Ti lovvo Brom, finalmente qualcun altro oltre a me e mauer a parlare di queste cose.
Premetto che non sto gonfiando il petto, è che questo mondo mi appassiona ed ha veicolato una buona parte della mia vita.
Io ho iniziato ad 11 anni con il karate dopo vari fallimenti in vari sport a squadre dove ho sempre dimostrato una poca predisposizione al gioco di squadra quindi mio padre, approfittando che un suo collega in aeronautica era maestro di karate ed insegnava in una palestra, mi ha letteralmente costretto ad andarci. Neanche a farlo apposta trovai la mia via sportiva o meglio diciamo che è stato il trampolino di lancio.
Sono durato due anni in quella palestra, un maestro rigidissimo e severissimo a cui devo tanto sotto l’aspetto della scoperta delle mie abilità fisiche. Tra l’altro è stato il primo a darmi una disciplina nel controllare il mio carattere che è stato sempre estremamente esuberante, cosa in cui la maestra delle elementari, poverina, non ci è mai riuscita
Ero bravo ed imparavo alla svelta, il kihon lo divoravo, i kata me li sentivo scorrere nel sangue e nel kumite me la giocavo con quelli più grossi di me.
Dopo due anni me ne andai in seguito ad un allenamento kumite dove non riuscii a controllare il colpo e misi ko il mio compagno di allenamento. Ricevetti uno scapaccione giustificato dal fatto che non avevo controllato il colpo ed alle mie rimostranze che dipendeva solamente dal fatto che ero stato più veloce ricevetti come risposta quel silenzio pesante ed opprimente che solamente un maestro di karate con la M maiuscola sa donarti
Offeso nell’orgoglio e convinto di aver subito un’ingiustizia fu l’ultimo giorno in quella palestra e mio padre riuscii a capirmi anche perchè sapeva che il karate mi piaceva veramente. Neanche a farlo apposta mi si aprì un altra porta sempre da mio padre che mi disse che il figlio sempre di un suo collega, aveva aperto una palestra “di non so bene cosa ma tipo karate”.
Presi la mia bmx ed andai a vedere la palestra che all’epoca si trovava in una palestra sotto la chiesa. Entrai, mi presentai e fui messo da una parte a vedere. Non riuscivo a capire cosa stavo vedendo, alcuni avevano una tutina attillata, tutti combattevano con i guantoni e con le scarpe ed alcuni le avevano particolarmente appuntite. Usavano tecniche di pugilato miste a calci portati con uno stile preciso che non riuscivo ad associare neanche alla kick boxing e la velocità, cazzo la velocità! Stavo vedendo la Savate! Fu amore a prima vista, un amore che anche a distanta di anni, lo sento ancora vivido in me. Non voglio dilungarmi troppo.
Con la savate sono arrivato fino al guanto giallo e posso dirvi che salire di grado nella savate è roba da sputare sangue, forse al livello del karate, non di certo come la kick dove le cinture sono state messe solo per fini ludici Ho fatto 9 combattimenti di savate, 6 di seconda serie (5w 1L) e 3 di prima serie (1w 2L).
Nella palestra venivano fatti anche corsi di kick boxing e per chi faceva anche savate come me era come bere un caffè. In realtà nella mia attività agonistica ho fatto molti incontri di kick boxing rispetto a savate perchè causa il mio lavoro che mi ha sempre portato lontano da casa, non sono mai riuscito a trovare una palestra di savate all’altezza di quella di casa mia e non lo dico a caso ma il mio maestro ed ora ovviamente carissimo amico quasi fratello, è tutt’ora considerato uno dei migliori maestri di savate ed ora lo è di pugilato visto che siamo tra le top società sportive in toscana. Quindi mi era più facile trovare palestre di kick dove potevo allenarmi ed a volte riuscivo a combattere anche per i colori della mia palestra di Grosseto. Fortunatamente sia quando ho lavorato a bergamo, sia quando ho lavorato ad ostia, ho trovato due maestri che hanno capito e mi hanno allenato come se fossi stato un loro agonista anche quando non combattevo per loro. In pratica mi allenavo, il mio maestro a grosseto mi segnava alle gare ed in base a dove dovevamo andare, o mi spostavo io o mi raggiungeva lui con gli altri ragazzi che dovevano combattere.
E’ stato veramente duro dovermi allenare distante dall’ambiente della mia palestra nativa e dalla metodologia di allenamento del mio maestro infatti nella trentina di incontri tra light e full contact che ho fatto ne ho persi diversi diciamo che sono al 60% di vittorie ma mai un ko, sono stato e sono tutt’ora un ottimo incassatore…e mi fischia un orecchio infatti. Per due volte ho sfiorato il podio come campione regionale nella mia categoria
E nel momento in cui sono riuscito a lavorare a casa, la mia età ha bloccato la carriera agonistica, ciò nonostante ho potuto di nuovo frequentare la palestra in maniera assidua e contribuire alla crescita dei tanti ragazzi che frequentano i nostri corsi oltre ovviamente ad allenarmi ed a fare un pò di guanti perchè ce l’ho proprio nel sangue, non posso fare a meno del ring.
Forse l’unico rammarico che ho è di non aver mai fatto un incontro di pugilato ma il non essere mai stato tesserato fpi, mi ha aperto la possibilità di fare qualche gara di light boxe dove il mio curriculim da agonista di savate e kick non conta. A dirla tutta sono stato convinto perchè non era proprio mia intenzione di mettermi a fare delle gare su una disciplina dove devo stare attento più a non forzare il colpo che al resto, ed a dirla tutta la light boxe non la sopporto ma tra chi mi ha stressato in palestra e mia moglie che non mi ha mai visto combattere dal vivo ma l’ha fatto solo in videocassetta, alla fine ho ceduto. In pratica il mio allenamento sta vertendo solamente sul controllare i colpi
C’è da dire che però con un colpo d’incontro posso buttarlo giù, il regolamento dice questo
Considerando che la light boxe ci sono sopratutto amatori, sicuramente sono un pò avvantaggiato :v E poi il fisico ancora mi regge, ho ancora un bel fiato e la mia velocità è praticamente la stessa. L’unica cosa è che sono un pò più legato con le schivate di bacino ma è normale, facendo meno ring i riflessi condizionati si vanno un pò a perdere.
Ad oggi purtroppo la savate non la facciamo più ma ogni tanto noi più vecchi che siamo rimasti, ci concediamo qualche round ma senza accademica
Ormai siamo indirizzati al 90% sul pugilato dilettantistico e sono anni che maciniamo grandi risultati con addirittura un campione europeo school boy, svariati titoli toscani e qualche italiano su varie categorie di peso ed età. E poi abbiamo tra i maestri una ex campionessa wba pesi gallo. Facciamo sempre kick ma l’attività agonistica è ridotta al minimo così come per le MMA di cui abbiamo un corso e sinceramente mi piacerebbe approfondirle meglio perchè mi piacciono molto.
Concludo dicendo che già il karate e poi gli sport da combattimento mi hanno dato un autocontrollo, una sicurezza ed una consapevolezza delle mie capacità che mi accompagnano tutt’ora. Le scazzottate tra amici ed a scuola le abbiamo fatte tutti ma quelle sono cazzate, l’autocontrollo è vitale per saper reagire nella giusta maniera quando ci troviamo davanti a situazioni anomale come aggressioni, presunte tali o atti di prevalicazione (tipo la banalissima lite tra automobilisti) e sopratutto oggi che la nostra società è mediamente più violenta di anni fa. E per quanto uno sia preparato al combattimento se si può e la situazione lo permette è bene sempre evitare perchè anche il sottomettere l’avversario può causare un’altra serie di problemi anche più gravi del darle secche all’altro. Nella mia vita da adulto (perchè da ragazzino ci scappavano ogni tanto ) ho usato la mia esperienza tre volte ed ero sempre dalla parte della ragione ma li non ho potuto evitare di difendermi e mai ho attaccato io di iniziativa ed anzi ho spesso preferito girare al largo.
E non smetterò mai di consigliare a tutti di praticare o arti marziali (ma che diano un minimo di predisposizione al combattimento) o sport da combattimento perchè fatti nella giusta maniera, rafforzano sia il carattere che la sicurezza personale.