Consigli per supporto psicologico

Ciao a tutti ragazzi. E' da molto che non apro thread su questo forum e mi piange il cuore a doverlo fare per una cosa così grave.
Vi avverto subito che è un post lungo, mi scuso in anticipo. Ma vi prego di leggere tutto. Non è la solita cagata adolescenziale. E' una situazione assurda, ingiusta e complessa e ho bisogno di spiegare bene la situazione.

Breve riassunto del mio "meraviglioso" ultimo mese e mezzo di vita.
Il 21 maggio muore improvvisamente mio papà. 71 anni. Nel sonno, lo troviamo lì così, dopo il suo riposino quotidiano. Che sembra dormire, ma che non si sveglierà mai più. Inutile dire che è stato un gran colpo per tutta la mia famiglia, sopratutto per me mia mamma e per i miei due fratelli.
Momenti di disperazione totale.
Ma la vita è così, ci riserva cose belle e cose brutte e cerchiamo di andare avanti.
Io e mia mamma decidiamo di andare al mare per cercare di distrarci un po', la casa ci ricorda troppo papà, è ancora piena di tutte le sue cose.
Per noi è più difficile, noi vivevamo con lui. I miei fratelli hanno le loro vite, i loro figli e le loro famiglie e, se anche per loro è dura, perlomeno non si ritrovano davanti ricordi continui di quello che era lui.

Lì stiamo bene, ci rilassiamo un po', cerchiamo anche di sdrammatizzare. 5 giorni prima di ritornare a casa ci chiama mia cognata in lacrime. Ha avuto l'esito della colonscopia di mio fratello che pensava di avere un problema banale. Mia cognata vuole parlare di persona con mia mamma, pensiamo subito a qualcosa di grave. Corriamo a casa.
Diagnosi: tumore al colon retto. A soli 38 anni. Con due figli di 3 e di 5 anni.
Lui ancora non lo sa, dopo alcuni giorni di silenzio decidiamo di dirglielo anche perchè lui con in mano il referto cercava info ovunque e l'aveva capito bene o male da solo. Non è un idiota mio fratello. E' intelligente, le cose le conosce bene, abbiamo avuto casi in famiglia di tumore al colon e lui sa che è ereditario.
Lo ricoverano.
Dopo due giorni un'altra botta: ci sono metastasi al fegato.
Dopo altri due giorni un'altra botta: lo devono operare ma i dottori dementi non riescono ad intubarlo per un banale problema di conformazione strana dell'esofago e così si rimanda la cosa.

Insomma, una botta dopo l'altra. Un dolore e uno strazio continuo. Un'ansia che non si spegne mai. Ne' per lui, ne' per noi. Sopratutto per lui che ancora non aveva smesso di piangere papà e che si ritrova a dover affrontare in prima persona un male come questo.

Il medico che lo segue, uno con le palle, determinato a togliergli ogni cm di quel male. Un medico con esperienza. Un medico che vuole fare il tutto e per tutto per salvarlo decide di farlo dimettere da quella clinica di paese che si rifiuta di fare operazioni "sperimentali" e complesse, lo rimanda a casa per questo week end per rigenerarsi e lo fa ricoverare in un centro più specializzato a Milano.
Si ricovererà lì domani.

All'inizio per noi c'è stata la disperazione totale, all'inizio abbiamo pianto. Tantissimo. Dopo papà non ci voleva una cosa simile. Tante domande. Tanti perchè. Perchè proprio noi. Perchè non abbiamo avuto nemmeno un attimo di tregua. Perchè questo dolore. Cosa abbiamo fatto di male.
Dopo la mancata operazione, però sua moglie decide di reagire, facciamo una riunione di famiglia decidiamo di combattere tutti insieme questo bastardo. Di cacciare le lacrime. Di pregare. Di sperare. Anche rincuorati dal coraggio che ci da il medico che dovrà operarlo.
Di fare di tutto per trasmettergli tutta la positività possibile. Siamo sicuri che ce la farà. Gli facciamo coraggio, cerchiamo di infondergli tutta la forza possibile.

Ma purtroppo non basta. Purtroppo nemmeno circondato da tutto il nostro amore, l'amore di sua moglie, dei suoi due adorabili angioletti riesce a reagire. La notte non dorme, continua a dire che morirà, che non è giusto, che non è giusto perchè è nel pieno della vita, perchè avevano appena costruito la casa dei loro sogni e che non se lo meritava. Parla già di notai, di intestare i beni alla moglie per evitare le spese di successione.

Da un lato lo capisco. Ha il carattere mio e di mio padre. Io avrei reagito così, mi sarei fatta la stesse domande, avrei avuto lo stesso pessimismo. Mio padre se fosse stato qui, si sarebbe chiuso in camera e si sarebbe consumato dal dolore.
Quindi lo capisco, Dio se lo capisco. Lo capisco perchè è mio fratello. Lo capisco perchè gli voglio un bene dell'anima. Lo capisco perchè è una parte di me. Ed è proprio perchè lo capisco così tanto che sto così male e che mi fa così rabbia. Perchè io se reagissi così e per un attimo riacquistassi lucidità mi farei incazzare da sola.
Perchè so anche che non deve fare così. So anche che la sconfitta del tumore parte anche dalla risposta psicologica, dalla combattività, dalla voglia di non gettare la spugna.
Ma lui non ne vuole sapere di combattere.
Continua a dire che non è giusto. Ma proprio perchè non è giusto so che deve trovare la forza di prendere a pugni in faccia sto stronzo. Deve farlo per i suoi figli, deve farlo per vederli crescere, deve farlo per lui e per tutte le cose che ancora ha da fare nella vita.

Perchè vi scrivo? Non voglio sostegni per me, io me la cavo, sono talmente anestetizzata che non ho più lacrime da piangere e non sento nemmeno più il dolore, mi interessa solo lui.
Volevo solo sapere se qualcuno di voi è stato a contatto con un malato di cancro. Volevo qualche consiglio su come fare per dargli forza, carica e amore per sopportare tutto quello che dovrà sopportare.
Vorrei potergli parlare, fare qualsiasi cosa per farlo reagire.
Trasmettergli davvero la mia fiducia e la mia speranza.
Mi butterei con un paracadute se servisse per vedergli un sorriso.
Lo so che non è una situazione facile, ma lui non può, e non deve gettare la spugna prima di iniziare a combattere.
Ma non so cosa fare, non so se posso fare qualcosa.
Purtroppo il semplice stargli vicino e farci vedere sereni non basta.

Forse dovrei prenderlo di petto, incazzarmi, fargli un sedere così come quando ha fatto lui in passato per momenti miei di sconforto?
O forse dovrei usare la dolcezza e la comprensione?
O forse parlare d'altro, farlo pensare ad altro?
O forse metterci li e parlare della malattia, affrontarla prima con le parole e poi con i fatti?

Voi mi direte che sono io quella che lo conosce e che sono io quella che sa come prenderlo. E' vero. Ma è una situazione talmente complicata che so che anche con una minima parola sbagliata potrei far precipitare tutto. E non mi perdonerei mai se una cosa del genere accadesse.

Non posso pretendere nulla da lui, lo so. Forse sbaglio a volere che lui reagisca, forse è giusto lasciargli fare il suo percorso interioree stargli vicino in silenzio. So che è in buone mani, che sua moglie è fortissima e lo sostiene giorno e notte con l'amore e il sorriso.
Devo davvero restare qui impotenete a guardare? Ma poi cosa voglio fare io se non ci riescono ne sua moglie ne i suoi figli?
Forse sono solo una povera illusa. Illusa di poter fare qualcosa per lui quando niente e nessuno potrebbero riuscirci..
E' solo che ho fiducia che ce la farà. E vorrei che ce l'avesse anche lui.
Una storia struggente.
Da una parte ti posso capire, mio padre è morto pochi mesi fa dopo una lunga malattia. Una malattia che nel giro di qualche anno lo ha sconvolto fisicamente e poi di conseguenza anche psicologicamente. Ma ha lottato fino alla fine e ha sofferto tantissimo fino alla fine. Per mesi mi sono chiesto se era meglio se fosse morto all'improvviso, magari dormendo per non risvegliarsi più senza accorgersi di nulla, invece che in un letto di ospedale sputando sangue davanti ai miei occhi e soffrendo tantissimo come è accaduto. Da una parte avrebbe sofferto molto meno ma sarebbe stato come un fulmine a ciel sereno e ci avrebbe lasciato all'improvviso senza potergli dire nulla. Dall'altra parte ha lottato per anni con la sua malattia ma gli siamo stati vicino fino alla fine, fino all'ultimo secondo. Da parte mia avrei voluto vederlo soffrire il meno possibile, anche se questo avrebbe voluto dire non poterlo salutare un'ultima volta... Tanto una risposta non esiste e se esiste non cambierebbe nulla.
Posso capire quindi la sofferenza che stai provando, posso capirti perché immagino cosa provi dopo la morte di tuo padre e immagino cosa senti nel stare vicino ad una persona malata che si comporta così.
Purtroppo non ho soluzioni da darti. Ognuno reagisce a suo modo e la cosa che meno vogliono sentirsi dire in quei momenti è quella di comportarsi diversamente da come stanno facendo. Capisco che è una situazione delicatissima e che tu vorresti fare qualcosa, ma penso che, purtroppo, se non è lui in prima persona a reagire non lo si può costringere a farlo. Ho visto mia mamma insistere e "litigare" decine di volte con mio padre quando non voleva più prendere le medicine perché dopo mesi e mesi la situazione peggiorava sempre di più e lui era stanco.
Cosa posso dirti... Stagli vicino il più possibile, magari deve ancora metabolizzare la cosa, è successo tutto così in fretta. Magari reagisce così al momento perché preso dallo sconforto. Da quello che dici si vede che è un padre di famiglia, anche il suo preoccuparsi di notai e cose simili, lo fa per la sua famiglia, pensando a loro. Si sente responsabile lui per gli altri e non viceversa.
Di sicuro sta pagando lo scotto della notizia improvvisa, che lo ha sconvolto. Tu dici che hai scritto qui non per trovare conforto per te stessa ma per tuo fratello, magari tutto quello che puoi fare è solo stargli vicino, spesso i familiari sono le ultime persone che si ascoltano. Se non reagisce nemmeno con i figli e la moglie, magari parlare con qualche medico in presenza della moglie, hai detto che ha trovato un medico coi controcazzi, ecco parlare con lui insieme alla moglie e fargli capire che ci sono delle speranze. Sentire un estraneo (nonché esperto) che analizza la situazione e ricorda che ci sono delle speranze magari può aiutarlo. Hai detto che il medico vi ha dato coraggio nel reagire e vi ha dato speranza, la stessa cosa può funzionare con lui. Certo che il medico dovrebbe essere prima di tutto una brava persona che prende a cuore la situazione e non solo uno che fa il suo lavoro.
Ahimé non ho risposte su quello che potresti fare tu se non la più banale di tutte ovvero quella di stargli vicino e sostenerlo nei momenti più difficili ricordandogli che le speranze ci sono. Cosa vuoi, potresti dirgli che non deve mollare per i suoi figli, per sua moglie, perché hanno bisogno di lui, ma è impossibile saper come potrebbe reagire.
Stagli vicino e trasmetti la tua fiducia ogni volta che puoi, se vorrà accettarla gli avrai dato l'occasione di coglierla.


Già. E io mi sono chiesta e mi continuo a chiedere se non fosse stato meglio avere il tempo di rendercene conto, avere il tempo di salutarlo prima che lui scendesse a fare il riposino consapevoli che poi non avremmo più rivisto i suoi occhi, se fosse stato meglio che morisse con qualcuno di noi che gli tenesse la mano e non li da solo. Ma spero che non se ne sia nemmeno accorto, spero che non abbia sofferto, che non abbia sentito paura nemmeno per un secondo.
Alla fine come dici tu non ci sono risposte. La morte di mio padre è stata meglio per lui, ma per noi è stata un trauma che non stiamo nemmeno avendo il tempo di superare perchè ora ci è capitato un altro fulmine a ciel sereno. Voi magari eravate più preparati psicologicamente, ma l'avete visto soffrire e siete stati devastati da quello. Posso quindi capire il tuo enorme dolore anche se io lo sto provando in modo diverso. Ma si tratta pur sempre della morte di un padre. Poco importa come avviene, importa il vuoto lasciato...

Per quanto riguarda mio fratello, hanno già parlato con il dottore. gli ha detto che lui è ottimista, che ha già fatto quel tipo di operazione e che anche se è complicata e ci vorrà un po' per riprendersi, sopratutto per il fegato, ha funizionato già altre volte con pazienti anche anziani. che mio fratello ha dalla sua il fatto di essere giovane e di non avere altre patologie in atto, gli ha spiegato per filo e per segno come sarà l'operazione e gli sta molto vicino.
Già, forse hai ragione tu..non c'è molto che si possa fare. Magari sta solo accusando il colpo e quando razionalizzerà si renderà conto che le speranze anche se la situazione non è rosea ci sono.
Ma come dici tu è responsabile della sua famiglia, e chissà quante cose gli stanno passando per la testa. anche se ora non dovrebbe pensare al peggio, dovrebbe solo pensare ad essere forte per l'operazione.

Il padre del suo migliore amico era ricoverato nella stessa clinica per un tumore al polmone..ma aveva una carica pazzesca. Diceva che il male bisogna sfotterlo, che bisogna vedere il tutto come una gara ciclistica, fatta di tappe. Di non pensare al traguardo per ora, ma di pensare per tappe.

Vorrei tanto che anche lui la prendesse così, ma purtroppo non posso pretendere nulla. E' giusto che ognungo reagisca a suo modo. Anche se questo senso di impotenza, sommato a tutto il dolore che sto provando mi sta distruggendo. E credo siala stessa cosa, forse anche di più, anzi...sicuramente di più...per mia madre..

Grazie per la risposta, comunque
ciao mia cara, ci siamo già sentiti su msn ma ti rispondo anche qui
non deve abbattersi, per i figli, per quello che ha... e forse sono queste le cose da ricordargli per farlo reagire
il discorso delle tappe è sacrosanto, fondamentale... anche il fatto di guardare in faccia la malattia e ridere di lei...
almeno nella mia esperienza è stato così
LA Mi spiace, non posso esserti d'aiuto, perchè non ho mai avuto esperienze simili fortunatamente

Un abbraccio
purtroppo a parte rassicurarlo e parlargli di reagrire per quello che ha di caro si può fare poco, deve capirlo da sè e trovare la forza che ora come ora non riesce a tirare fuori per la paura. lasciagli del tempo per abituarsi all'idea.
Ho perso mio padre 2 anni fa per un tumore ad uno stadio avanzato. Posso dirti di stare vicini a tuo fratello, che vi aspettano giornate dure ma in questi casi ricevere forza dalle persone che ti stanno intorno è fondamentale. Penso che la sua reazione sia abbastanza comprensibile, dovere dargli il tempo di metabolizzare la notizia, non possiamo chiedere agli altri di essere dei supereroi quando probabilmente se fosse toccato a chiunque noi avremmo reagito molto peggio, purtroppo non si è mai preparati per una cosa del genere che porta allo scoperto tutte le nostre fragilità. Io penso che in questi casi servano 3 cose essenzialemente: speranza, fiducia e bravi medici. Speranza di potere riprendere in mano la propria vita, di mantenere il più possibile la normalità a partire dalle piccolo quotidianità, fiducia nel futuro, nella guarigione, nei familiari ma soprattutto nel medico.
A mio padre tenevamo nascoste le sue reali condizioni ma probabilmente lui preferiva non sapere un giorno ha smesso di chiedere perchè quei litri di chemio nelle vene non lo facevano migliorare ma stare peggio, non ci fu bisogno di dire nulla perchè dal velo di tristezza che gli velava gli occhi capii che aveva perso la speranza.
io penso che in questi casi l unico aiuto che puo esserci e dalle persone che lo conoscono veramente bene e soprattutto dalla voglia che ha lui di accettare aiuti e comunque sara un aiuto molto blando
penso che dipenda molto dalla personalita dell individuo la reazione a una malattia alcuni si danno per vinti alcuni l affrontano di petto altri non gliene fotte piu di tanto
dicono che avere la forza di combattere la malattia aiuti molto, per me sono cazzate, l' unica cosa che aiuta e l' operazione e la medicina. non e che il tuo stato d animo ti aiuta a spingere fuori il tumore
dalla mia esperienza io non ho avuto tanti pensieri prima anche perche e successo in un paio di giorni. ho detto ok facciamolo come se fosse un ingessatura, non me ne fotteva piu di tanto sinceramente mi e stata parecchio sul cazzo la gente che mi stava attaccato a chiedermi come stavo ogni seocndo e se avevo bisogno di qualcosa
poi comuqnue penso che alcuni invece abbiano bisogno di avere qualcuno a fianco quindi penso che devi capire tu cosa gli serve a tuo fratello visto che lo conosci
io resto dell idea che comunque i vari fatti forza dobbiamo sconfiggere la malattia non sei da solo in questa battaglia iu es ei iu es ei non servono a una sega
ti prendi la botta della notizia, ci stai male, poi dopo un po devi cominciare a risolvere il problema non a piangerci sopra
Grazie per le risposte.
Mercoledì pomeriggio lo operano..lui alterna fasi di combattività (poche) a fasi di sconforto (molte).
Teniamo le dita incrociate.
Anche se ho avuto esperienze analoghe non saprei bene cosa dirti, è sempre una situazione difficile.
Per cui sarò realista: è fondamentalmente una questione di culo.
Sei hai medici che ne capiscono, se imbroccano la cura giusta (le chemio sono sempre dei calderoni di roba un po alla cazzo di cane), se il paziente reagisce bene o no...
Secondo me il segreto non è combattere ma accettare quello che sta succedendo.
Questo sia per la persona malata sia per chi sta accanto.
Bisogna accettare la malattia e rendersi conto che il tempo a disposizione sta diminuendo, e cercare di goderselo il più possibile.
Se si è troppo preoccupati per il futuro si rischia di sprecare i momenti rimasti da vivere veramente.
E' una cosa difficilissima ma secondo me è quella più giusta da fare.

Comunque aspettate l'esito dell'operazione, ma ricordate che ci sono cose più grandi di noi, e di quello che possiamo fare.
una mia amica ha due figli piccoli e sta facendo la terapia radio ora.

il più grande aiuto che puoi dargli è non compatirlo. il malato c'è ma non deve sostituire la persona.

in bocca al lupo.
Ciao Little Angel, ho letto tutto ciò che hai scritto e mi è venuta la pelle d'oca. Perchè ho vissuto sulla mia pelle un periodo simile al tuo in cui nel giro di 5 anni ho visto mia zia (ammalatasi a 30 anni di linfoma e morta a 39), mia madre ammalarsi di tumore alle ovaie e grazie a dio guarita e dopo poco tempo morta mia nonna di tumore al cervello a 62 anni.

Ho vissuto tutto questo tra i 12 e i 7 anni fa. Ho iniziato a capire la merda di questo mondo a 14 anni quindi, quando mi continuavo a chiedere per quale fottuto motivo dovevo passare più tempo negli obitori che ad una festa di famiglia come può essere un matrimonio.

Mia madre tra l'altro è la sorella della mia zia morta e la figlia della nonna di cui ho parlato....Ti lascio immaginare, dopo 12 anni che si è ammalata ed è guarita, in che stato mentale e psicologico vive. E fa vivere tutta la famiglia me compreso...

L'unica cosa che ti posso dire è di stare vicina in tutti i modi a tuo fratello e a tua cognata, di stringervi tutti insieme e fargli coraggio. Spero con tutto il cuore che tra qualche mese aprirai un nuovo topic dove ci dirai che tuo fratello è guarito e sta bene

Altro non posso e non so dirti.... quando capitano, capitano tutte insieme. E sembra che non ci sia più niente da fare in tutti i sensi. A volte mi chiedo che senso ha tutto questo...

*

So dell'esistenza di associazioni che si occupano (non so se a titolo gratuito, ma immagino quantomeno per un compenso minimo) di fornire supporto psicologico -credo- professionale a persone che stanno attraversando malattie gravi come quella di tuo fratello, nonche' ai familiari. Al momento non mi sovviene, se puo' interessare (credo che googlando si trovino facilmente info) mi spremo le meningi per ricordarne il nome.
Oddio, piccola... mi dispiace tantissimo... è da non credere.
ti rispondo in prv...
un abbraccio enorme
Stargli vicino. Devi avere fede nella medicina di oggi. Non è passato nemmeno un anno per me che ho perso mio padre. Lo so è paradossale come cosa ma abbi fiducia nei dottori....

un abbraccio...
Letto tutto attentamente.

Parole di conforto non ne ho, ci sono passato di mezzo anche io con parenti stretti e con me non hanno funzionato, penso siano inutili.. mi sembra abbastanza ipocrita da parte di una persona amica dirti "tranquilla cerca di pensare positivamente tutto si risolverà".. è solo un modo per cercare di addolcire il tutto con l'aggravante del crearti false speranze. Si dai sarò cinico del dire quel che penso però sono fatto così, preferisco non dire nulla e star vicino a chi sta soffrendo anche solo con la presenza.. almeno, così è come vorrei che mi si trattasse. Si ok io probabilmente per come sono fatto se mi fosse capitata una cosa del genere non l'avrei detto a nessuno per non complicare le vite di altri ma il caso di tuo fratello è più difficile da gestire per via della famiglia, dei figli piccoli.

Dipende molto dal carattere della persona, consigliare cosa fare può esser d'aiuto a una persona che si perde o non sa cosa fare o, peggio, se chiede aiuto dalla paura.. non so cosa va fatto, posso a malapena parlare per me stesso figuriamoci per altri, però posso dire che mi dispiace un sacco per tutta la vostra famiglia, è un colpo davvero basso non avere neanche il tempo per piangere un padre prematuramente scomparso e dover affrontare tutto questo ora.

Si è vero, la medicina moderna fa miracoli, dovreste forse provare a ragionare più freddamente su questo, il medico ha ragione: è un adulto in piena forma fisica senza altri problemi e giovane di età, io credo ci siano ottime possibilità che l'intervento vada a buon fine ma non me la sento di dirti di non preoccuparti.

Tu piuttosto sei un'ottima sorella, stai male però hai quel qualcosa che ti fa restare coi piedi per terra e pensi soprattutto a tuo fratello invece di disperarti.. non ho molto altro da dire, vorrei poter uscirmene con una di quelle belle frasi fatte, con qualcosa di brillante per tirarti sul il morale ma sono abbastanza silenzioso di mio e non credo riuscirei nel mio intento.

Hai anche il mio abbraccio, ripasserò di qua spesso sperando che tu abbia la forza e il tempo di farci sapere o di tenerci semplicemente aggiornati.

Robbi.
p8 io sono un po' come te, e mio fratello è come noi.
Silenziosi, che guardano e riflettono, che stanno vicino cercando con i gesti di far sentire che ci siamo, ma non con le parole.
Anch'io odio le parole e le frasi di circostanza e forse è proprio per questo che mi riesce difficile trovare qualcosa di sensato da dire o da fare. Perchè alla fine forse non c'è proprio niente da dire ne da fare se non esserci.
Ieri sono andata a trovarlo all'ospedale a Milano. La tac ha confermato il tumore all'intestino e le metastasi. Anche i medici sono sbalorditi perchè mio fratello è un omone robusto e a vederlo non si direbbe proprio che abbia dentro tutto quello schifo.

Lui ha l'umore altalenante. Appena parlato coi medici che gli hanno confermato l'intervento è andato in crisi, poi parlando un po' con me e mia cognata e sdrammatizzando un po' pareva essersi ripreso.
Non gli ho detto nulla, solo un abbraccione prima di andare via. E so che lui ha apprezzato. Perchè io avrei apprezzato.

Nel primo pomeriggio oggi lo operano..io ho un'ansia che non vi dico..chissà lui poveraccio. Spero davvero che tutto andrà bene anche se so che questo è solo il primo passo. Ma forse sapere che dentro non ha più quel male tirerà un po' su psicologicamente anche lui.

Lo so che non posso pretendere che lui la prenda come vorrei, ci mancherebbe. Però anche sentirlo ripetere continuamente che morirà, che non ce la farà, che si vuole buttare dal 5 piano non è per niente divertente. Per fortuna ogni tanto ha lampi di combattività perchè se no probabilmente, se non fosse stato per i suoi figli, si sarebbe davvero già buttato.

Grazie a tutti. Vi farò sapere come è andato l'intervento

edit: per quanto riguarda i supporti psicologici, è vero, potrebbero essere utili anche se io non ho mai avuto 'sta grande fiducia negli psicologi..forse perchè so di essere una persona che si tiene tutto dentro e credo che con me non caverebbero un ragno dal buco ma magari per lui o mia cognata o mia madre potrebbe servire
Comunque vediamo come va l'operazione..nel caso poi vi chiederò qualche contatto
chiuedete pure il thread.
ci hanno appena detto che è arrivato fino al polmone.
In questo momento gli stanno togliendo quello all'intestino, il fegato non glielo toccano.
Gli faranno la chemio, lo devasteranno per farlo stare qui ancora quanto? 1? 2? 0.5 anni?

Ma vaffanculo va.
Avevate ragione voi. Sperare non serva a un cazzo.
Grazie a ttti cmq
Mi spiace little, auguri comunque e un abbraccio.


Ecco quello che intendevo ieri, sul dare false speranze.. se ti avessi scritto le classiche frasi di circostanza ieri, ora mi sentirei un deficiente completo.. un ottimista mi definirebbe pessimista ma non è così, mi rendo conto perfettamente della tua situazione purtroppo e l'unica cosa che mi vien da dire è "mi dispiace "..

Ci sono passato, alcune cose proprio non riesco a capirle e ora ci stai passando tu.. immagino tu sia arrabbiata con qualcuno, cerchi di dare la colpa per poterti spiegare il perché di tutto questo e il come sia possibile che vi stia capitando e sotto un certo punto di vista aiuta anche.. cerca però di rimanere razionale e lucida, la vera forza è quella, non abbatterti e stagli vicino se te lo permetterà, piangere non serve davvero a nulla.

Mi piacerebbe però sentire ancora su tutto questo, se vorrai far chiudere il thread non c'è problema ma se ne sentissi il bisogno manda pure qualche pm.

Mi dispiace davvero tanto, rinnovo l'abbraccio.


R.