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Essere un gamer all’epoca era da disadattati, che pero’ si divertivano come dei maiali ai LAN party.
Il pizzocchero parte da farina di grano saraceno, che non è manco un cereale. Viene cotto nel fetore del cavolo verza, e riproposto con burro, aglio e formaggio (apporto calorico nucleare), con vino rosso come se fosse succo di frutta. Tutta roba improponibile a un ristorante raffinato, che ti lascia una fiatella che svernicia i cancelli e un food coma da competizione.
Oggi il gaming è tipo i gastropub, che semi-ironicamente propongono burgherini bio con le cipolle caramellate nella riduzione di madeira e i panbriosche con l’impasto colorato a carbone, tutto da instagrammare.
Noi all’epoca certamente non andavamo a pubblicare le foto dei lan party, perché il punto era giocare e non raccontare di aver giocato. Così, dato che il punto è mangiare e non raccontare di aver mangiato, viva i pizzoccheri.