ricettazione per i fratelli B?

http://www.repubblica.it/2009/12/sezioni/cronaca/nastri-fassino-a-berlusconi/audio-ad-arcore/audio-ad-arcore.html

MILANO - Dall'estate scorsa, Fabrizio Favata andava a caccia di giornalisti per raccontare la sua "verità". Sessant'anni, milanese, un passato non proprio immune da guai con la giustizia, Favata giurava di essere stato socio di Paolo Berlusconi nell'avventura della commercializzazione dei decoder con la società Solari. com Srl. E proprio grazie a questa conoscenza, il sedicente manager aveva avuto un compito delicato: era il dicembre del 2005 e, secondo il suo racconto, fu proprio lui mettere in contatto Roberto Raffaelli (amministratore delegato della società Rcs che per conto di molte Procure effettua intercettazioni telefoniche), prima con l'editore de il Giornale, poi con il fratello più illustre, Silvio Berlusconi.

Il resoconto di Favata fissa una data importante nel 24 dicembre di quell'anno, quando Raffaelli porta un dono prezioso all'allora presidente del Consiglio, direttamente a villa San Martino ad Arcore. Secondo il suo ricordo, "di fronte a un albero di Natale bianco", il manager della Rcs avrebbe consegnato un nastro di cruciale importanza politica nelle mani del premier. Quella conversazione, fino a quel momento conosciuta solo dai pm titolari dell'inchiesta, era stata intercettata dalla procura di Milano nell'ambito delle indagini sulle scalate di Stefano Ricucci, Gianpiero Fiorani e Danilo Coppola ad Antonveneta, e quella parallela alla Bnl da parte della società delle cooperative bolognesi, Unipol.

In quel colloquio telefonico, il manager Giovanni Consorte avvertiva il segretario dei Ds Piero Fassino, dell'imminente conquista della Bnl. "Abbiamo una banca?", era stata la domanda di Fassino. Il colloquio, rimasto fino ad allora coperto per motivi investigativi, dopo l'incontro di Arcore diventa pubblico. Il 31 dicembre successivo, una settimana dopo quel summit, il Giornale titola a tutta pagina: "Fassino a Consorte: Siamo padroni di Bnl?".

Fino a oggi, l'inchiesta penale su quella clamorosa fuga di notizie non ha raggiunto alcun risultato. Il giornalista autore dell'articolo, Gian Luigi Nuzzi, è stato assolto dall'accusa di pubblicazione di atti coperti da segreto, lo scorso 24 novembre dal Tribunale di Milano. Nessuna traccia di chi gli ha aperto gli archivi segreti della procura. Fabrizio Favata, ora, vuole riscrivere questa storia. Accusa la Rcs di aver violato il segreto istruttorio e di aver "venduto" il nastro alla famiglia Berlusconi. Favata e Raffaelli avrebbero fatto questo piacere all'allora presidente del Consiglio solo per vantare, in futuro, un eventuale credito.

Questa è la verità di Favata, raccontata alla procura di Milano nei primi giorni di ottobre. Due lunedì fa, il pm Massimo Meroni ha fatto eseguire alcune perquisizioni.
Parallelamente a un'inchiesta per violazione del segreto istruttorio, ce n'è un'altra per minacce. Autore, lo stesso Favata. Durante le perquisizioni, infatti, sarebbero saltate fuori alcune lettere in cui il presunto manager amico di Paolo Berlusconi avrebbe minacciato Raffaelli di Rcs per una serie di irregolarità. Favata, da grande accusatore, per ora si è trasformato in presunto ricattatore. Al momento, inoltre, non risultano indagati il premier né il fratello Paolo.

Se il resoconto di Favata si dimostrasse fondato, sia Silvio Berlusconi che il fratello azionista de il Giornale rischierebbero l'accusa di ricettazione, per quel nastro sottratto illecitamente dalla cassaforte della procura.






vediamo come si mette quest'ulteriore vicenda...

che premier che teniamo


che poi, essere fatto fuori per ricettazione, cazzo....

è come se al capone fosse stato fottuto, chesso', per evasione fiscale
comunque, alle brutte, sarà paolo ad immolarsi e a farsi qualche giorno di galera prima che il fratello lo tiri fuori con qualche legge del cazzo...come al solito
Sempre in moto questo Silvio, non sta fermo un attimo. Che personcina vitale.
Ma possibile che non smetta mai di venire a galla merda? Non riesco più a leggere i giornali cazzo, mi viene da vomitare...
Chiaramente le toghe rosse non si danno mai riposo, maledette
questo l'articolo sul fatto quotodiano

http://antefatto.ilcannocchiale.it/2009/12/10/b_ha_lorecchio_lungo_sugli_alt.html


10 dicembre 2009

Nel 2005 arriva al premier il dialogo Fassino-Consorte

di Gianni Barbacetto

Un salone nella villa di Arcore, con un grande albero di Natale tutto bianco. È il pomeriggio del 24 dicembre 2005. Il padrone di casa, Silvio Berlusconi, è sprofondato in poltrona, con il capo reclinato all’indietro e gli occhi socchiusi.
Suo fratello Paolo sta parlando con due ospiti arrivati da Milano. I due armeggiano con una chiavetta Usb e un apparecchio elettronico da cui escono alcune voci: la registrazione di un colloquio telefonico.


Quando nel silenzio del salone si sente risuonare una voce inconfondibile, l’accento torinese di Piero Fassino ("Siamo padroni della banca?"), Silvio si scuote dal torpore in cui pareva sprofondato. Ascolta attentamente. È la telefonata del luglio precedente in cui Fassino, allora segretario dei Ds, veniva informato sulla scalata in corso alla Banca nazionale del lavoro.


Ad aggiornarlo sugli ultimi avvenimenti era Giovanni Consorte, il presidente di Unipol, che si diceva sicuro di avere ormai conquistato la Bnl.


Questo incontro natalizio avvenuto esattamente quattro anni fa è il centro di una delicata inchiesta giudiziaria in corso a Milano. Tra gli indagati, i due interlocutori di Silvio e Paolo Berlusconi quel giorno a villa San Martino. Il primo è Roberto Raffaelli, manager della Research control system, azienda che realizza intercettazioni telefoniche per le procure italiane e che nell’estate 2005 aveva registrato anche quelle in cui a parlare erano i "furbetti del quartierino", i protagonisti delle scalate a Bnl, Antonveneta e Corriere della Sera.


La Research control system stava allora cercando appoggi autorevoli per avviare un business all’estero, in Romania (che poi non decollerà). Il secondo ospite di villa San Martino è un imprenditore amico di Raffaelli, rimasto impigliato in passato in brutte storie che gli hanno lasciato sul groppone un soggiorno in carcere e precedenti penali per bancarotta ed estorsione. Questo imprenditore, F.F., è all’epoca amico di Paolo Berlusconi. Tanto amico da essere tra gli invitati al matrimonio della figlia di Paolo, Alessia, ma anche socio di fatto nella Solari, l’azienda di Paolo Berlusconi che commercializzava i decoder tv del digitale terrestre.


Nel dicembre 2005, i file audio delle intercettazioni ai "furbetti", non trascritti, segretissimi e inaccessibili agli stessi indagati, vengono riprodotti in più copie, messe a disposizione degli investigatori e dei magistrati milanesi che stanno indagando sulle scalate.


Raffaelli pensa che quello sia il momento giusto: a quanto racconta F.F., gli chiede di metterlo in contatto con l’amico Paolo Berlusconi: "Ho un regalo di Natale per suo fratello". Così nasce l’incontro ad Arcore, che si conclude, sempre secondo quanto racconta F.F., con grandi ringraziamenti e una "promessa di eterna riconoscenza".
Non è poi chiaro che cosa sia successo in seguito. Ma è certo che sette giorni dopo, il 31 dicembre 2005, il Giornale di Paolo Berlusconi esce con il testo dell’intercettazione segreta.


Titolo di prima pagina: "Fassino a Consorte: Siamo padroni di Bnl?". Il Giornale torna poi sul tema il 2 gennaio 2006. È la svolta che fa cambiare il clima politico italiano: il centrosinistra guidato da Romano Prodi, che secondo i sondaggi era avanti di una decina di punti sul centrodestra, viene colto e mostrato nella sua compromissione con le scalate; comincia a perdere progressivamente il suo vantaggio, fino al risultato di quasi parità che uscirà dalle urne nell’aprile del 2006.


Dunque il "regalo di Natale" a Berlusconi è stato davvero una strenna preziosa. Ma è stata poi mantenuta la "promessa di eterna riconoscenza"? No, secondo quanto racconta F.F. che, passato a riscuotere nel 2008, in un momento di difficoltà economiche, si sarebbe sentito rispondere: "Troppo tardi. È come se chiedessi il rimborso della benzina di un viaggio fatto due anni fa".


È la verità? È quanto sta cercando di scoprire la procura di Milano, con indagini riservatissime, perquisizioni e interrogatori eseguiti dal sostituto procuratore Massimo Meroni. Il pm anzi, per prima cosa, sta cercando di verificare se davvero il "regalo" ci sia stato, o se il racconto sia solo un’invenzione di F.F. Questo personaggio, infatti, a partire dal 2008 ha cominciato a prendere contatti con diversi giornalisti di diverse testate, filogovernative e d’opposizione, a cui ha offerto la sua storia.


Ha avuto contatti anche con lo studio di Niccolò Ghedini, che difende Silvio Berlusconi (e smentisce tutto). La Solari era naufragata e F.F. aveva bisogno di soldi. A un certo punto si presenta anche alla Procura di Milano e comincia a raccontare brandelli della sua storia. Promette in principio di spiegare come Silvio Berlusconi abbia salvato il fratello dalla bancarotta della Solari.


Poi parla del "regalo di Natale". Risultato: F.F. finisce sotto inchiesta per estorsione, mentre l’amico Raffaelli è sospettato di violazione del segreto, per aver trafugato il file audio dei "furbetti" che ha cambiato la storia d’Italia.


La storia è contorta e intricata, come tutte le vicende che hanno a che fare con materiali segreti e spioni, professionali e improvvisati. In procura le bocche sono cucite e le facce scure per le fughe di notizie dei giorni scorsi.

Sanno che in questa inchiesta non potranno fare il minimo errore.







quali saranno i primi commenti dei berluscones?

comincio io...

RICATTAVANO SILVIO!!!111

e ovviamente, adesso si inventano cose ASSURDE, MAI accadute, IMPENSABILI

una cosa VERGOGNOSA....
mi sembra verosimile quello scritto nei giornali, non è un mistero che le intercettazioni magicamente dai tavoli dei pm arrivino sui giornali.
Adesso sarei curioso però che indagassero pure su tutte le intercettazioni che da 20 anni a questa parte arrivano puntualmente sui tavoli di Corriere della Sera e Repubblica
Io indagherei più volentieri su chi le vende: in fondo i giornali fanno il loro mestiere (non li giustifico, cmq: sia chiaro).


chi le vende non può che essere molto vicino a chi le commissiona.
O credi diversamente?
Chi vende lo fa al miglior offerente e basta.
e chi le usa a scopi politici?

QUESTI GIORNALI CHE PARLANO DI GOSSIP, CHE SPUTTANANO LA GENTE PER BENE PER VICENDE PRIVATE, CHE SIANO MALEDETTI


MA IO ABOLIRO' LE INTERCETTAZIONI, COSI' VEDIAMO CHI LA VINCE


guarda che è esattamente quello che ha fatto Repubblica da Tangentopoli ad adesso, affiancata da tutti gli altri giornali, in primis il Corriere
stai paragonando un giornale (anche nella persona del suo editore) a una figura come il presidente del consiglio...te ne rendi conto, si?

stai, dunque, dicendo che tu BEN SAI che avviene/è avvenuto che

1: un quotidiano (esempio, la repubblica) usa intercettazioni recepite in maniera ILLECITA per pubblicarle e danneggiare politicamente qualcuno

1: una PERSONA (nella fattispecie, B, all'epoca dei fatti PRESIDENTE DEL CONSIGLIO) ha usato intercettazioni recepite in maniera ILLECITA per pubblicarle e danneggiare politicamente qualcuno

stai dicendo/ammettendo di sapere tutto questo?

e NONOSTANTE CIO', lo voti pure a uno così?


ottimo
no stiamo dicendo che dalle stanze della magistratura qualcuno per magia fa arrivare le intercettazioni alle testate giornalistiche, repubblica, corriere o giornale che sia.

Su questo bisogna indagare, visto che è un fenomeno diffuso che si ripete da quasi vent'anni.
Ma c'è una legge che silvio non ha infranto?


forse la detenzione di arsenali atomici ad arcore, ma solo perchè ancora nessuno ci ha controllato


Oddio, un sistema che bypassa le magistrature nella diffusione delle intercettazioni e' gia' stato paventato: gli stessi intercettatori. (GDF ecc.)

Sarebbe anche interessante approfondire il caso "tavaroli-intercettazioni telecom", ma non ne parla nessuno.


Forse perchè l'ultimo che l'ha fatto l'han trovato morto ai piedi di un viadotto?
C'e' una bella puntata di report su telecom-tavaroli e il tizio che si e' "suicidato"


Eh c'è da ridere proprio eh