Aldous Huxley - Il mondo nuovo (Brave New World, 1932)



Non serve chiamare in causa Wittgenstein in questo caso.
Su La Repubblica hanno messo 4 statistiche prese da non si sa dove, confrontate non si sa come.
Al puro scopo allarmistico.
Se così è, le statistiche che se le rigiri tra i pollici De Mauro davanti al caminetto alla sera, che noi possiamo anche farne a meno.

P.s.: e aggiungo. Il testo è costruito per dire "siete una manica di scimpanzé che non capite nemmeno quello che scrivo, e non saprete presto nemmeno usare il pollice opponibile".
Più saccenti e snob di così .
E naturalmente il testo è stato rigirato come insulto goliardico velato da Ximenes per dare contro ai suoi detrattori.

Il quadro mi pare chiaro.

L'esempio è mal posto.
E' lapalissiano che il bracciante calabrese (e analfabeta) del 1915 necessitasse di una lingua meno complessa di quella della quale avrebbe bisogno l'italiano medio odierno, 'prodotto' dell'istruzione di massa, cittadino di un ordinamento democratico e non più suddito, pertanto politicamente e civilmente responsabile, nonché destinato ad inserirsi in un mondo anche lavorativo che non sa più cosa farsene degli operai analfabeti. Non possiamo paragonare il bracciante e suddito calabrese del 1915 con il diplomato o il laureato del 2010 in un ordinamento democratico: è chiaro che l'alfabetizzazione generale sia progredita, ma non è questo il punto che si contesta nell'articolo. Il punto verte semmai sulla qualità di quell'istruzione e cultura.

A mio avviso vi state perdendo in pregiudizi peggiori di quelli che possa avere De Mauro
Serenità di giudizio questa sconosciuta...
No ma non hai capito il punto, non critichiamo De Mauro di per sé, stiamo criticando Ximenes (almeno io, gli altri non so), che insiste nel citare articoletti di 0,47 righe e dire "eh, vedete, vedete? Ho ragione io" .
Schizzo, puoi criticare chi ti pare ma continui a non capire anche se questa prmai non è una sorpresa.

Poichè non sono la tua maestra di9 sostegno te la faccio breve, in un italiano che sia alla tua portata, con schemi elementari che non mettano in difficoltà le tue strutture cognitive evidemente imprepararate ad una discussione di questo genere.

La comprensione del testo, come già ti è stato spiegato, non consiste nella conoscenza di ogni singolo vocabolo bensì nella capacità, appunto di comprendere i significati anche desumendoli (tirandoli fuori) dal con-testo.

Le cazzate che dici a macchinetta non c'entrano una fava: la lingua è innanzi tutto uno dei più importanti strumenti di socializzazione e interazione della persona, per cui è fondamentale nerlla sua componente strumentale e abilitativa.

leggere e comprendere un modulo dell'INPS, leggere e comprendere un contratto telefonico, leggere e comprendere qualunque altra cosa è una competenza di base per una cittadinanza consapevole. Non essere in grado di capire bene cosa c'è scritto nelle comunicazioni della banca, ad esempio, al contrario, è una questione che ti LIMITA FORTEMENTE rendendoti dipendente da un altro che a quel punto ti deve spiegare cosa c'è scritto in una comunicazione indirizzata a te.

Questo è tanto più vero in quanto sono state fatte delle rilevazioni parallele ad esempio da parte dell OCSE (cercalo su google) che in indagini sui quindicenni dei vari paesi (OCSE PISA) hanno rilevato come il livello medio di lettura e comprensioe del testo dei quindicenni italiani fosse infimo.

http://it.wikipedia.org/wiki/Programma_per_la_valutazione_internazionale_dell'allievo

La lingua è una competenza, non una conoscenza.

Gesù.




Gli schemi cognitivi.
Wikimerdìa .

A parte che la mia intelligenza linguistica è superiore alla media, e questo mi avvantaggia. Come seconda cosa posso leggere senza difficoltà un'ampia gamma di scritti, da quelli di ingegneria al modulo dell'INPS.
E questo solo per dirti ciò che io sono, cosa che comunque non ti compete. Ma è un classico una tua risposta inviperita.

A questo punto tornando invece al tuo primo reply, che la lingua sia una competenza, proprio non c'entra niente con lo scritto di Orwell.