro idea o con le buone o con le mazzate.


ed ecco lo spettro della terza guerra mondiale che aleggia sull'eurozona


1. Mah
2. Avviene la stessa cosa anche svalutando i cambi, infatti è una soluzione più che altro che si usa per ribilanciare i saldi commerciali, svalutare il cambio comporta in ogni caso una diminuzione del potere di acquisto.
Non è detto che migliori la situazione in entrambi i casi, bisogna vedere tempi e l'intensità dei "costi di transizione" interni, vedi la J curve.
3. Non centra nulla comunque si, la produttività la fai con infrastrutture, tecnologia, capitale umano e fattore istituzionale (burocrazia, diritto, politica, leggi).
Aggiungi un accesso ai capitali/lavoro efficiente e hai la ricetta per uno stato che produce molto.

l'unico modo per fargli seriamente male è iniziare a fare guerra aperta a deutsche e commerzbank e a tutto il sottobosco che si muove attorno a sti due vampiri.
smettere di salvare i creditori insolventi (es. Bankia) e sostituire le importazioni tedesche con produzioni di altra provenienza. Se necessario fottendosene dei dazi (i modi ci sono, ancor di più se sei uno stato sovrano, es. azienda nazionale che importa """"""semilavorati""""" e poi rivende come prodotto EU)
dopo sei mesi di questa cura e e di flic e floc che telefonano alla merkel gridando che chiudono tutte le linee di credito a chiunque, si arriva al redde rationem. o salta per aria l'europa (ed in quel caso io, per non saper ne leggere ne scrivere un paio di vettori su berlino li punterei) o la capiscono loro e, a cascata, flic e floc. e da li si può procedere a rifare un europa migliore

Con la Germania al timone? Campa cavallo.



Non funziona cosi'.
Esiste lo spread tra i bond dei vari stati americani, per esempio.


Nobel per la pace, ftw!

No infatti era un esempio.
Son sempre i tedeschi a fare i casini


Boh, secondo me avete delle idee abbastanza balzane delle dinamiche dei sistemi economici mondiali.

Germania vampiro? Lol. E' semplicemente un Paese dove la gente paga le tasse, le aziende sono competitive perche' hanno investito in R&D e pagano ragionevolmente poche tasse, i sindacati fanno i sindacati, e la popolazione vota politici affidabili. Punto. I fondamenti economici sono ottimi e questi danno loro competitivita', credibilita', e possibilita' di vincere sui mercati.

Cazzo dovrebbero fare? I S. Martino del ventunesimo secolo? C'e' un mercato comune e delle istituzioni comuni, ed e' normale che chi e' piu' credibile diventa anche piu' potente.