Visto che il contest anni 70 ha preso la piega (bella) di proporre quasi solo dischi noti e famosi vorrei proporre un secondo mini-contest con lo scopo di scoprire più gemme nascoste.
“Il fuori salone” del contest anni 70 in cui si propone un solo disco, con due soli principi di selezione:
Non deve essere uno dei dischi più famosi, per regolarsi basta guardare se è in liste tipo questa, se c’è, non si può.
Idealmente deve essere qualcosa che gli altri possono ascoltare con moderato piacere, per cui scegliere robe che possano piacere.
So che è impegnativo fare questo E il contest per cui la butto lì; se c’è un numero sufficiente di adesioni imbastiamo velocemente.
Ovviamente il contest anni 70 originale ha la priorità per cui non è nemmeno da pensare di paccare quello per questo.
Se volete dire che partecipate E proporre già il disco potete farlo senza problemi
Nel 1973 i Roxy Music mettono sta foto nel loro album For Your Pleasure, l’ultimo dove suona Brian Eno
Tutti si chiedono “minchia, e chi è questa?”
Beh, una che può raccontare di essere nata a Saigon, sono pochi quelli ancora vivi nati a Saigon, che già ti alza il carisma di +10.
Poi apri bocca e tutti “apperò senti che velluto, come fai di nome?”
Amanda
E dopo “Ciao, sono David Bowie, senti a me, tu devi cantare”
E succede un macello:
18 album, più di 50 singoli e circa 15 milioni di album e 25–30 milioni di singoli venduti nel mondo
Scelgo l’album:
La copertina è già un universo:
Su Allmusic sta a 4 stelle, così, per gradire
Per ascoltarlo è un casino, su spotify non c’è completo, si vede che qualcuno avrà detto “sucate”.
Per cui vi metto playlist completa raccattata dal tubo
Si parte subito col botto con Fashion Pack perchè prima il pelo e poi buongiorno:
Seguono:
Forget It, che te l’appoggia piano e poi decolla
Lili Marleen, la coverina che ci sta di lusso che stava sul cazzo a Goebbels
Poi il pezzo che da il titolo all’album, che ti gratta la pelle, sentori di arrangiamenti lontani nel tempo
E taac che arriva The Sphinx, livello UFO, se hai il sub non capisci più un cazzo
Giunto qui capisci cos’è la classe di atmosfere analogiche ma non basta, quel coro ti arriva soave e avvolgente che piangi, l’accordo nostalgico per antonomasia, spegni tutto e viaggi
E poi Black Holes per gradire momenti di perdizione.
Leggi il setup della gente che ha lavorato per l’album su wikipedia e dici “me cojoni, non erano gli ultimi dei peracottari dai” sembra di sentire contemporaneamente multi influenze in un solo pezzo senza che te ne accorgi però
Arriva Intellectually, che ti chiedi “porca troia il French Touch quando l’appoggia piano sono cazzi acidi per tutti” sintetici da godimento
E poi all’improvviso Miroir e ti senti già a Parigi con la baguette sudatissima nel culo, così a sfregio
E si chiude con Dreamer che pare un cartonato deforme così vai a nanna tutto sminchiato.
Io includo questo bell’album “pop-country” Di Nicolette Larson “Nicolette”.
E’ un disco veramente piacevole e godibile, con un certo successo all’epoca ma in genere poco noto che sappia io, e meriterebbe di più, imo, nel suo genere.
La cosa che mi piace di più di quest’album è che semplicemente trasmette gioia.
Lei ha comunque girato attorno come cantante d’accompagnamento a tanti nomi importanti dell’epoca; Neil Young, Linda Ronstadt, the Doobie Brothers …
Ci sono molte valide cover di pezzi famosi, lotta love di Young, You send di Sam Cooke, Come Early Morning di Don Williams (meglio dell’originale imo)
Ho un aneddoto che riguarda “In a Gadda da Vida” degli Iron Butterfly:
alla tenera età di 13/14 anni, armato di una classifica dei migliori dischi degli anni ‘70 di HM (rivista metallara dell’epoca), andai in un negozio fornito e me ne andai con la cassetta in questione.
E’ un disco strano, molto hard rock ma anche parecchio prog, insomma a parte qualche pezzo il disco mi risultò un po’ indigesto. All’epoca stavo appunto esplorando la galassia metal, mi sentivo un po’ di tutto, dagli Anthrax ai Cinderella, ma la scintilla vera da cui nacque tutto questo furono i Deep Purple.
Non era questo l’aneddoto…
Un mio amico fonico ha lavorato con loro, e chiacchierando è saltato fuori che uno dei membri della band telefonò ad un altro per fargli sentire un giro e un riff che piacquero molto, il fatto è che il destinatario della telefonata stava talmente fatto che quando si appuntò il nome del pezzo suggerito dall’autore scrisse, appunto, “In a gadda da Vida”, invece del titolo pensato dall’autore che era “In the garden of Eden”.
Agevolo la title track, un assoluto capolavoro
Signori e Signore, sua emozionità immensissima the voice from anime così soul che piagni alle prime tre sincopi, aka tutto un riverbero così cupo e asciutto che ti si formano le goccine tipo in automatico.
Ann Peebles, classe '47, tipo dopoguerra, anni 24 al conio del terzo vinile, ti chiedi “apperò allora le interpreti che spostano sono esistite”
Repertorio con i controcazzi, pezzi strappatutto.
Ma andiamo a scegliere quello del 71 che arriva più sincero.
Cioè così sincero che se lo vuoi meglio devi regredire all’età della pietra.
Con questo vi si squaglia l’anima.
Un quasi 5 su allmusic per chi non si fida delle proprie orecchie.
Assaggino così ti metti nel mood “quello che non c’è non si rompe”
senti come tira, domani mattina mettitelo in auto sulla salerno reggio calabria e vedi come stai già meglio,
poi al ritorno all’imbarco pe messina ti metti questo
Famoso tra gli artisti ha sfornato un album più bello dell’altro, con un suo stile tra folk/blues/rock etc ma che è sempre o quasi rimasto sotto traccia, per scelta.
Sue moltissime canzoni rese famose da altri come Cocaine, Call me The breeze etc…
Tra chi ha fatto cover sue si annovera:
Eric Clapton
Captain Beefhearth
Lynyrd Skynyrd
Bryan Ferry
Il suo primo album, come tutta la sua discografia, lo ho sempre trovato godibillissimo e ci torno spesso per un po’ di rock folk “chill”