Alta fedeltà

Quando parlo con qualcuno di alta fedeltà il più delle volte mi rendo conto che l’ignoranza in materia è piuttosto elevata. Con l’avvento della cuffie-cuffiette che oggi vanno molto di moda la maggior parte delle persone crede di essere gia arrivata ad un livello di ascolto soddisfacente e non si documenta, non sperimenta e non prova a migliorare la qualità del proprio ascolto.
Per capire meglio come iniziare a muovere i passi nel mondo dell’alta fedeltà è necessario capire il concetto di stereofonia, che di per sé appare abbastanza ovvio e chiaro, ma nello specifico mi sono reso conto che la diversi ascoltatori non l’hanno mai sperimentato in prima persona (te ne accorgi quando senti esclamazioni tipo: “la musica sta uscendo dal muro!”)
La stereofonia è stata inventata negli anni 30 da Alan Blumlein, prima di allora esisteva, appunto, solo la monofonia. Con stereofonia si intende la riproduzione (anche la registrazione) di un suono da due fonti distinte. Siccome la natura ha donato all’uomo due orecchie, le persone sono in grado di distinguere la provenienza dei suoni, se un suono è riprodotto da due altoparlanti, nello stesso tempo, sembrerà che lo stesso provenga dal centro (canale centrale virtuale), se lo stesso viene riprodotto con un ritardo significativo rispetto ad un canale, lo stesso sembrerà decentrato da un lato. E’ chiaro quindi che la finalità della stereofonia è restituire una dimensione spaziale al suono.
Un impianto di alta fedeltà ha il compito di riprodurre con la massima precisione una “scena” musicale registrata. Per scena intendo la sensazione che l’ascoltatore può avvertire quando è all’ascolto di solo ed esclusivamente un sistema stereofonico (non prendo in considerazione più di due canali).
Ragioniamo su di quali componenti abbiamo bisogno per ottenere questo effetto, riducendo al minimo gli stessi per semplificare il ragionamento.
Ci servirà:
- Una sorgente, che serve a “leggere” il materiale audio in nostro possesso (es: dischi in vinile -> giradisci, CD -> lettore CD, files -> DAC, ecc, ecc…)
- Un amplificatore (che dalla sorgente amplifichi il segnale audio fino ad un livello riproducibile dai diffusori).
- Due diffusori acustici, non uno, non 5 ma due.
A questo punto, è necessario avere dello spazio fisico a disposizione per poter posizionare il sistema in ambiente. Questo è un punto MOLTO importante e spesso sottovalutato, anche dagli appassionati, perché può vanificare tutta quanta la catena audio. Mettiamo per un attimo da parte la posizione delle elettroniche (sorgente e amplificatore) e concentriamoci sui diffusori.
A seconda dello spazio a nostra disposizione, se la stanza e rettangolare e vogliamo disporre il sistema sul lato lungo (o viceversa), se la stanza è quadrata, ecc… dobbiamo seguire delle regole, che permettano al suono riprodotto di diffondersi in maniera corretta nell’ambiente.
Possiamo immaginare il suono come un’onda che si forma nell’acqua di un lago quando vi lanciamo un sasso, a seconda di come e dove il sasso cade nell’acqua si formano delle increspature che si diffondono in tutta la superficie dell’acqua. Con il suono è uguale. A seconda di dove posizioniamo i diffusori avremo delle onde che sollecitano dei punti diversi nella stanza (punti modali), riflettendo il suono in maniera diversa.
Rispettando delle semplici regole, minimizziamo le onde “negative” e inneschiamo solo riflessioni necessarie al sistema per produrre una “scena acustica” ampia e realistica.
Come ottima guida, potete seguire i consigli di George Cardas:

- Una stanza rettangolare



- Una stanza rettangolare lato lungo



- Una stanza quadrata



Se rispettate rigorosamente questi consigli, sarete già al 50% dell’opera.
Per chi non può avere una disposizione di questo tipo, possono venire incontro disposizioni particolari, magari ad angolo, o ausili come trappole acustiche e DSP, ma non ne parliamo ora, continuiamo dalla base.
Dopo capito come posizionare il nostro sistema occorre districarsi nel campo dell’offerta commerciale di prodotti attuale.
Prima di procedere ad un acquisto, dal mio punto di vista (opinabile) è importante fare mente locale, e valutare quale tipo di musica ascoltate maggiormente, non tutti i sistemi (entro una cifra diciamo ragionevole) sono in grado di riprodurre ottimamente OGNI genere musicale.
Se vi piace la musica rock, vi indirizzerò verso alcuni diffuosori, se vi piace la musica acustica, verso altri e se vi piace la sinfonica, cazzi amari (scherzo, ma non troppo 😊)
Facciamo però un passo indietro e ragioniamo sul supporto che utilizzerete nel vostro impianto. Al giorno d’oggi i supporti più diffusi sono 3:
Il compact disc, il file digitale e il disco in vinile (in realtà ne esistono altri, come ad esempio il DAT, e i nastri, ma non mi sembra il caso di affrontare il discorso in questa sede).
Secondo il concetto che, un prodotto, a parità di prezzo con un altro, meno funzioni ha e meglio le esegue (in alta fedeltà e quasi sempre vero) vi consiglio di scegliere uno dei supporti e concentrarvi su quello.
Partiamo dal presupposto che abbiate qualche CD e vogliate acquistare un lettore CD. La sorgente in un impianto di alta fedeltà è importante, come ogni altro componente della “catena”, ovviamente, ma abbiamo la fortuna che, specificatamente in questo caso, con cifre modeste è possibile acquistare un buon lettore. Grazie alla diffusione del digitale le sorgenti (lettori CD e DAC) godono in questo momento di un rapporto qualità prezzo elevato. Per acquistare una sorgente analogica è quasi sempre necessario investire qualcosa di più, per avere pari qualità (mi riferisco a cifre abbordabili).
Vi chiedo di non prendere in considerazione di utilizzare prodotti non creati appositamente per la riproduzione audio (lettori dvd, pc, ecc…) perché le meccaniche di lettura sono sempre scarse , con jitter elevati e le alimentazioni introducono quasi sempre disturbi e degradano la qualità del segnale. Dovete considerare che la sorgente e la base da cui partirà tutto il segnale che arriva fino ai vostri diffusori!
Ci sono lettori poco costosi ma creati ad hoc (es. cambridge audio)
Possiamo considerare il lettore CD sia un sistema analogico (inserite un disco dopotutto) che un sistema digitale, al suo interno è presente un DAC (digital to analog converter) che converte i bit del disco in impulsi, in segnale elettrico, pronto per essere a sua volta “amplificato” per essere infine dato in pasto ai diffusori acustici.
appena ho tempo proseguo con la 2^ parte

EDIT:

Continuo da dove mi sono interrotto, rispondero alle vostre solo quando avrò finito di scrivere tutto, se vi sta bene.
...


Allora, dopo aver optato per la nostra sorgente preferita bisogna scegliere l'amplificazione.
L'amplificazione è sostanzialmente dividibile in due tipi: amplificazione del segnale e di potenza
Per semplificare l'argomento parlero solo di amplificatori "integrati", ovvero dove l'amplificazione di segnale e di potenza sono integrate nello stesso apparecchio.
Il segnale audio proveniente dalla nostra sorgente è ad un livello fisso, per farvi capire è come se il volume fosse bloccato e fisso a tot DB. Per renderlo regolabile e "digeribile" dai diffusori, esso passa in un attenutatore di segnale o potenziometro, che non è niente di più che un controllo volume (sto semplificando molto, in questo momento mi interessa solo farvi capire come funziona tutto il sistema, poi tornerò nel dettaglio su ogni parte). Dopo essere stato regolato, il segnale è pronto per essere trasmesso, sottoforma di corrente elettrica ai diffusori acustici.
Sostanzialmente in campo audio troviamo due tipi di amplificatori: a stato solido (transistor, che possono essere jfet, mosfet,ecc) oppure a valvole (anche qui possiamo avere diversi tipi di valvole).
Le differenze tra i due tipi, per la nostra piccola spiegazione, non sono molto rilevanti, possiamo parlarne in maniera diffusa prossimamente.
Anche qui, il consiglio è di orientarsi su un amplificatore integrato che non abbia funzioni particolari e stravaganti, ma che si occupi solamente di gestire in maniera ottimale il segnale audio.
Per chi sta allestendo il suo primo impianto mi sento di suggerire un'amplificazione a stato solido, meno delicata e solitamente con un rapporto qualità prezzo piuttosto elevato. I parametri con cui si misura la bontà di un amplificatore sono veramente tanti; aldilà della semplice potenza (W e Ampere) ci sono la velocità, lo slew rate, il settling, il signal to noise ratio, ecc... posso dirvi che entro un certo limite non vale la pena fossilizzarsi a cercare il "numero" migliore, anzi, alcune volte non è assolutamente il puro e semplice valore numerico a fare la differenza. Poi vi darò dei consigli e delle spiegazioni più di dettaglio, vorrei finire prima l'imbastitura gerenale.
A questo punto abbiamo il nostro segnale elettrico, o di potenza, che è diretto ai diffusori acustici. Sto dando per scontato che nel nostro primo sistemino utilizzeremo dei diffusori passivi. Solitamente, e anche io sono di questa idea, negli impianti di alta fedeltà vengono utilizzati principalmente diffusori passivi. La differenza tra questi e gli "attivi" è semplicemente che nella versione attiva dei diffusori l'amplificatore (solitamente solo quello di potenza) è inserito nella struttura del diffusore stesso. E' una soluzione molto utilizzata nell'ambito professionale, ma in quello hiend è raro-quasi del tutto assente.
Scegliere il diffusore più adatto per il proprio sistema è sicuramente la parte più difficile e delicata dell'intero processo, perchè devono combinarsi insieme una serie di fattori:




    • Il diffusore deve essere adatto al sistema che lo piloterà
    • Il diffusore deve essere adatto all'ambiente in cui viene inserito
    • Il diffusore deve essere adatto alla musica che riprodurrà (più il budget si alza e meno questo paramentro diventa vincolante, purtroppo).
    • Il diffusore ci deve piacere (non neghiamolo completamente...)



Come scegliere il diffusore giusto quindi? La risposta più ovvia sarebbe di andare ad ascoltarlo personalmente, meglio se nel proprio ambiente. Sicuramente chi ha intenzione di spendere una certa cifra nella costruzione del suo impianto è una cosa che deve mettere in conto e che quasi sempre avviene, ma lo consiglierei anche a chi sta lavorando a qualcosa di più economico, anche se posso capire le difficoltà di trovare la disponibilità e il posto giusto per sentirlo. I consigli che posso dare in merito a questo sono i seguenti: individuare il tipo di diffusore idoneo per il proprio ambiente.
Solitamente un diffusore dinamico (ad altoparlante inteso in senso classico) a due vie da pavimento è un'ottima soluzione con cui iniziare. Lo spazio occupato non è molto e si adatta bene a quasi tutti i generi musicali. Altre soluzioni, ad esempio pannelli elettrostatici, diffusori omnidirezionali, o trasuduttori particolari è meglio lasciarli a chi ha già le idee più chiare.
Anche qui, come per gli amplificatori, i numeri lasciano un po il tempo che trovano, soprattuto nei prodotti "budget", ma possono essere comunque interpretati e usati a riferimento.
Facciamo una piccola parentesi sulla risposta in frequenza dei diffusori. Come noi sappiamo il range di frequenze che l'orecchio umano può sentire va dai 20hz ai 20khz. E' facile quindi pensare che basti acquistare un diffusore che abbia questa risposta in frequenza per aver risolto i nostri problemi. Purtroppo (o per fortuna) non è così semplice. Innanzitutto perchè le case produttrici tendono sempre un po a imbrogliare con le misure (bisognerebbe sapere in che condizione sono stati misurati e con quanto scarto, non tutti lo indicano), perchè la qualità di un altoparlante non è proporzionale solamente al suo range di frequenze e poi perchè bisogna calcolare l'ambiente in cui li inseriremo. Un diffusore con molta energia nelle basse frequenze, in un ambiente non trattato e piuttosto spoglio (un ambiente comune, non credete) tenderà a far rimbombare la stanza e ad impastare, quindi è meglio una estensione più limitata ma più controllata e pulita. Campo in cui i diffusori da stand o delle piccoli torri eccellono.
Il mio consiglio riguardo ai diffusori è quindi quello di non cercare a tutti i costi il migliore sulla carta, ma quello più adatto all'ambiente anche, e soprattutto, rinunciando almeno inizialmente all'estensione "in basso". Un altro buon consiglio che mi sento di darvi e di non investire una parte sostanziale del budget nei diffusori. Tante volte leggo che è il componente in cui la gente tende a spendere di più, ma secondo la mia esperienza è un errore da evitare: avere un diffusore mediocre, con una buona amplificazione assicura un risultato solitamente buono, oltre che facilitarne un evenutale upgrade; avere un buon diffusore e un'amplificazione mediocre assicura un risultato fallimentare, con anche il rischio di rovinare i trasduttori in caso di clipping dell'amplificazione.
L'ultimo elemento da considerare sono i cavi per i collegamenti tra i vari componenti dell'impianto. Sempre secondo la mia esperienza dipende da quanto è importante lo stesso. Componenti pregiati faranno sentire evidenti migliori con cavi migliori, componenti normali non giustificano certo la ricerca di cavetterie esoteriche. Diciamo che potrà sicuramente far bene un buon cavo da 10€ al metro circa.


Fino ad ora vi ho infarinato a livello base su quali componenti e su come può essere composto un impianto audio alta fedeltà standard. Ci possono essere diverse combinazioni, partendo dall'amplificazione (telai separati per preamplificatore, e amplificatore di potenza) o sui diffusori (attivi e magari con DAC incorporati, ecc) ma questo modello di sistema è a parer mio vincente sia dal lato Q/P che dal lato impianto aperto a futuri upgrade.

Aggiungo 3^ parte:


Come possiamo valutare la resa sonora di un impianto?
Abbiamo parlato a grandi linee di come e cosa compone un sistema alta fedeltà, a questo punto è utile avere un'idea di come valutare la resa finale del tutto.
L'orecchio umano è in grado di distinguere facilmente a che tipo di strumento corrisponde un suono, vi faccio un esempio: se sentite suonare un violino in chiesa, o lo sentite suonare in una foresta, riconoscerete sempre e comunque che quel suono è il suono del violino, pur avendo caratteristiche sonore differenti. Questo è importante perchè ci fa capire che in fase di registrazione il tecnico del suono può far suonare in modo diverso uno stesso strumento ed è fondamentale che il nostro impianto non aggiunga o tolga nulla a qesta registrazione per far si che possiamo cogliere ogni sfumatura dell'ambiente di registrazione e del messaggio musicale voluto. Questo tipo di parametro è detto BILANCIAMENTO TONALE. Un impianto che ha un ottimo bilanciamento tonale non aggiunge ne toglie nulla a nessuna frequenza di tono, un contrabbasso sarà caldo e pieno se la registrazione lo è, oppure sarà esile e leggero sempre a seconda della stessa, ma mai verrà modificato dalla resa dei diffusori. E' bene considerare che, piuttosto che avere un diffusore che abbia una ampia gamma di frequenze (facevo l'esempio dei 20-20), è meglio possederne uno che sia ottimamente bilanciato sulle frequenze che riproduce. Un diffusore ottimo un diffusore può riprodurre in modo equilibrato le frequenze comprese fra 200 e 8000 Hz. Tuttavia può essere privo della vere basse frequenze e delle vere alte frequenze. Questo diffusore offrirà voci molto naturali, ma sarà incapace di riprodurre correttamente una grande orchestra. Al contrario ci può essere un diffusore capace di riprodurre energia sonora compresa fra 20 e 20.000 Hz, ma non in modo tale che tutte le frequenze comprese in questo range posseggano la stessa energia sonora. Sarà un diffusore dotato di grande estensione in frequenza, ma affetto da squilibri tonali. Suonerà troppo gonfio o sottile, nasale o aspro. E così via.


Parliamo ora di un'altro parametro importante, L'IMMAGINE SONORA (o la scena).
Quando facciamo riferimento alla scena sonora immaginate di poter "veder il suono". Un sistema ad alta fedeltà deve necessariamente essere in grado di farvi sentire un suono provenire da un punto del vostro palcoscenico virtuale in maniera precisa e equilibrata. Supponiamo di ascoltare un tiro jazz. Batteria contrabbatto e chitarra, dovreste dover sentire la batteria centralmente, con ogni singolo compotente della stessa (grancassa, rullante, piatti, ecc) in una posizione differente. Il basso riempie la stanza di note calde e gravi, ma con una loro dimensione e la chitarra, magari in posizione avanzata, è limpida e intelleggibile. Questo è un esempio di scena sonora.


Passiamo ai transienti. I transienti sono la capacità dinamica dell'impianto di restituire varazioni sonore a velocità elevata. Richiedono che il sistema abbia una buona dose di riserva di corrente e che i diffusori siano pilotati agilmente ma anche graniticamente. Pensiamo al valzer di mephisto di Listz, i cambiamenti repentini di dinamica, dal pianissimo al fortissimo con pieni orchestrali. Questo è un'ottimo esempio di transienti. L'impianto non si deve sedere, non ci devono essere variazioni del volume di ascolto ne deve comparire fatica di ascolto, o peggio distorsione.


Un parametro abbastanza simile, e che va a braccetto con i transienti, è la tenuta in potenza. Anche qui, come è facile inture, è importante che, ad alti volumi non si presenti distorisione ne melma acustica, che rende meno intelleggibile l'immagine sonora.


Quella che si può dire "presenza" è la capacità del sistema di restituire una forte sensazione di presenza di chi sta suonando o cantando davanti a noi. Se fino ad ora abbiamo avuto dei buoni risultato, chiudendo gli occhi, avremo l'illusione di avere il nostro trio nella stanza che sta suonando per noi. Tanto più è facile avvertire questo tanto più coinvolgente sarà la riproduzione.


La "profondità" è un di cui della scena sonora. E' molto importante da valutare perchè la profondità determina quanto l'immagine olografica finale sia realistica. Più abbiamo la sensazione di avere uno strumento avanzato e uno arretrato, maggiori "piani sonori" avremo a disposizione per ricostruire l'immagine stessa dell'evento. Questo vale soprattutto quando gli esecutori sono numerosi. E' importante considerare la profondità dalla linea dei diffusori fino al retro degli stessi e fin dentro la parete. Una scena sonora avanzata è tipica dei monitor da studio. La scena avanzata alcune volte può "sparare in faccia" una voce o lo strumento solista, creando una sensazione piacevole almeno iniziale ma poi alla lunga irrealistica e stancante.


Vorrei spingermi a darvi qualche consiglio su come valutare in maniera corretta questi parametri:
e' importante che utilizziate un disco che conoscete bene, possibilmente di musica acustica (se la musica è elettronica è difficile dire che tipo di suono dovrebbe avere uno strumento, mentre sicuramente un oboe o un clarinetto suonano sempre in un "certo" modo), l'ideale è conoscere come e dove è stato registrato in modo da stabilire se la scena che viene riprodotta è corretta e per sapere se gli strumenti utilizzati avevano delle caratteristiche particolari. Rendendomi conto che può essere difficile vi indirizzo su alcuni brani che possono essere utilizzati con successo per valutare uno o più parametri di riproduzione:

Vi consiglio di ascoltare, per valutare la tenuta in potenza e l'estensione in frequenza del vostro sistema i pini di Roma di Respighi, registrazione Reference Recordings.
Per quanto riguarda i transienti e la profondità, un'altra ottima registrazione è la folia de la Spagna di Gregorio Paniagua, Harmonia Mundi.
Immagine olografica e scena sonora Worrisom Heart di Melody Gardot, Sketches of Africa di Antonio Forcione.

[QUOTE=WolFake;19658260]
Possiamo considerare il lettore CD sia un sistema analogico (inserite un disco dopotutto) che un sistema digitale, al suo interno è presente un DAC (digital to analog converter) che converte i bit del disco in impulsi, in segnale elettrico, pronto per essere a sua volta “amplificato” per essere infine dato in pasto ai diffusori acustici.[/QUOTE]

Ottimo thread ma il cd come sistema analogico perché metti il disco non si può davvero sentire :asd:
Il dac inoltre può benissimo essere nell’amplificatore.

foro che mi interessa

[QUOTE=Fungo;19658269]Ottimo thread ma il cd come sistema analogico perché metti il disco non si può davvero sentire :asd:
[/QUOTE]

Si ma anche link di Amazon o consigli di marche non sono male. Io vorrei un lettore CD che faccia anche da file manager o ancora meglio che si interfacci con cose tipo spotify (si lo so bla bla) ma non e' che se non e' FLAC non vale, un mp3 320 e' comunque decente da ascoltare.

[QUOTE=WolFake;19658262]appena ho tempo proseguo con la 2^ parte[/QUOTE]

Non vedo l’ora

Mi pare pero' un thread da musica piu' che altro.
Ma mi pare che l'utente avesse preso coppini su musica in non ricordo quale altra discussione.
No per carità lasciatelo qui, che tanto con la musica non c'entra molto sto thread.
E la sinusoide signori teste di cazzo?

[QUOTE=qund;19658315]E la sinusoide signori teste di cazzo?[/QUOTE]

:rotfl:

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Questo topic può offrire discreti spunti.

Ribadisco cio' che è già stato detto:

Il setup è la cosa più importante, è meglio avere tutto onesto che un elemento eccellente e il resto mediocre. Le prestazioni saranno pari all'elemento più debole della catena.
Il file/cd/registrazione, con un buon impianto, gioca un ruolo fondamentale, i difetti sono lampanti a chiunque ascoltando da un impanto buono.

[QUOTE=WolFake;19658262]appena ho tempo proseguo con la 2^ parte[/QUOTE]

:asd:

mettici almeno un TLDR

Flac sul computer con uscita digitale usb è uguale al cd

Ho aggiunto.

[QUOTE=Fungo;19658269]Ottimo thread ma il cd come sistema analogico perché metti il disco non si può davvero sentire :asd:
Il dac inoltre può benissimo essere nell’amplificatore.[/QUOTE]

Effettivamente è un po forzata come cosa :look::asd:

Per il discorso DAC, come dicevo prima, meno funzioni ha un apparecchio e meglio le fa.
Questo in HiEnd è molto vero, infatti se noterai si tende molto a scorporare tutto, ritrovandosi poi un sacco di macchine nel rac… A partire da questo concetto e anche per un discorso di modularità e scalabilità, avere un amplificatore che faccia solamente da amplificatore reputo sia migliore che avre un amplidac. Senza contare che i DAC hanno una vita piuttosto breve, ci sono molte novità ogni anno nel settore digitale, meglio poter upgradare separatamente.

ma funziona anche con le casse del cellulare?

[QUOTE=borzo;19658289]Si ma anche link di Amazon o consigli di marche non sono male. Io vorrei un lettore CD che faccia anche da file manager o ancora meglio che si interfacci con cose tipo spotify (si lo so bla bla) ma non e’ che se non e’ FLAC non vale, un mp3 320 e’ comunque decente da ascoltare.[/QUOTE]
Dipende dal budget… a poco ci sono i piccoli cocktail audio (x12 mi pare) che dovrebbe fare quello che chiedi, anche se non sarà proprio hiend…

[QUOTE=Iroel;19658457]ma funziona anche con le casse del cellulare?[/QUOTE]

Avrei anche molto di più da dire ma non so se è il caso… :v

[QUOTE=WolFake;19658456]Ho aggiunto.

Effettivamente è un po forzata come cosa :look::asd:

Per il discorso DAC, come dicevo prima, meno funzioni ha un apparecchio e meglio le fa.
Questo in HiEnd è molto vero, infatti se noterai si tende molto a scorporare tutto, ritrovandosi poi un sacco di macchine nel rac… A partire da questo concetto e anche per un discorso di modularità e scalabilità, avere un amplificatore che faccia solamente da amplificatore reputo sia migliore che avre un amplidac. Senza contare che i DAC hanno una vita piuttosto breve, ci sono molte novità ogni anno nel settore digitale, meglio poter upgradare separatamente.[/QUOTE]

Dal poco che so e’ soprattutto un discorso di elettronica: aggiungere mille circuiti ed elementi complicando tutto il design per avere più funzioni spesso porta ad interferenze elettriche minime (ovvero la roba che c’è dentro la scatoletta magica si da noia a vicenda) o ad esempio problemi per alimentare tutto perfettamente (variazioni anche minime portano ad imprecisioni che si ripercuotono a cascata). Ovviamente ci sono stratagemmi per evitare tutto cio’ (usare più alimentatori, schermature elettromagnetiche, un design più complesso ecc ecc) ma i prezzi lievitano e ad un certo punto non ha più senso per il cliente medio pagare il doppio per qualche funzione in più quindi i produttori spesso vanno "al risparmio ".

Dac costosi hanno pochissimo ritorno di qualità tra l’altro.