Per esempio oggi mi sono imbattuto nei lavori di Luciano Gallino, qualcheduno lo conosce?

hai iniziato da europa.eu per dire?
Per la politica monetaria ci sono i report periodici BCE che sono stra completi.
Hai letto la roba dell'OECD? In particolare questa sezione: http://www.oecd.org/economy/outlook/economicoutlook.htm
Io mi sto affacciando (da curioso, senza basi economiche) a questo mondo della macroeconomia, ma leggo pareri contrastanti online
[QUOTE=kruccio;17314430]di bagnai cosa ne pensate?
Io mi sto affacciando (da curioso, senza basi economiche) a questo mondo della macroeconomia, ma leggo pareri contrastanti online[/QUOTE]
E’ molto interessante, nel bene e nel male
Il giudizio sulla parte economica lo lascio a qualcuno più competente di me, ma cazzo se è arrogante quel tipo
[QUOTE=Shenlong;17314457]E’ molto interessante, nel bene e nel male
Il giudizio sulla parte economica lo lascio a qualcuno più competente di me, ma cazzo se è arrogante quel tipo [/QUOTE]
l’arroganza l’ho notata anche io.
Io ad esempio non sono d’accordo quando si fissa sull’uscita dall’euro come fosse LA soluzione, e tratta a malo modi chiunque dica il contrario (è attivo anche su twitter).
Ho notato che anche i suoi adepti per osmosi hanno la stessa spocchia.

Quell'articolo di Streeck l'avevo letto e trovato utile e chiaro. Però ci sono varie cose che non mi avevano convinto (potrei ricordare male, poiché lo lessi un paio d'anni fa):
1) l'opposizione tra regime di allocazione egualitario o democratico e regime di allocazione meritocratico o mercatizio è caricaturale: le idee politiche e normative che stanno dietro alle scelte pubbliche (di tutti i colori politici) sono ben più complesse e questa dicotomia non riesce a rendere conto della loro complessità. Inoltre la dicotomia sembra implicare necessariamente un trade-off tra efficienza e equità (o favorisci i mercati, generi ricchezza ma opprimi i perdenti e i lavoratori, o favorisci i perdenti e i lavoratori ma opprimi le aziende e riduci quindi la ricchezza), e non sono del tutto convinto dell'esistenza di questo trade-off.
2) non spiega perché il regime di allocazione mercatizio si è imposto, la sua analisi è descrittiva e non scende nel dettaglio (quali gruppi di potere hanno influenzato le decisioni? quali idee e giustificazioni hanno impiegate?), e io vorrei invece scendere nel dettaglio.
3) è esageratamente discontinuista, come se il ruolo dei mercati finanziari fosse una novità degli ultimi 30 anni. La principale ragione della convocazione degli stati generali del 1788 fu la crisi fiscale della corona, che aveva contratto un debito pari al 50% del suo bilancio (e i nobili rifiutavano di farsi tassare). Temo che questo discontinuismo caro ai "pensatori radicali" sia spesso un espediente per fare scalpore e darsi visibilità.
Qualcuno ha letto austerity the history of a dangerous idea?