E si parte con i fratelli di tutti i masculi dopo una amatriciana spadellata, porzione uomo.
Leggo trattasi di un live registrato in un posto dove ora c’è una banca. Su allmusic sta a 5 stelle.
Premo play e dopo due secondi capisco il perchè delle 5 stelle.
Signori, il Blues di quelli memorabili.
Primo pezzo che ti scartavetra tutta la complessità del campare, e ti mette subito a tuo agio.
Senti che voce, mamma mia, si viaggia in atmosfere sudate di locali persi in zone dove devi solo sederti e ti portano roba da bere a rotella senza bisogno di chiedere.
Chitarra livello come dico io, cioè che stai già ad ancheggiare il culo sulla sedia, ma che dico sulla sedia, stiamo già al secondo pezzo e stamo già sul tavolino a mostrare la dentiera.
Tempo di realizzare che qua non devi pensare a un cazzo, che devi solo fartelo entrare nel bioritmo, che
stiamo già a Stormy Monday, e si tromba easy, basta solo tenere la mano sul vellutino.
E si passa a you don’t love me, che non capisci se sei vivo o morto, tale il livello incalzate di ritmi e assoli da ufo, dove gli stop and go stanno esattamente dove li vuoi, cioè cosmici.
Porca puttana che goduria galattica, vabè io col Blues ci ho perso la dignità proprio, avrò sentito live tipo una vagonata di artisti e band blues nel secolo scorsi, ergo mi diventa durissimo proprio e qui stiamo esattamente all’orgasmo.
Senti che timbro che ha la chitarra catroia, si sente pure da dove arriva l’elettricità dell’ampli e chi ha fatto le saldature.
Gniente momento masturbo, il batterista dietro sta perso nel limbo, quasi non si sente ma serve allo scopo di allisciare pianissimo il primo piano del sound della chitarra, guarda come riparte, guarda come ti sfascia, siamo nel centrale esecutivo, a 13 e rotti, e ancora mancano 5 minuti, che pensi no vabè qua serve un bidone di liquido, e che caz succede, stai a fare con la testa su e giù, e non finisce, no no, continua, vabè stamo nel brodo dai, ben cotto, e finisce con melodie oserei dire orientaleggianti, un momento flex, senti come scassa l’aria.
BOOM!
Applausi.
E si passa a Hot Lanta, che pare proseguire il momento funghi per tutti così vedi farfalle fatte di non so che che morphano in facce di passaggio. Pezzo fuori dagli schemi, che ci sta di lusso, così capisci che non sono dei peracottari, se non l’avevi capito subito.
Live con i controcoglioni, quando non esisteva protools e dovevi saper suonare e cantare. Senti che suoni alla fine del pezzo, mamma mia.
E si passa a Elisabetta, glissati che ti spostano l’anima. Vabè dai, pensavi fossero solo chitarrine, e invece devi sucare, fatti trasportare, lasciati andare, cazzo hai da perdere, tanto di fame non muori di sicuro. Che melodie. Sembra di stare a bordo di tubi pneumatici che ti inchiodano alla parete fatta di peli di barbieri in pensione. 13 minuti di processione cazzo, puoi prendere le candele e te le spalmi nelle ascelle, senti che organo che entra, a frequenze da ti smonto tutto dai. Acustica che anche se lo fai sentire a uno di 3 anni ti dice: si, è del 71.
E si chiude con l’ultimo pezzo che dura 23 minuti, su cui non dico un cazzo perchè oramai stai una pezza decomposto in preda ai fumi di tutto.
Sipario, voto altissimo.
La vedo dura per il Volo. Vediamo stasera come mi arrivano.