De rerum intellegentia artificialis - estinzione e immortalità degli esseri umani



beh l'io attuale è dato da una base biologica/intellettiva, delle esperienze e dei programmi futuri, e le scelte che faccio ogni giorno sono basate su queste cose. voglio che questa situazione perduri ad libitum e non

visto che c'è un nesso (ricordi/esperienza) che legano l'io di oggi con l'io di domani, non vedo il susseguirsi dei miei io alla stregua di "diversi organismi biologici prima e dopo di te, ognuno con la sua esperienza identitaria"



l'ho detto, non vogliamo chiamarla immortalità? va bene, voglio quella cosa lì che il mio corpo biologico resti in vita fino a quando "io" non mi sia stufato di vivere



non capisco perchè il mio futuro io dovrebbe soffrire di più



sì ma se muoio non sperimento un bel nulla perchè non ho più modo di "sentire" nulla. i miei atomi si rimescolano con gli altri e di "me" non c'è più traccia.

sono malaticcio (*sgrat* ) e non so quanto riesco ad essere chiaro nelle spiegazioni


I tuoi atomi si stanno già rimescolando: dov'è la traccia di "te"?

Osserva la struttura della tua frase: "se muoio non sperimento". Se TU muori TU non sperimenti. Ma in un arco di tempo così lungo, eventualmente non c'è più quel TU a cui fai riferimento: è solo un lento sgretolarsi invece di una fine relativamente rapida. Il risultato finale è totalmente sconnesso dal punto di partenza comunque.


E' una richiesta contraddittoria. "Questa situazione" è già dinamica e implica già costante "morte" e "nascita" di vecchi e nuovi processi, strutture, quindi è intrinsecamente volta alla fine, non per ragioni accessorie. E' come dire: voglio qualcosa che finisce che non finisce.


sì ma l'ho già detto che il mio io futuro sarà diverso dal mio io attuale che è diverso dal mio io passato.

solo che a me sta bene così è la versione 2.0 del fare figli, se volete anzichè fare un figlio e istruirlo su come stare al mondo, continuo a imparare cose nuove per il mio io futuro e ripasso quelle vecchie che mi sono dimenticato


sarà anche contradditoria, ma è quello che voglio (vorrei) ora come ora mi scazza sapere di invecchiare perché non potrò più giocare a calcetto, non potrò più farmi le 20enni (:spy, non potrò più studiare e capire le cose come facevo a 20 anni.

poi oh strada facendo mi rendo conto che è una minchiata e mi suicidio definitivamente


Sì ma la diversità a cui ti riferisci è tale secondo parametri umani, cioè di portata ridotta. Per la tendenza a sostanzializzare dei tuoi processi cognitivi, fai "una media" e dici "questo sono io". Ma su tempi molto più lunghi, la differenza sarà così diversa che non avrai guadagnato nulla rispetto al morire in maniera ordinaria; anzi, ci avrai perso in quanto la tua scelta causa sofferenza al futuro essere, per le ragioni dette da Viennetta.


ho capì ma in tempi lunghi manco la vita di 80 anni di un essere umano che muore conta un cazzo, in tal caso suicidiamoci direttamente e fine

non ho capito perché con questa scelta causerei sofferenza al mio futuro essere.


Ma queste esperienze sono piacevoli in quanto transitorie, è intrinseco, perché è la dinamica del desiderio umano. A una certa troverai tutto ripugnante fino a impazzire, se ipostatizzi certe strutture.



Boh no, perché siamo inseriti in un contesto culturale e abbiamo certe strutture cognitive che rendono vivibile il life span di 80 anni. Non è che perché non ha un senso divino allora passi al nichilismo più totale.



Qui:

tutto questo mi ricorda i Sidar di fall from heaven 2, che rinunciano ad una parte della loro anima per diventare "immortali" e poter continuare a dedicarsi alle attività intellettuali che amano per l'eternità. il problema è che alla lunga perdono i sentimenti che li rendevano umani e non rimangono altro che degli spettri senza emozioni che vanno avanti per inerzia fino a svanire nel nulla


Il momento in cui realizzi che dopo 200 anni di vita sei ancora a postare su NGI


due esperimenti mentali (ed esistenziali) per ficus

1) se ti dimostrassero, in maniera certa e incontrovertibile, che dal giorno in cui sei nato ogni volta che ti sei addormentato sei morto e stato ricreato ad ogni risveglio (con ricordi più o meno simili... non perfettamente uguali; alcune cose le dimentichi, altre le rielabori e modifichi), con materia diversa (o uguale in buona percentuale, se ti rassicura di più), proveresti dolore per i tuoi moltissimi "io" morti? E avresti paura di addormentarti nuovamente?

2) il tuo io presente può incontrare un tuo io passato o futuro (l'individuo che portava il tuo nome in un dato momento, o lo porterà). Tu e questo individuo potete scegliere di scambiarvi i ricordi, quindi potresti "regalare" i tuoi ricordi e pensieri presenti al tuo io passato, o l'opposto con il tuo io futuro.

Pensi che accettersti? Pensi che accetterebbero questi "ficus" passati o futuri?
non ricordo se era stato suggerito proprio in questo thread, ma io un'immortalità stile "L'uomo che venne dalla terra" non la vedrei così negativamente


ero "io" 30 secondi fa? o ero qualcun altro? Cosa cambia alla fine? Non credo abbia importanza.



Ma la transizione sara cosi lenta che si sara adattato a quella nuova vita no?


L'adattamento alle situazioni difficilmente sostenibili è il punto di forza e la maledizione dell'essere umano. Non ti accorgi di stare vivendo un inferno perché ti rifasi completamente sulla nuova situazione. Tipo noi che in Italia abbiamo il SSN sempre più allo sfascio ma non percepiamo la perdita. Peccato che la sofferenza rimanga, quello intendo.






Ma l'inferno continueremmo a viverlo comunque anche se idealmente la situazione migliorasse di giorno in giorno.

Se io domani diventassi l'imperatore della terra e avessi tutto a mia disposizione comunque dopo X tempo mi scasserei le palle

la situazione giunge ad un punto di equilibrio


Certo, per quello l'immortalità è un'idea del cazzo.