Agorà scrive un porno

E mentre era li che, quasi sfinito e madido di sudore, continuava a raggiungere la terza tacca per poter dare un pò di godimento a Fiordalisa, ecco che a Ramiro balenò in testa una idea stravagante quanto originale.

“perchè non prendere uno di quei ratti che stanno divorando il corpo smembrato di mia madre nel pozzetto e mentre posseggo Fiordalisa, me ne infiilo uno nel culo ancora vivo?”

E così Ramiro smise di pompare duro e…

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is this a Ragout story?

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Corse verso l’auto, inserì la chiave nel cruscotto e girò rapidamente, il suono del motore gli fece pompare il sangue dal pene alla testa. Sfrecciò via verso casa, le ruote stridendo sull’asfalto mentre il mondo fuori sembrava dissolversi in una scia di luci e ombre.

Non c’era più tempo per pensare, solo per correre, come se ogni secondo passato a rallentare fosse un secondo rubato alla sua stessa vita.

La sua mente era un turbine di immagini e sensazioni. Le sue mani sul volante stringevano con forza, quasi come fossero ancore a cui aggrapparsi per non essere trascinato via dalla tempesta dentro di sé.
Ogni curva presa al limite della velocità lo avvicinava a quella destinazione che lo chiamava come un canto irresistibile, caldo e profondo.

Arrivò davanti al portone di casa, frenando bruscamente, il rombo del motore rimbalzava sui muri come un’eco di desiderio trattenuto troppo a lungo.
Salì le scale due gradini alla volta, la chiave già tra le dita, pronta a spezzare l’ultima barriera tra lui e ciò che bramava.

Aprì la porta e lei era lì, ad aspettarlo.

il ratto nel culo :rotfl:

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summon @Ravenian per il doppiaggio

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La madre? :rotfl:

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“RIGOBERTO, PROPRIO TU!”
E Ramiro dal niente si cagò addosso.

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Comunque ora teoricamente abbiamo Fiordalisa in attesa Ramiro smerdato con rigoberto davanti a lui, i ratti e la mamma morta.
Quindi presumo che Rigoberto aiuterà Ramiro a pulirsi il culo, con musica di 2girls1cup in sottofondo, poi arriva Fiordalisa incazzatissima e parte il manage a 5 cn ramiro, fiordalisa, rigoberto, il ratto in culo e la mamma morta.
Musica, titoli di coda, applausi.

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qua ci comprano i diritti per una serie. io ve l’ho detto.

Sono molto orgoglioso di tutti voi.

Questo è come proseguirebbe chatgpt dopo avergli incollato dentro tutta la storia

Ramiro rimase immobile, con i pantaloni ancora calati fino alle caviglie e un’espressione di puro smarrimento sul volto. La voce che aveva pronunciato il suo nome—o meglio, il nome che non sentiva da anni, Rigoberto—aveva un tono che mescolava sorpresa e autorità, ma il suo significato era spietato: il passato che aveva cercato di seppellire stava riemergendo con una forza inaspettata.

Davanti a lui, nell’angusta penombra dell’ingresso, si stagliava una figura. Non era Fiordalisa, né un ratto. Era un uomo robusto, con una giacca di pelle consunta e una cicatrice evidente che gli attraversava il sopracciglio destro. Il suo sguardo bruciava di un’intensità che sembrava perforare Ramiro come una lancia infuocata.

“Pensavi davvero che non ti avremmo trovato, Rigoberto?” disse l’uomo, facendo risuonare quel nome con un’enfasi inquietante. “Le cose che hai lasciato a metà hanno sempre un modo di tornare.”

Ramiro sentì le gambe tremare. I ricordi che aveva cercato di ignorare per anni iniziarono a riaffiorare come bolle d’aria in un mare oscuro. C’erano questioni in sospeso, storie che si intrecciavano a quel nome—Rigoberto—che credeva di essersi lasciato alle spalle. Ma il passato non si lascia mai dimenticare così facilmente.

“Non so di cosa stai parlando,” balbettò Ramiro, cercando di mantenere la calma mentre tirava su i pantaloni con una fretta goffa.

L’uomo sorrise, un sorriso gelido e privo di umanità. “Oh, lo sai benissimo. E anche i ratti lo sanno.”

Quell’ultima frase fece gelare il sangue a Ramiro. Come poteva sapere del pozzetto, dei ratti, della… sua “soluzione” alla perdita della madre? La stanza sembrava chiudersi attorno a lui, le pareti strette come una trappola.

“Che vuoi da me?” chiese, con un filo di voce, mentre cercava disperatamente una via d’uscita mentale o fisica.

“Non è cosa voglio io,” disse l’uomo, avanzando lentamente. “È cosa vuole lei.”

Ramiro strabuzzò gli occhi. “Lei chi?”

Un rumore provenne dalla cucina. Un suono viscido, umido, come qualcosa che si trascinava sul pavimento. Il respiro di Ramiro si fermò quando una figura si materializzò dall’oscurità. Era impossibile, assurdo, ma lì, di fronte a lui, c’era… sua madre. O meglio, ciò che ne restava.

Era avvolta in un sudario di stracci, la carne imputridita che emanava un odore dolciastro e nauseante. Gli occhi, vitrei e senza vita, erano puntati direttamente su di lui.

“Rigoberto,” disse con una voce che sembrava provenire dall’oltretomba, “è ora di finire ciò che hai iniziato.”

Ramiro fece un passo indietro, inciampando nei propri piedi, mentre un urlo gli si formava in gola ma non usciva mai. In quel momento, l’uomo con la giacca di pelle chiuse la porta alle sue spalle, bloccandolo nella stanza con quell’incubo ambulante.

“Benvenuto a casa, Rigoberto,” sussurrò.

“Ah, vedo che ti diverti ancora a salutarmi così Ramiro” disse Rigoberto, facendo un passo indietro e osservando con disgusto il fratello.
“Sai vero che non fa ridere nessuno? Da quanto tempo lo fai? Anche la mamma ti diceva sempre che cagarsi addosso non è un grande scherzo da fare”.
Ma niente, Ramiro non l’ascolta, è lì che ride a crepapelle, tutto smerdato e dandosi delle grandi pacche sulle ginocchia “Ahah, la tua faccia, dovresti vedere la tua faccia!”.
Rigoberto scuote il capo “Ma vedi che sei coglione pure, ti ho detto che col Covid non sento più niente…” alza le spalle, scuotendo il capo e girandosi verso casa “Dai su, dov’è la vecchia, MÀ! Sono a casa!”

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Cioè Ramiro si caga addosso a comando per fare gli scherzi? :rotfl:

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Pausa letteraria [on]

Certo che è stato porno per 3 minuti poi tutti a cagarsi addosso eh, NGI non cambia mai.

Pausa letteraria [off]

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in b4 scopata e cagata nella doccia insieme

e termina tutto con Ramiro che invita Fiordalisa a mangiare il risotto.

fixd

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E Ramiro, in quel momento, capì: era tutto un sogno? Un incubo? Sua madre? Suo fratello? Che diavolo stava succedendo? O la realtà stava collassando su di lui, frantumandosi in pezzi di follia schizofrenica che non riusciva più a ricomporre? Su una cosa aveva certezza assoluta. Le sue mutande erano imbrattate di merda.

Si alzo, si ricompose e si guardo allo specchio. “Sono invecchiato”, si disse.

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Fissando il suo riflesso nello specchio incrinato, vide qualcosa che non aveva mai notato prima. Non era il viso segnato dalle rughe o i capelli grigi che gli erano spuntati durante l’ultima settimana di caos mentale. Era qualcosa di più profondo, una vibrazione nell’aria, un’ombra che danzava nei suoi occhi, un riverbero di colori che non avevano nome. L’idea stessa del tempo sembrava fluttuare, come se il riflesso fosse leggermente in ritardo rispetto ai suoi movimenti.

Provò a girarsi di scatto, ma nulla dietro di lui giustificava quella presenza o sensazione strana. Tuttavia, quella percezione non lo abbandonava. Era come se qualcuno, o qualcosa, stesse osservando da un punto appena fuori dalla portata della sua vista, un angolo dell’esistenza che non avrebbe mai potuto afferrare.

Poi, le pareti del bagno cominciarono a tremare…