questo è un altro tread gdr fatto da me, in cui scrivo le avventure di un mio personaggio. Il personaggio in questione si chiama Janus, cacciatore di taglie ex jedi (nb è ancora in buoni rapporti con i jedi). Per ora dico solo che SEMBRA umano (a un primo sguardo), ha una saber rossa e una nave chiamata "southern cross".
come al solito, commenti e suggerimenti sono i benvenuti, ma plz astenetevi dallo spam

"Qui Southern Cross, chiedo il permesso di attraccare alla stazione" disse Janus nel microfono.
"Prego, Southern Cross, attendete."
Passò circa mezz'ora, poi gli altoparlanti si attivarono di nuovo: "Southern Cross, avete il permesso di attraccare. Il vostro aggancio è il numero 376."
Janus toccò i comandi della nave, e subito i motori si accesero, avvicinando la nave all'aggancio.
Dieci minuti dopo, la nave era agganciata al portellone, e Janus stava ripassando i dettagli del suo incarico. Doveva catturare un importante boss criminale e portarlo alla stazione governativa più vicina... una passeggiata in pratica.
Camminando per il corridoio, memorizzò i punti chiave che potevano aiutarlo a ritrovare la strada dell'astronave. Una svolta a destra, una a sinistra e due dritti alle intersezioni dei corridoi, e si trovo in un bar.
Janus si avvicinò al bancone, e ordinò da bere. Non appena il barista appoggiò il bicchiere sul tavolo, Janus pagò il doppio del normale e lo interrogò sul boss criminale.
Aveva appena finito di fare le sue domande, che si sentì premere contro la schiena qualcosa di duro e freddo. Si voltò, e si trovò a guardare negli occhi una pattuglia di uomini dall'aria truce, che gli fecero cenno di seguirli senza fare storie.
Janus capì che era meglio non opporre resistenza.
"Bene bene bene, il famoso Janus!" il boss aveva una chiara nota di sarcasmo nella voce. "A cosa devo l'onore?"
"Beh, signore" rispose Janus, guardandosi attorno (una guardia alla porta, due alle sue spalle e un bottone sulla scrivania che serviva sicuramente ad attivare l'allarme) "io in teoria sarei venuto qua per catturarvi."
"Oh, davvero?" rispose il boss. "E come pensate di farlo?"
"Così" rispose Janus, e attivò la sua lightsaber. Il raggio rosso falciò rapidamente le tre guardie, e Janus si interpose tra il boss e la scrivania per impedirgli di raggiungere il bottone.
"Oh, molto impressionante. Vedo che sei all'altezza della tua fama. Ma non basta. Se sono il boss più potente nel raggio di trenta anni-luce ci sarà pure un motivo."
"E quale sarebbe?"
"Questo." il boss fece un vago gesto con la mano, e la saber sfuggì alla presa di Janus, spegnendosi in volo e atterrando nel disintegratore per i rifiuti.
Janus restò fermo, basito, per un paio di secondi, poi cominciò a correre. Uscì dalla porta dell'ufficio, percorse tutto il corridoio di corsa e arrivò al bar. Due dritti, una curva a destra, una a sinistra e sei guardie dopo, era di nuovo nella sua astronave.
Attivò immediatamente le procedure di distacco, scivolò tra il fuoco dei caccia mandati a intercettarlo e attivò il congegno che lo spedì nell'iperspazio a solo cinquecento metri dalla stazione. Il contraccolpo dovuto alla massa solida così vicina lo fece svenire.
Quando si risvegliò, era già in vista del suo pianeta.
"Bene, prima di tutto mi serve una nuova saber" pensò Janus, appena sceso dalla rampa della sua astronave.
La sua abitazione era in una radura, circondata da ogni parte dalla foresta. Numerose specie, tra cui molti Ysalamiri, popolavano quei boschi. Era sempre vissuto qui, fin da quando aveva memoria, e passava quasi tutta la sua giornata ad allenarsi, a rinforzare il suo fisico.
Janus depositò i bagagli in camera sua, poi si infilò la tenuta da allenamento e si inoltrò nella foresta. L'assenza della Forza non lo disturbava più di tanto, di sicuro meno di quanto non disturbasse la maggior parte dei jedi.
Lui poteva contare su dei sensi molto più sviluppati di quelli di un umano, e su un fisico molto più agile e scattante. Era un mezzosangue, metà umano e metà felino.
Non aveva idea di come si chiamasse la razza di suo padre. Non l'aveva mai conosciuto, ne' aveva sentito parlare di una razza di felini. Aveva il sospetto di essere l'ultimo della sua razza, e per questo non si era mai sentito a suo agio in mezzo agli umani. Anche nella galassia civilizzata, c'erano sempre dei pregiudizi legati alla razza, anche se nessuno lo ammetteva. Per questo, quando era nella "civiltà", doveva fingere di essere un umano come gli altri.
Solo quando tornava a casa sua poteva agire come il mezzo felino che era, e, soprattutto... sgranchirsi la coda.
"Aaaaaah, quei pantaloni speciali sono proprio scomodi" disse ad alta voce.
Janus camminò per ore, e alla fine arrivò sotto a un albero dall'aspetto imponente. Si arrampicò fino in cima, dove i rami diventavano più sottili e più resistenti.
Sguainò gli artigli.
Cominciò a colpire a destra e a manca, facendo cadere a terra molti rami, prima che i suoi artigli fossero fermati da un ramo particolarmente duro.
Sorrise. Era quello che cercava.
Facendo forza sugli artigli riuscì a staccarlo dall'albero, lo tagliò fino a farlo diventare lungo non più di quindici centimetri e lo scavò all'interno, praticando anche un piccolo foro nel lato.
Con la nuova impugnatura tornò a casa.
Sei lunghissimi giorni dopo, giorni senza sonno, da quell'impugnatura scaturiva un raggio azzurro cielo.
Esausto, Janus si accasciò sul suo letto.
L'ultimo pensiero prima di cadere in un sonno profondo fu "Ci rivedremo presto, signor boss del crimine."
Enjoy
