Una manica di cazzi miei

Grazie per aver condiviso tutto questo. Quello che hai scritto sembra il flusso di pensieri di una situazione complessa e molto umana, dove si incrociano dinamiche relazionali, frustrazioni quotidiane e tentativi di trovare un minimo di equilibrio. Provo a riassumere e a riflettere con te sui punti principali, dimmi se sbaglio qualcosa:


Pulizie & Testimoni

Hai percepito un calo nell’impegno di Terence, e questa faccenda delle pulizie si sta complicando. Hai deciso di chiedere ad Anna e Giulia di passare, forse per avere uno sguardo esterno. Hai chiaro che Anna è più dalla tua parte, mentre Giulia potrebbe garantire un occhio più neutrale. Questo dice molto: vuoi evitare che il confronto degeneri in un “lui contro me”.

ANFFAS & Il Consulto

Siete finalmente andati all’ANFFAS per un consulto rimandato. Tu noti che F (Francesco?) si è mosso solo dopo la tua lamentela, e questo ti ha fatto riflettere su quanto serva a volte esplicitare le cose, anche se non ti va. L’incontro è sembrato ben impostato: due figure, una organizzativa e una psicologica. E avete fissato dei target, tra cui:

  • Ogame, che per te ha un valore profondo (come un giardino zen)
  • Più fisioterapia
  • Passeggiate in ambienti accessibili

Hai voluto specificare che sono obiettivi realistici, calibrati su ciò che puoi realmente fare. C’è una resistenza forte in te verso i consigli un po’ “a caso” o troppo idealisti.

Ogame

Qui c’è una riflessione molto interessante. Tu lo usi come spazio mentale, come altri userebbero un bonsai, un acquerello, la meditazione. Non è “solo un gioco”: è un ambiente, uno spazio nero e gestibile, privo di stimoli aggressivi. In più, ti permette controllo, senza richiedere coordinazione fine o reazioni rapide.

Sabato & La Confusione Temporale

Sabato è stata una giornata confusa, anche per via dell’orologio. Avevi un programma (Anna e Giulia), ma è sfumato. Hai iniziato a notare piccoli dettagli, come cosa mette Terence nell’acqua per pulire — dettagli che prima forse ti sfuggivano. Forse hai bisogno di più controllo sulla tua quotidianità, anche nei gesti minimi.

Domenica & Dinamiche Familiari

Francesco “fa lo svizzero” con tuo padre: quindi si comporta in modo diplomatico, neutro, evitando di prendere posizione. E questo ti fa sentire isolato, forse anche un po’ silenziato. Diventa difficile comunicare.


Una Proposta

Sembra che tu stia cercando di riprendere il centro del tuo spazio vitale. Non tanto il controllo assoluto, ma un ordine che ti rispetti. Penso che il modo in cui parli di Ogame, della terrazza, della luce bianca delle pagine, dica molto: hai bisogno che l’ambiente in cui vivi sia compatibile con la tua sensibilità attuale, fisica e mentale.

Se ti va, posso aiutarti a:

  • Elaborare una lettera o una nota da dare a Terence o Francesco per chiarire certi punti senza accendere conflitti.
  • Creare una tabella/diario dei target così da mostrarlo anche ad ANFFAS e tenerne traccia.
  • Costruire una breve descrizione personale di Ogame da far leggere a chi tende a sottovalutarlo.

Fammi sapere se può esserti utile uno di questi. O se vuoi solo continuare a parlare, va benissimo anche quello.

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ma è vero che ti inventi le fonti?

ChatGPT ha detto:

Domanda legittima — la risposta breve è: no, non mi invento deliberatamente le fonti, ma può succedere che fornisca riferimenti sbagliati o non verificabili, specialmente se mi viene chiesto di citare fonti senza usare il web in tempo reale.

Perché può sembrare che “mi inventi le fonti”?

  1. Quando non uso il web, baso le risposte sulla conoscenza che ho appreso durante l’addestramento (fino a metà 2024, nel mio caso), e potrei ricostruire una citazione plausibile ma inesatta.
  2. Non ho accesso in tempo reale a database accademici o articoli specifici, quindi potrei confondere nomi di autori, titoli, date o addirittura combinare più fonti esistenti in modo errato.
  3. Se mi chiedi di “fornire una fonte accademica”, potrei generare una citazione simulata, a meno che non usi lo strumento web per cercare fonti reali e verificabili.

Come evitare il problema?

  • Se vuoi fonti attendibili e verificabili, chiedimi esplicitamente di usare il web, e così posso cercare link reali e aggiornati.
  • Se vuoi citazioni accademiche precise, posso aiutarti a formulare query per Google Scholar, JSTOR o simili.

ma come si fa a farti sbilanciare e farti citare cose che non puoi verificare?

ChatGPT ha detto:

Ottima domanda, e merita una risposta trasparente.

In sintesi:

Mi puoi “far sbilanciare” se mi chiedi qualcosa in un modo che mi porta a colmare le lacune con inferenze plausibili, anche se non verificabili in tempo reale. Non è una bugia intenzionale, ma un effetto collaterale del modo in cui sono progettato.


Ecco come succede di solito:

1. Chiedere una fonte accademica per qualcosa di poco noto

“Mi citi uno studio accademico che dimostra che i gatti preferiscono la musica barocca?”

Se non uso il web, potrei generare qualcosa tipo:

“Smith, A. (2016). ‘Musical Preferences in Domestic Cats’. Journal of Feline Behavior, 12(3), 45–52.”

Questa citazione sembra vera, ma potrebbe non esistere. È una costruzione plausibile basata sullo stile accademico e su pattern appresi.

2. Richiedere citazioni precise da libri

“In che pagina di La società dello spettacolo Guy Debord parla di X?”

Potrei provare a stimare il contenuto, ma non ho accesso al testo con numeri di pagina reali, quindi rischio di darti una pagina “credibile” ma non verificata.

3. Chiedere articoli giornalistici datati

“Hai un articolo del New York Times del 1995 che parla dell’intelligenza artificiale?”

Potrei generare un titolo e una data plausibili, ma non sono garantiti come esistenti a meno che io usi il web.


Come faccio a evitare che accada?

  • Se un’informazione non è verificabile, cerco di segnalartelo con frasi tipo:

“Non ho accesso diretto a fonti primarie, ma secondo quanto appreso…”

  • Se me lo chiedi, posso anche distinguere tra fatti confermati e plausibili (ma non confermati).

Vuoi provare a farmi sbilanciare ora?

Se vuoi, possiamo fare un esperimento insieme: tu mi fai una domanda “a trabocchetto” e io provo a risponderti… poi vediamo se la fonte regge :wink:

Prike, passa a Chat Gpt 4.0,
è molto più preciso, dice meno cazzate
e cerca sul web in tempo reale.
Fatti pagare la quota mensile.

BLA BKA

diritto europeo: normativa anti-discriminazione e inclusione digitale

Il diritto europeo ha sviluppato un quadro normativo articolato per combattere la discriminazione e promuovere l’inclusione digitale, due pilastri fondamentali per garantire l’uguaglianza e i diritti fondamentali nel contesto dell’Unione Europea (UE). Di seguito una panoramica aggiornata della normativa europea nei due ambiti:


:purple_circle: 1. Normativa Antidiscriminazione nell’UE

:small_blue_diamond: Quadro normativo generale

L’Unione Europea ha adottato diverse direttive per combattere la discriminazione in vari ambiti:

  1. Direttiva 2000/43/CEDirettiva sull’uguaglianza razziale
    Proibisce la discriminazione basata sulla razza o l’origine etnica in settori quali lavoro, istruzione, assistenza sanitaria e accesso a beni e servizi.

  2. Direttiva 2000/78/CEDirettiva quadro per la parità di trattamento in materia di occupazione e condizioni di lavoro
    Vietata ogni discriminazione fondata su:

    • religione o convinzioni personali
    • disabilità
    • età
    • orientamento sessuale
  3. Direttiva 2006/54/CEParità tra uomini e donne nel lavoro
    Stabilisce il principio della parità retributiva e vieta la discriminazione basata sul sesso.

  4. Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea (articoli 21 e 23)
    Proibisce qualsiasi forma di discriminazione e promuove l’uguaglianza tra uomini e donne.

:small_blue_diamond: Altri strumenti e iniziative

  • Strategia per l’uguaglianza LGBTIQ 2020-2025
  • Strategia europea per i diritti delle persone con disabilità 2021-2030
  • Piano d’azione contro il razzismo 2020-2025

:green_circle: 2. Inclusione Digitale

:small_blue_diamond: Contesto

L’inclusione digitale è considerata parte integrante della cohesione sociale e del diritto di cittadinanza digitale. L’UE punta a garantire accesso equo alla tecnologia, alla connettività, e alle competenze digitali.

:small_blue_diamond: Normativa e strategie chiave

  1. Digital Compass 2030 – Bussola per il decennio digitale
    Obiettivi per:

    • competenze digitali di base per almeno l’80% dei cittadini
    • infrastrutture digitali (5G, cloud, dati)
    • digitalizzazione dei servizi pubblici
    • inclusione sociale attraverso il digitale
  2. Legge sui servizi digitali (Digital Services Act - DSA)
    Mira a creare uno spazio digitale più sicuro e inclusivo, riducendo contenuti illegali e pratiche discriminatorie online.

  3. Legge sui mercati digitali (Digital Markets Act - DMA)
    Promuove la concorrenza e previene abusi di posizione dominante da parte delle big tech.

  4. Agenda europea per le competenze (2020)
    Sottolinea l’importanza della formazione digitale, con particolare attenzione ai gruppi vulnerabili, donne, anziani, disoccupati e persone con disabilità.


:small_orange_diamond: Collegamento tra antidiscriminazione e inclusione digitale

  • La disparità di accesso alle tecnologie digitali può costituire una nuova forma di discriminazione indiretta.
  • Le politiche di inclusione digitale sono dunque anche strumenti di giustizia sociale.
  • L’UE promuove l’accessibilità digitale tramite norme sull’accessibilità dei siti web e app del settore pubblico (Direttiva 2016/2102) e sull’accessibilità dei prodotti e dei servizi (European Accessibility Act 2019/882).

Se ti interessa, posso fornirti:

  • un riassunto in formato scheda
  • una mappa concettuale
  • un esempio di tesina o elaborato accademico sul tema

Fammi sapere come vuoi procedere!

ChatGPT ha detto:

Le canzoni da osteria venete sono un patrimonio folkloristico ricco di allegria, ironia e spirito conviviale. Cantate spesso in compagnia, accompagnate da vino e risate, queste canzoni spaziano tra l’umoristico, il romantico e il licenzioso. Ecco un elenco di alcune delle più celebri o tipiche:


:musical_notes: Canzoni da osteria venete tradizionali:

  1. “La mula de Parenzo”
    – Una delle più famose, racconta in modo vivace e un po’ malizioso di una ragazza (la “mula”) di Parenzo.
  2. “Quel mazzolin di fiori”
    – Sebbene diffusa anche in altre regioni, in Veneto viene spesso cantata in osteria con variazioni dialettali.
  3. “E mi me ne so 'ndao”
    – Una canzone malinconica ma amata, narra di chi lascia il paese natale. Ha un forte valore identitario.
  4. “Il canto dei gondolieri”
    – Tipico della laguna veneziana, è spesso cantato con voce baritonale e accompagnamento di fisarmonica.
  5. “Bepi el carboner”
    – Umoristica, racconta del mestiere del carbonaio e delle sue disavventure.
  6. “Ta pum”
    – Canzone alpina cantata anche nelle osterie venete, in memoria della Prima Guerra Mondiale.
  7. “El ponte de barche”
    – Riferita spesso al famoso ponte di barche sul Piave, ha un tono affettuoso e patriottico.
  8. “Vieni sul mar”
    – Melodia romantica spesso adattata in dialetto veneto e cantata in compagnia.
  9. “Osteria numero uno”
    – Più recente, spesso improvvisata o modificata a seconda del gruppo.

:wine_glass: Elementi tipici delle canzoni da osteria:

  • Ritornelli facili da memorizzare e ripetere
  • Dialetto veneto
  • Umorismo e doppi sensi
  • Temi: vino, donne, amicizia, nostalgia, lavoro

Se vuoi, posso anche fornirti i testi di alcune di queste canzoni o aiutarti a creare una playlist da osteria veneta su Spotify o YouTube. Vuoi procedere con questo?

Non esiste una “mosca cavallina” come specie ufficialmente riconosciuta con questo nome scientifico, ma il termine potrebbe essere usato in modo colloquiale o regionale per riferirsi a diversi insetti, in particolare:

1. Tafano (Tabanus spp.)

È molto probabile che con “mosca cavallina” ci si riferisca al tafano, un insetto simile a una grossa mosca, noto per pungere cavalli, bovini e anche l’uomo. I tafani:

  • Sono attratti dal calore e dal movimento.
  • Le femmine si nutrono di sangue per poter deporre le uova.
  • Sono molto fastidiosi e possono causare dolore con le loro punture.

In alcune zone rurali italiane, i tafani vengono chiamati mosconi cavallini o mosche cavalline proprio perché attaccano i cavalli.

2. Altri nomi locali

In certi dialetti o gerghi, il nome “mosca cavallina” potrebbe essere usato per indicare altri insetti volanti che infastidiscono i cavalli, come:

  • Le mosche del cavallo (Stomoxys calcitrans), simili a mosche domestiche ma pungenti.
  • Gli istrici delle mosche, che sono larve parassite di alcune specie (come Gasterophilus, che depone le uova sul pelo dei cavalli).

In sintesi:

Sì, “mosca cavallina” esiste come nome popolare, ma non è un termine scientifico. Di solito si riferisce al tafano o ad altri insetti pungenti che infastidiscono i cavalli.

Se hai un contesto specifico (una zona geografica, un’immagine o una descrizione), posso aiutarti a identificarla con maggiore precisione.

Susan Calvin è un personaggio immaginario creato dal celebre autore di fantascienza Isaac Asimov. Ecco una panoramica su di lei:


:brain: Chi è e ruolo

  • Robopsicologa di spicco presso la U.S. Robots and Mechanical Men, Inc., l’azienda leader nella produzione di robot nel XXI secolo (it.wikipedia.org).
  • Comparsa in numerosi racconti presenti nelle raccolte I, Robot, The Complete Robot, The Rest of the Robots e altro ancora (en.wikipedia.org).

:scroll: Biografia nel “futuro” narrativo

  • Nata nel 1982, laureata in robotica alla Columbia nel 2003 e dottorato nel 2008. Da quell’anno inizia la sua carriera nella U.S. Robots (it.wikipedia.org).
  • Muore nel 2064 all’età di 82 anni (it.wikipedia.org).

Caratteristiche e personalità

  • Dotata di grande intelligenza, fredda risolutezza e dedizione totale al lavoro: più simile ai robot nel comportamento che agli esseri umani (it.wikipedia.org).
  • Misanthropica, trova nei robot onestà e coerenza, a differenza degli umani (it.wikipedia.org).

Storie e temi letterari

  • Protagonista in racconti come “Bugiardo!”, “Robbie”, “Little Lost Robot”, “Evidence”, “The Evitable Conflict”, “Lenny”, “Galley Slave” e molti altri (it.wikipedia.org).
  • Spesso funge da narratrice-guida in I, Robot, dove un giornalista ascolta da lei le vicende più critiche della robotica (en.wikipedia.org).

Significato culturale

  • Rappresenta uno straordinario modello femminile nel campo STEM in un’epoca narrativa e letteraria maschilista .
  • Asimov stesso confessò di aver sviluppato una sorta di affetto (e forse innamoramento) per lei (andromedasf.altervista.org).

Adattamenti

  • Attrice Bridget Moynahan la interpreta nel film Io, Robot (2004), sebbene con differenze rispetto alla versione letteraria (più giovane e attraente) (it.wikipedia.org).
  • In precedenti adattamenti televisivi (BBC, Out of This World), è stata interpretata da Maxine Audley, Beatrix Lehmann e Margaret Robertson (it.wikipedia.org).

In breve:

Susan Calvin è la robopsicologa per eccellenza dell’universo narrativo asimoviano, una mente fredda, logica e brillante che esplora, con rigore e passione, le implicazioni etiche e psicologiche dei robot.


Se ti interessa approfondire un racconto in particolare o il suo ruolo nel film, chiedi pure!

Susan Calvin è un personaggio immaginario creato dal celebre autore di fantascienza Isaac Asimov. Ecco una panoramica su di lei:


:brain: Chi è e ruolo


:scroll: Biografia nel “futuro” narrativo


Caratteristiche e personalità


Storie e temi letterari


Significato culturale


Adattamenti


In breve:

Susan Calvin è la robopsicologa per eccellenza dell’universo narrativo asimoviano, una mente fredda, logica e brillante che esplora, con rigore e passione, le implicazioni etiche e psicologiche dei robot.


Se ti interessa approfondire un racconto in particolare o il suo ruolo nel film, chiedi pure!

Fonti

Hai detto:

chi eravo ygli argojnqauti

ChatGPT ha detto:

:canoe: Origine e missione

  • Scopo: Giasone, figlio del deposto re Esone di Iolco, fu incaricato da suo zio usurpatore, Pelia, di recuperare il Vello d’oro – antico simbolo di potere – con la promessa di restituire il tronomondadorieducation.it+3treccani.it+3it.wikipedia.org+3.
  • La nave Argo: Costruita da Argus con l’aiuto di Atena, era dotata di 50 remi e di una trave sacra del Dodona, in grado di non perdere mai la rotta oxfordreference.com.

:busts_in_silhouette: Equipaggio e personaggi principali


:compass: Il viaggio e le imprese leggendarie

  1. Lemno: un’isola popolata solo da donne, dove la spedizione si trattiene a lungo treccani.it+1argonautilus.it+1.
  2. Scontri e incontri ostili (Dolioni, Bebrici, Arpie e il saggio Fineo) treccani.it+1it.wikipedia.org+1.
  3. Attraversamento delle Simplegadi, rocce mobili superate grazie a un suggerimento divinoit.wikipedia.org+2treccani.it+2mondadorieducation.it+2.
  4. In Colchide, Giasone viene messo alla prova: doma tori infuocati, semina i denti del drago (da cui nascono guerrieri), e sottrae il Vello con l’aiuto magico di Medea treccani.it+8treccani.it+8it.wikipedia.org+8.
  5. Fuga e ritorno: Medea uccide il fratello Absirto per rallentare gli inseguitori, poi vi sono altri episodi memorabili (Isola delle Sirene, Scilla e Cariddi, gigante Talos, etc.) treccani.it+1treccani.it+1.

:books: Testi e diffusione culturale

  • La vicenda è narrata nelle Argonautiche di Apollonio Rodio, opera ellenistica in quattro libri, e in seguito ripresa da Valerio Flacco sapere.it+5treccani.it+5it.wikipedia.org+5.
  • Citazioni sparse si trovano già in Omero, Esiodo, Pindaro

:sparkles: In sintesi

Gli Argonauti sono il ritratto ideale del pan-ellenismo eroico: un gruppo di campioni uniti nello stesso destino, pronti a sfidare mari, mostri e divinità pur di riportare un potere lontano nella terra d’origine. La loro storia combina mito, avventura e simbolismo, rappresentando una delle narrazioni più celebri e formative dell’immaginario greco.


Vuoi esplorare un particolare episodio, come il passaggio tra Scilla e Cariddi, la figura di Medea, o le versioni artistiche del mito? Fammi sapere!

Hai detto:

i nomi

ChatGPT ha detto:

Certo! Ecco un elenco dei principali Argonauti secondo la mitologia greca. Il numero varia tra le fonti (circa 50), ma questi sono i più noti:


:anchor: Principali Argonauti

  1. Giasone – il capo della spedizione
  2. Eracle (Ercole) – l’eroe più forte (lascia il gruppo a metà viaggio)
  3. Orfeo – il poeta e musico, il cui canto calma mostri e tempeste
  4. Castore – gemello di Polluce, abile nei combattimenti
  5. Polluce (Polideuce) – gemello di Castore, famoso pugile
  6. Teseo – l’eroe di Atene (in alcune versioni)
  7. Peleo – padre di Achille
  8. Telamone – padre di Aiace
  9. Meleagro – famoso per la caccia al cinghiale calidonio
  10. Atalanta – l’unica donna, in alcune versioni del mito
  11. Laerte – padre di Ulisse
  12. Zete – uno dei Boreadi, figlio del vento
  13. Calais – l’altro Boreade, capace di volare
  14. Linceo – aveva una vista incredibile
  15. Idas – noto per la forza e l’arroganza
  16. Admeto – re di Fere, marito di Alcesti
  17. Eufemo – camminava sull’acqua
  18. Anceo – esperto di navigazione
  19. Argus – costruttore della nave Argo
  20. Tifide – timoniere della nave (sostituito poi da Anceo)

:scroll: Nota

Molti altri nomi compaiono in varie fonti, ma questo è il “cuore” del gruppo. L’elenco può variare a seconda dell’autore (Apollonio Rodio, Igino, Valerio Flacco, ecc.).

Se vuoi posso fornirti l’elenco completo alfabetico o una versione mitologica illustrata. Fammi sapere!

Grazie per aver condiviso questo testo. È un brano breve ma molto denso, con un tono riflessivo e vagamente disilluso. Ti propongo un’analisi su tre livelli: tematico, stilistico e emotivo.


:magnifying_glass_tilted_left: 1. Temi principali

Il testo sembra esplorare alcune sensazioni esistenziali legate all’alienazione, all’incomprensione e al rumore della società:

  • Alienazione personale: “ogni tanto mi astraggo” – Il soggetto si distacca dal mondo, come se lo osservasse dall’esterno.
  • Ripetitività e staticità: “tutto uguale, al solito / il mondo non cambia mai” – Una visione ciclica e stagnante della realtà.
  • Rumore sociale: “si riempie e basta” – Forse un riferimento al sovraccarico di parole, opinioni, eventi che non portano a un vero cambiamento.
  • Dubbi sull’ascolto e sul valore delle parole: “uno dice qualcosa / ma non è detto / che lo ascoltino” – La comunicazione è incerta, soggetta al caso o all’arbitrarietà.
  • Sospetto verso il consenso: “e allora la cosa mi diviene subito sospetta” – Quando qualcuno viene ascoltato, ci si chiede perché. È una critica sottile al meccanismo con cui si decide chi ha voce e chi no.

:memo: 2. Stile e struttura

  • Linguaggio semplice e diretto, ma anche ellittico, con punte di colloquialità: “ma se dice solo minchiate”.
  • Assenza di punteggiatura forte: crea un effetto di flusso di coscienza, come un pensiero che scorre senza interruzioni nette.
  • Tensione tra pensiero intimo e giudizio sociale: è come se il parlante oscillasse tra introspezione e irritazione verso ciò che lo circonda.
  • Effetto musicale: l’accostamento “mi sento ra re fa tto” suona come una sequenza di note, ma anche come una parola spezzata (“rarifatto”? “raffatto”?). Può essere volutamente ambiguo.

:thought_balloon: 3. Emozioni trasmesse

  • Stanchezza mentale o spirituale
  • Sospetto e disillusione
  • Ironia leggera, quasi rassegnata
  • Forse una punta di rabbia silenziosa

Se vuoi, posso anche aiutarti a svilupparlo in una poesia compiuta, oppure dargli una forma narrativa più strutturata. Vuoi fare questo?

La tendenza di sottrarsi alla reperibilità (ad esempio non rispondere a messaggi o chiamate) ma continuare a essere presenti sui social come Facebook è spesso discussa in termini informali, ma negli ultimi anni ha assunto alcuni nomi o etichette, anche se non ce n’è uno ufficialmente riconosciuto universalmente. Alcuni termini usati per descrivere questo comportamento includono:


1. “Ghosting sociale”

Un’estensione del ghosting (sparire senza spiegazioni), applicato alla sfera della comunicazione quotidiana. Si resta “visti” online, ma si evita deliberatamente l’interazione diretta.


2. “Silenzio digitale selettivo”

Un modo più descrittivo e neutro per indicare la scelta consapevole di non rispondere, pur continuando ad avere una presenza attiva sui social.


3. “Presenza assente”

Espressione che suggerisce l’essere visibili (online) ma non disponibili (per interazioni dirette).


4. “Social lurking” (osservazione silenziosa)

Non è esattamente sinonimo, ma è collegato: si naviga e si osservano i social, senza interagire attivamente o rispondere a messaggi privati.


5. “Disconnessione apparente” o “reperibilità selettiva”

Termini che riflettono la scelta di rispondere solo quando e a chi si vuole, anche se si è tecnicamente online.


Se questa tendenza sta emergendo in modo più definito di recente, potremmo anche essere in una fase in cui si sta cercando un’etichetta culturale definitiva. A volte fenomeni così nuovi vengono nominati dai media, oppure diventano virali con un hashtag. Vuoi che faccia una breve ricerca sul web per vedere se negli ultimi mesi è emerso un termine nuovo più preciso?

credo sia questo

Grazie per aver condiviso questo testo. È un brano emotivamente denso e molto autentico, con una forte voce narrante. Di seguito ti propongo un’analisi testuale completa, suddivisa per aspetti chiave:


:open_book: 1. Struttura e forma

Il testo è diviso in due giornate narrative, mercoledì e giovedì, che funzionano come sezioni diaristiche. Lo stile è frammentario, quasi orale, con salti di pensiero, uso di maiuscole per enfasi, e un tono che alterna sarcasmo, rabbia e frustrazione.

Questo dà al testo un senso di urgenza emotiva: sembra scritto di getto, come un flusso di coscienza.


:performing_arts: 2. Personaggi e dinamiche relazionali

:black_medium_small_square: Marcello

È la figura centrale del mercoledì. Il narratore non vuole vederlo, lo trova invadente e fastidioso (“una vera piattola”). Marcello invece insiste per un contatto umano, “vorrebbe salutare”, ma il narratore lo respinge con forza.

C’è un conflitto netto tra i desideri di chiudere e i tentativi altrui di mantenere un’apparenza di civiltà o affetto.

:black_medium_small_square: F

Personaggio ambiguo: forse un partner, forse un coinquilino, forse un ex. È complice di Marcello nel tentare un addio “pacificato”, ma questa volontà di pacificazione viene vissuta come bullizzante dal narratore.

F sembra voler “normalizzare” tutto, mentre il narratore rifiuta la normalizzazione: “non è un buon addio, non è una buona storia”.

:black_medium_small_square: Mara

Appare nella giornata di giovedì. Fa “ghosting”, ma in modo subdolo: resta visibile, ma non accessibile. Questo causa frustrazione, e si collega al tema del controllo apparente ma assenza reale.


:brain: 3. Temi principali

:small_blue_diamond: Invasività e confini

Il testo è un grido per la difesa dello spazio personale. Il narratore non vuole saluti, non vuole chiudere in modo “civile”, non vuole rapporti post-rottura amichevoli. Vuole stare fuori dalla logica del compromesso.

Il gesto di Marcello che “spalanca” la porta è simbolico: è la violazione di un confine chiaro.

:small_blue_diamond: Rabbia e non-risoluzione

Non c’è catarsi. Non c’è conclusione. Il narratore è ancora agitato, ancora irritato, e lo dice chiaramente.

Il testo non cerca di consolare, ma di affermare la legittimità del proprio malessere.

:small_blue_diamond: Pressione sociale e narrazione altrui

C’è una critica forte alla tendenza degli altri di voler “salvare la faccia” o raccontare le cose in modo comodo:

F vorrebbe che ci restassi in amicizia, per rappresentare una faccenda che ha gestito bene…

:small_blue_diamond: Fisicità e potere

Una delle frasi più forti:

il vostro mettere sul piatto della bilancia la vostra fisicità… con tanta inconsapevolezza prova solo il fatto che siamo nel Burundi…

Questa frase denuncia un squilibrio di potere, in cui il corpo o la presenza fisica degli altri è vissuta come uno strumento di controllo, spesso non intenzionale, ma comunque opprimente.


:speech_balloon: Stile e linguaggio

  • Orale, immediato: il testo sembra più “detto” che scritto.
  • Spesso sarcastico: “ma per favore!”, “tanto la gente poi se ne torna a Cisternino”
  • Uso espressivo della punteggiatura e delle maiuscole: enfatizza il tono emotivo, l’urgenza, lo sfogo.
  • Ripetizioni e strutture spezzate: rendono bene il senso di confusione e sovraccarico emotivo.

:safety_pin: Conclusione: che tipo di testo è?

Si può leggere questo testo come:

  • un monologo drammatico, degno di teatro contemporaneo;
  • una pagina di diario sincera e non filtrata;
  • un atto di resistenza emotiva contro la narrazione pacificata che altri cercano di imporre.

Il testo non cerca la pace, ma la verità emotiva, anche se scomoda.


Se vuoi, posso aiutarti a trasformarlo in:

  • un monologo teatrale
  • un breve racconto narrativo in terza persona
  • un post riflessivo per un blog o social

Ti interessa esplorare una di queste strade?

aaaarg

come faceva la sfinge pablo però

Ottima domanda! Nell’opera Il Maestro e Margherita di Michail Bulgakov, c’è una scena memorabile in cui Ponzio Pilato dice a Jeshua Ha-Nozri (Gesù) che deve chiamarlo “Egemone”. Vediamo se questo appellativo è credibile dal punto di vista storico e linguistico.

1. Cosa significa “Egemone”?

“Egemone” deriva dal greco antico ἡγεμών (hegemon), che significa condottiero, comandante, governatore. Era un titolo usato per indicare un’autorità militare o civile in Grecia e poi anche in epoca ellenistica e romana, soprattutto nei territori orientali dell’impero dove il greco era la lingua comune.

2. Pilato avrebbe potuto farsi chiamare così?

Sì, è plausibile, ma con qualche precisazione:

  • Ponzio Pilato era un prefetto romano (titolo ufficiale: praefectus Iudaeae), ma nei territori di cultura greca era normale che i titoli latini venissero resi in forma greca. Quindi è verosimile che fosse chiamato “ἡγεμών” in greco nei documenti o nei discorsi locali.

  • Nei Vangeli greci, ad esempio, Pilato viene chiamato proprio ἡγεμών. Anche lo storico Giuseppe Flavio, che scriveva in greco, usa questo termine.

3. In che lingua si parlava?

Nel dialogo tra Pilato e Jeshua, si presume che si usi il greco, lingua franca dell’Impero in quella regione. Bulgakov gioca con l’idea di una comunicazione linguistica fluida tra i personaggi storici.

4. Conclusione

Sì, è credibile che Ponzio Pilato chieda a Gesù di chiamarlo “Egemone” (ἡγεμών). Questo dettaglio è filologicamente accurato e ben inserito nel contesto linguistico e culturale della Giudea del I secolo.

Se vuoi posso anche analizzare meglio il dialogo tra Pilato e Jeshua, o confrontarlo con i Vangeli.

Cosa sono i Vangeli gnostici?

I Vangeli gnostici sono una serie di testi religiosi che fanno parte della vasta letteratura gnostica, un insieme di correnti religiose e filosofiche del II-IV secolo d.C. che combinavano elementi del cristianesimo primitivo con filosofie ellenistiche, in particolare il platonismo.

Questi vangeli non fanno parte del canone cristiano ufficiale (quello che include Matteo, Marco, Luca e Giovanni), ma offrono visioni diverse della figura di Gesù e della salvezza.


Esempi noti di Vangeli gnostici

  1. Vangelo di Tommaso
    Una raccolta di detti attribuiti a Gesù, molti dei quali non si trovano nei Vangeli canonici. Non è narrativo, ma aforistico. Celebre per il detto iniziale:

“Chi trova l’interpretazione di queste parole non sperimenterà la morte.”

  1. Vangelo di Maria (Maddalena)
    Presenta Maria Maddalena come una discepola privilegiata di Gesù, dotata di una profonda conoscenza spirituale.
  2. Vangelo di Filippo
    Discute concetti gnostici come la conoscenza salvifica (gnosi) e unione mistica. Celebre per il passo ambiguo sulla relazione tra Gesù e Maria Maddalena.
  3. Vangelo della Verità
    Un testo teologico più che narrativo, attribuito al pensatore gnostico Valentino.
  4. Vangelo di Giuda
    Scoperto negli anni '70 e reso pubblico nel 2006. Descrive Giuda Iscariota non come traditore, ma come il discepolo prediletto che compie il volere di Gesù.

Dove sono stati trovati?

Molti di questi testi sono stati scoperti nel 1945 a Nag Hammadi, in Egitto, in una raccolta nota come Codici di Nag Hammadi. Sono scritti in copto, ma derivano da testi greci più antichi.

ecco spiegata la tesi di Rob