Big Fish [trailer]

Secondo me questo film sarebbe perfetto senza il discorsetto finale con la morale dela favola, lo banalizza un po'.

chissà, magari anche tuo padre ha trattenuto le lacrime per non farsi sfottere...


vabbeh l'ho rivisto ieri sera e non potevo non gravediggare

però all'epoca l'avevo visto al cinema


lui rideva...a lui piacciono i film francesi
La mia ragazza ha perso il padre da circa un anno e non ha ancora minimamente accettato la cosa, seppellendo lacrime emozioni tutto in un buco nero della coscienza.
Vorrei provare a farle vedere il film a tradimento per scuoterla una volta per tutte, approfittando del suggerimento di questo gravedigging potente, anche se ho un po' timore.
Io piansi parecchio
Io eviterei queste pensate geniali modello "Riza Psicosomatica" se fossi te, e rispetterei la mia ragazza ed il suo modo di gestire il dolore, che comunque non spetta a te giudicare e/o gestire in alcun modo.

Piuttosto che fare lo psicologo faidate parla con lei.
comunque, per quanto ancora reputi big fish un ottimo film burtoniano (ai tempi lo votai come film dell'anno, e penso che confermerei il mio voto a distanza di tempo) devo dire, ad una seconda recente visione, di averlo per certi versi ridimensionato.

L'impianto della storia, probabilmente, non permetteva altrimenti ma quello che non mi ha convinto è il carattere per certi versi artefatto e consolatorio del rapporto tra i due protagonisti maschili. Ripeto: qua gioca molto l'impianto, "fiabesco" - per così dire - anche quando si affronta la porzione reale del mondo in cui si contestualizza la storia... ma l'impressione che ne ho ricavato è che, nel descrivere le lontananze e i riavvicinamenti tra padre e figlio molto abbia giocato l'esigenza di dare un happy ending (assolutamente necessario, sia chiaro) a scapito però del realismo psicologico e dell'autenticità della rappresentazione dei sentimenti e delle cose della vita.

Certo: il verosimile cessa di avere rilievo quando il suo contrario è più interessante o anche semplicemente edificante. Ed è bella la storia che insegna che, alla fine, si arrivano a capire limiti, pregi, alterità eppure vicinanza dei genitori "distanti". Però in Big Fish tutto pare accadere in maniera sbrigativa (e con un eccesso di enfasi emotiva: c'è molto e forse troppo gusto per il finale strappalacrimoni). Una intera vita di distacco viene colmata dalla rivelazione delle perle di verità nascoste nelle piccole, stupende bugie e storie del proprio padre... e lo ribadisco: capisco che la morale della storia voleva ben essere quella; ma forse avrebbe meritato uno svolgimento diverso.


E' lei a lamentarsi di questa cosa, di sentire un blocco emotivo ogni qual volta cerca di affrontare l'argomento.
E' una persona che se le fai bu piange, molto emotiva, e non ha versato una lacrima per la morte del padre a cui era legatissima, tranne in rare occasioni dove apparentemente dal niente comincia a lacrimare.
Tutto ciò lo fa notare lei per prima da tempo e me l'ha rivelato in più occasioni, ne ha coscienza.
Vorrebbe parlarne con uno psicologo ma per motivi di soldi/tempo si è finora procrastinato.
In ogni caso il consiglio è senz'altro buono, di sicuro per metà, magari le parlo del film spiegando a cosa "porta", sia lei a decidere se si sente di violentarsi.