Rimango però sempre un poco sorpreso dal dover constatare come i vertici direttivi di iniziative culturali e promozionali ove implicitamente sia necessario interagire attivamente con così tante persone differenti, aver a che fare con il pubblico e più in generale coordinare iniziative commerciali si dimostrino così apparentemente superficiali e grossolane quando contestate. Mi sarei aspettato una difesa d’ufficio preparata ed articolata, ed in ogni caso mai perdere la cortesia.
Aggiornamento: a quanto pare sono leakate le mail interne del team che gestisce l’Hugo Award, e che confermano che le preoccupazioni per temi che potessero non piacere alla Cina erano molto vive
https://twitter.com/XiranJayZhao/status/1757990880961527877?t=gcXhae1_ChnIjlAFmErkrg&s=19
STE MERDE
ma santa barbara dammi la forza perché han dovuto tenerlo in cina?
possa un angelo biblicamente accurato farmi visita se mento l’anima de li mejo mortacci loro
tra olimpiadi degli schiavi, conferenze sul clima a petrolio e premi letterari nella censura Sant'Isidoro di Siviglia preserva indenne il forum oh
“Pareva impossibile, ma la situazione è peggiorata”
Riassumo rapidamente per chi non vuole leggere quello che ho linkato (consiglio la lettura, visto che ci sono molti dettagli che ometterò per essere breve):
Il fatto che il team decida se un’opera possa essere idonea o meno alla nomination, cosa che viene fuori dalle email leakate di cui a qualche post fa, non è cosa nuova: ad esempio nel 2013 si sono trovati a dover decidere se una storia originariamente pubblicata solo come audio poteva essere nominata in una delle categorie che riguardano le opere scritte.
Cosa nuova, invece, è che nel 2023 Dave McCarty, che ho nominato sopra, ha aggiunto un altro criterio: “è in linea con le agende politiche e sociali cinesi.” Ad esempio si sono chiesti se Paul Weimer, che avrebbe dovuto essere nominato in una categoria, poteva esserlo visto che aveva di recente fatto una visita in Tibet. (Weimer era invece andato in Nepal, ma dettagli.)
La cosa chiara, comunque, è che McCarty e compagnia non sono stati solo a guardare, ma hanno avuto mano attiva nella censura (che alcuni commentatori pensano che non sia data da motivi politici, ma da motivi economici, per farsi buoni gli sponsor della Worldcon di Chengdu). Ed ancora più chiaro è che nessuno del team ha obiettato quando McCarty ha detto che avrebbe messo un filtro ideologico alle nomination.
La cosa più scioccante, però, è che i dati che sono leakati dimostrano un’altra cosa: centinaia, se non migliaia, di schede di votazione sono state scartate dal team di McCarty, in pratica togliendo il diritto di votare per il premio Hugo a chi invece ne aveva il diritto. Il team si è giustificato dicendo che erano schede “copiaincolla”, ossia compilate in base ad una lista di storie raccomandate da alcune riviste, ma 1. si tratta appunto di raccomandazioni, non di “votate così”, e 2. le regole non proibiscono per niente di fare ciò. E questo, ripeto, non è stato fatto a favore della Cina, per politica o per business, ma per iniziativa di McCarty.
E quel che è peggio è che il team di McCarty si è occupato in precedenza di altre Worldcon, ossia di altri premi Hugo, ed a quanto pare si è già comportato in modo equivoco in passato. Quindi: questa storia mette in dubbio il fatto che chi ha vinto un premio Hugo in passato abbia effettivamente vinto, o se i numeri siano stati “truccati” in qualche modo.
Come nota a margine: nel frattempo, per staccarsi completamente da quello che è successo, l’organizzazione della prossima Worldcon, che si terrà a Glasgow, ha deciso che non userà nulla dei fondi avanzati dalla Worldcon di Chengdu (come si fa di solito, quello che avanza da una convention viene “regalato” a quella dopo). Hanno anche deciso che pubblicheranno la lista delle opere giudicate non idonee alla nomination ed il motivo di tale giudizio contemporaneamente alla pubblicazione delle nomination stesse, e che pubblicheranno tutti i dati delle votazioni immediatamente dopo la fine della premiazione (e non mesi dopo come nel caso di Chengdu).
Boh, ma solo a me questo “scandalo” sulla censura in Cina e la commissione che si è piegata, agevolando e facendo il lavoro di censura per conto terzi (cinesi), non scandalizza?
Cioè, vai in Cina a farlo, cosa cazzo t’aspetti?
Poi chiaro, mica puoi rompere il cazzo ai cinesi, scherzi, quindi si rompe il cazzo ai terzisti che hanno organizzato la roba in Cina.
Il prossimo scandalo quale sarà? Premio Hugo a Pyongyang e poi tutti scandalizzati che Pyongyang censura, facendo vincere Kim Jong Un come miglior scrittore?
Poi dove andiamo? Iran?
Il punto è che se non puoi fare una cosa seria (esempio se lo organizzi a Pyongyang) non lo fai.
Era già una merda averlo fatto in Cina, doppia merda per aver censurato “a priori” le cose che alla Cina magari non piacciono, tripla merda per aver fatto magegghi coi voti.
Su questo nulla da dire, per me è stato ridicolo proprio organizzarlo alla base lì, ma una volta che 'sta scelta imbecille è stata fatta, se la roba viene censurata (anche preventivamente perché “Non facciamo incazzare i cinesi”) a me l’unica cosa che viene da fare è postare il surprised pikachu eh?
Di sicuro hanno perso credibilità, ma l’hanno persa all’origine con una scelta simile.
Comunque per la cronaca, come funzionano i premi Hugo:
- Chi è membro della Worldcon dell’anno in questione e della Worldcon dell’anno precedente (ci si può iscrivere online) può proporre cinque nomination per ciascuna categoria. Nel caso del prossimo premio, questo vuol dire chi è membro della Worldcon 2023 Chengdu e della Worldcon 2024 Glasgow.
- I voti per le nomination vengono sommati, vengono escluse le opere che non rispettano le regole (una tra tutte: la prima pubblicazione dell’opera deve essere stata nell’anno di calendario precedente, ossia nel 2023 per i prossimi premi), e le sei opere che hanno più voti in ciascuna categoria sono nominate e possono fregiarsi del titolo di “Hugo Award Finalist” (che è già di per sè abbastanza prestigioso).
- Chi è membro della Worldcon dell’anno in questione (ma non dell’anno precedente) può votare tra i sei finalisti, e così si decide il vincitore.
Ok, dopo avere investigato (una spiegazione sarebbe stata gradita), la situazione pare essere la seguente.
Gencon è una convention di giochi di ruolo da tavolo che avrà luogo dall’1 al 4 agosto a Indianapolis, Stati Uniti.
I CRIT Awards è un’organizzazione che sponsorizza premi per i migliori creatori di giochi di ruolo da tavolo. (CRIT sta per Creator Recognition In Table-top rpg.) L’organizzazione è dichiaratamente antisionista e pro-Palestina. Di solito i premi sono consegnati ai vincitori in una cerimonia alla Gencon.
L’organizzazione di Gencon ha dato un ultimatum all’organizzazione dei CRIT Awards, dicendo in pratica “o smettete di supportare la Palestina o noi non vi ospitiamo quest’anno”. Il tweet di cui sopra è l’organizzazione dei CRIT Awards che dice, “Per via dell’ambiente ostile abbiamo deciso di non partecipare a Gencon quest’anno, faremo un evento virtuale per consegnare i premi.”
Chiedo venia, mi rendo conto solo ora che ho postato solo il tweet loro e non il quote in cui spiegavano cosa succedeva.