Alcune ragioni per cui non mi piace il fantasy...

Non tutto il fantasy, una certa parte mi piace eccome (lo Hobbit, il Signore degli Anelli, Conan, Terry Pratchet, Harry Potter...)... ma in linea generale ecco perchè trovo il fantasy un genere "sciocco".

-E' un genere che si nutre solo ed esclusivamente di se stesso, non permettendo al lettore da uscire dal codice autoreferziale che ha imposto.
Nel senso: qualche tempo fa ho letto "Su una strada Pericolosa" di Dan Simmons, forse uno dei libri più leggeri di questo scrittore.
Un libro d'azione senza tante pretese, ambientato ai giorni nostri. da cui non ti aspetti di fare chissà quali percorsi culturali... e invece eccomi a leggere "I Pensieri" di Marco Aurelio proprio per un riferimento presente in quel libro e per lo stesso motivo a cercare qualch testo sulla particolare filosofia che spingeva gli spartani in bataglia.

In sostanza questo libro mi ha dato modo di "rimbalzare" verso altre letture e ampliare le mie conoscenze e i miei orizzonti.
E come lui molti altri prima.

La Fantasy non permette questo giochino... al masismo si può aver voglia di approfondire la conoscenza della mitologia nordica (nel caso di Tolkien) o della storia di Sparta (leggendo Gemmel) e solo se si è lettori gia dotati di un minimo di cultura che permette di cogliee questi riferimenti... altrimenti nisba.

Nella letteratura, anche quella più strettamete di genere (fantascienza, action, horror...) questo non accade e il passaggio da un tipo di lettura ad un altro è quasi naturale.
Esempio: si parte con King, si passa per Lovercraft, si arriva a Poe e da quel momento in poi ogni strada "maestra" per la letteratura inglese è aperta.
Ditemi voi dove si può andare a parare leggendo fantasy... a leggere altra fantasy.

-La fantasy non sviluppa il linguaggio.
Nella letteratura, anche quella di genere, c'è una spinta forte a cercare nuove strade linguistiche... basti pensare a Vonneguth (partito con la fantascienza e finito a sezionare il tempo attraverso l'uso del linguaggio) o a Chandler (partito dallo scarno -ma efficace- linguaggio di Hammet e arrivato a pagine di pura poesia) o anche al più recente Gibson (uomo in grado di creare vere suggestioni visive cinematografiche attraverso il linguaggio utilizzato).

Nella fantasy questo non accade.
Trovare un romanzo di fantasy che non usa la più classica delle forme in terza persona al passato prossimo, è quasi un miracolo.
Trovare innovazioni o sperimentalismi è una chimera.
Avete letto della fantasy in una forma linguista pur classica come l'io narrante (quello di Chandler giusto per intenderci)?
Oppure forme di linguaggio che superaressero la solita sequenza di descrizioni-azioni-riflessioni?
Non dico nemmeno alti vituosismi letterari... ma almeno gli stacchi narrativi alla Burroghs (quello di Tarzan)?
Io non ne ricordo... se c'è qualche esponente, fatemelo sapere, lo leggerò avidamente.
in sostanza la differenza tra uno scrittore fantasy ed un altro è la percentuale di descrizioni che usa, la qulità dei dialoghi, la caratterizzazione dei personaggi e l'intreccio narrativo... nulla che abbia realmente a che spartire con il linguaggio.

- Gli intrecci.
Qui però il terreno delle critiche è meno solido.
Diciamo che il 65%-70% dei romanzi Fantasy raccontano più o meno la stessa storia, alterando qualche elemento, differenziando qualche personaggio, inserendo qualche variazione nello sviluppo... ma più o meno la struttura in tre atti, tipica della narrazione mitologica, è sempre seguita alla lettera.

Avere qualcosa di diverso ogni tanto, guasterebbe? Anche qui non chiedo chissà quali innovazioni... basterebbe anche qualche contaminazione.
Il fantasy in fondo, dovrebbe essere solo un'ambientazione in cui poter raccontare ogni genere di storia... allora perchè non un giallo fantasy? O un noir-fantasy? O magari ancora qualcosa d'altro...


Vabbuò, chiudo qui il delirio serale e mi vado a leggere qualcosa... non fantasy.
Flame, flame, flame!!!!!!

(ghgh)
Potremmo iniziare un filone di libri fantasy tutto nuovo
alura..
1) effettivamente il rischio di "stereotipazione" dei persongaai è un rischio mooolto comune nella letteratura Fantasy ,ma è un pò come dire che c'è il rischio dello stereotipo nel Poliziesco (l'investigatore ganzo con barba sfatta, il poliziotto incorruttibile e buono , quello corruttibile e cattivo, la prostituta informatrice .. ).
Parlando di narrativa in genere.. personalmente valuto positivamente un libro se la storia riesce ad essere non prevedibile, se lo stile dell'autore riesce a darmi le immagini di ciò che succede, se mi costruisce dei personaggi con una certa profondità.. tale da poter dire " ci avrei scommesso che avrebbe detto/fatto così" ....

Io (partendo dalla latteratura fantasy) ho "scoperto" una serie di libri di storia (ovviamente incentrati sul medioevo) e ho sviluppato una profonda passione per la "cultura Celtica" (musica, storia, tradizioni...lingua) ..... sono un caso raro? (non credo)

Per quanto riguarda la "monotematicità" (prego non ditemi che i libri di Elric non esulano dallo standard.. o la saga dei Rigante di Gemmell....) in parte concordo (come disse quel calciattore "..sono totalmente daccordo a metà col mister" )
Non per niente ho sempre avuto "l'idea" di un "poliziesco fantasy" (ma non ho mai avuto il tempo di scriverlo :P )


Appunto quello che dicevo! Dal fantasy, al massimo, si rimabalza verso la cultura nordica\celtica o verso qualche approfondimento sul medioevo... e solo da certi autori (Tolkien e Gemmel su tutti).
Mah, è vero che i libri fantasy sono pieni di stereotipi, ripetitivi, talvolta prevedibili, ma a me piacciono un casino, e credo che ogni tanto sia bello anche leggere un libro senza farsi troppe seghe mentali, solo x il piacere di leggere.... l'importante è non fossilizzarsi su un genere, ma spaziare...
Scuate... ma io di stereotipi non ho parlato.
Mmm... Un po' troppo critico Rrobe, ma è sempre meglio esserlo... ^____^"

Ad ogni modo io sono un appassionato di fantasy, ma non leggo solo quello... Ma veniamo velocemente al dunque. io credo che gli stereotipi (scusate ma non ricordo chi ne aveva parlato^_^) si possano trovare in qualsiasi romanzo di qualsivoglia genere (soprattutto la fantascienza, che alla fin fine altro non è che un fantasy ambientato nel futuro). Bisogna però dire che dipende molto dagli autori e in egual modo dal pubblico a cui è diretta l'opera. Ad esempio prendiamo la saga di Elric: quì il personaggio principale si discosta molto dai classici gruppi formati da un guerriero stupido, un mago intelligente e ambiguo,un nano sempre incazzato, un'elfa figa etc etc ^_^
Cmq, Rrobe, ti consiglio di leggere "La figlia della ladra di sogni", l'ultimo romanzo pubblicato sulle gesta di Elric (che fa parte cmq di una trilogia, anche se per ora è uscito solo il primo). Rimarrai sorpreso nel notare che tutto il libro è scritto in prima persona(cosa, come tu hai detto, molto rara per un fantasy). Ma la saga di Elric non è solo un semplice fantasy, alla fine l'autore altro non ha scritto che una visione di come vorrebbe che fosse il mondo: come la sua Tanelorn, appunto ^_^

A mio avviso le problematiche che si possono riscontrare nello scrivere una saga fantasy in prima persona sono innumerevoli... L'autore si trova a raccontare situazioni che si svolgono nello stesso momento tra + personaggi che magari si trovano in diversi luoghi, intrecci di tipo dimensionale o temporale, descrizioni epiche delle gesta del personaggio principale che, se raccontate in prima persona, non potranno fare altro che farcelo odiare, poichè parrebbe un presuntuoso etc etc Tutto questo, a meno che non sia scritto in maniera eccelsa, potrebbe farci perdere il filo narrativo del racconto...
è ovvio che comunque sono in pochi gli scrittori che sperimentano più stili di scrittura... Basti leggere i libri di Tiziano Sclavi per capire cosa intendo... Però, facendo come fa quest'ultimo non è che si venda un granchè, e di solito una persona pensa anche a questo, purtroppo...

Non è assolutamente vero... La vera fantascienza ha gran poco del fantasy. Non bastano degli alieni e delle astronavi per fare un racconto di fantascienza... Nessuno salva mai il mondo in un racconto di Fantascienza...
A mio parere è molto più mentale e il suo vero scopo è di 'stupire' il lettore (spesso nel finale).
Faccio notare che ho nominato il 'racconto' perchè di solito preferisco leggere racconti che romanzi.

CIAO

PS- mi permetto di aggiungere un link a un thread che ho beccato nel forum (riguardo alla fantascienza).
So che questo topic è riguardo al fantasy ma spiega meglio quello che intendo io nel mio post.
http://forum.ngi.it/showthread.php?s=&threadid=126266
Non sottovalutiamo poi che la fantascienza, quella buona almeno, di solito ha un forte sottofondo sociale (pensate a Dick, Heinlein...) mentre la Fantasy è generalmente slegata (soliti casi esclusi) da ogni contesto con il mondo reale (ed è da qui che nascono le critiche più feroci vero -la fuga dalla realtà- che gli sono state mosse nel corso degli anni)
Effettivamente ho un po' generalizzato la fantascienza, ma anche in molti romanzi di questo genere ci sono eroi ^_^"

Penso che alla fine sia solo una questione di gusti... io, ad esempio, non sono mai riuscito a leggere un romanzo di fantascienza, anche se ho letto libri considerati più "pesanti" (come il Paradiso perduto o Avere o essere)... vorrei cmq leggere qualcosa di Dick, avete qualcosa da consigliarmi?

Il grosso problema della fantasy è che il mercato è saturo di romanzi commerciali e che presentano una storia e dei personaggi a dir poco scontati, ma di per sè, non è certo un genere inferiore agli altri...
Francamente a me nn piacion i libri che non contengano in esso ,almeno qualche elemento ,qualche fatto,realmente accaduto .
Trovo stupido leggere,solamente per conoscere una nuova storia in piu'.Per questo esiste cinema TV e Italo Calvino .



... vabbeh... meglio non commentare... ognuno ha le sue idee...
Le opinioni sono come le palle.Ognuno ha le sue.

(una mia biografia controfirmata a chi azzecca l'autore della citazione.Solo per cinefili )
Bah... a me Calvino piace un bel pò... Le Città Invisibili è uno dei miei libri preferiti...
Scusa, am Calvino non ti da qualche cosa in più di una semplice storia?

Il Cavaliere Inesistente?

Il Barone Rampante?

Marco Valdo?
Mi sa che era una battuta di spirito
Probabilmente non ha mai letto nemmeno un libro di Calvino




La mia era una provocazione forse ho sbagliato nell'usare il termine stupido.
Di calvino,lessi tempo fà il barone rampante ,il visconte dimezzato,le cosmicomiche e "le fiabe",o cosi mi pare si chiamassero.
Tutti i racconti, hanno una morale,un significato.
Il voler apparire non essere,il timore del vivere, l'eterna paura di sentirsi inadeguato.
Non apprezzo comunque il dover leggere ricostruzioni fantasiose per arrivare a visioni della vita che si soffermino su certi aspetti della società.
Preferisco di gran lunga romanzi storici basati su accadimenti realmente avvenuti.
Considerazioni personali,si sà,le opinioni sono come le palle...
Si, ovviamente... ma sto post è giusto nato per scambiare opinioni