Si fa troppo spesso l'errore di pensare che il problema sia un incidente nucleare catastrofico. Quello è rarissimo, molto più di altri eventi egualmente dannosi, ad esempio la fuga di una tossina da un laboratorio, una epidemia di mucca pazza e cose del genere.
La questione è che le centrali francesi/tedesche sono state fatte prima, e il loro costo/opportunità, ovvero la somma dei costi per costruirle, produrle energia e infine smantellarle, è stato ripagato.
Adesso costruire, mantenere e poi smantellare in futuro una centrale costerebbe troppo.
Con gli stessi soldi, sovvenzioni le agevolazioni fiscali per le nuove costruzioni con il tetto a pannelli solari, e a medio-lungo termine hai un risultato migliore.
Tra parentesi, basta vedere cosa succede fuori di casa nostra: la Germania, che ha una crisi economica maggiore della nostra, ha votato da pochissimo una legge per la non costruzione di nuove centrali e il progressivo smantellamento delle presenti; il Giappone produce più del 70% della sua energia con il carbone e investe in nuove energie.
Solo la Francia ha molte centrali, ed è frutto di una scelta politica da sempre poco attenta all'ambiente, come hanno testimoniato gli esperimenti nucleari nella polinesia di solo pochi anni fa.
Un tetto in pannelli solari in Italia consente, nei 9 mesi non invernali, di avere una produzione di energia di più di 5 kwatt, più l'acqua calda per il riscaldamento (posto di fare un impianto seri), contro la richiesta media di una famiglia di circa 3.5Kwatt. L'energia prodotta in avanzo quando non viene richiesta (tipo di mattina quando tutti sono al lavoro) la compra l'enel che rimborsa in termini di energia nelle ore notturne quando i pannelli non funzionano. Con l'opportuna politica di risparmio energetico e di uso dell'energia in modo intelligente (tipo non accendere il ferro da stiro, la lavastoviglie, il condizionatore e 3 pc insieme), la bolletta elettrica per la famiglia diventa zero o vicino allo zero, mentre il costo della bolletta del gas, sulla quale incide prevalentemente il costo per il riscaldamento domestico, viene ridotta di un buon 50% nell'anno.
Senza agevolazioni fiscali, come ora, ci si ripaga i costi di impianto (non enormi) in 3-5 anni, a seconda delle zone dove si vive e al consumo.
Ovviamente, la mancanza di conoscenza sull'argomento e la difficoltà di improntare direttamente cifre comunque importanti per l'adeguamento delle strutture abitative attuali, blocca di fatto l'adozione di tale tecnica, che invece verrebbe rilanciata con le opportune leve fiscali.
Se fossimo tutti pià intelligenti, fra qualche decennio i francesi diranno: perchè noi dobbiamo gestire le score e gli italiani si abbronzano come porci sul tetto? MERde'?
Helm