Agorà scrive un porno

Thread del venerdì? Thread del venerdì.

Volevo aprirlo in Libri, Comics E Manga ma è infestato da persone strane tipo @Attela , quindi andiamo su Agorà che invece sono tutti normali, psicologicamente stabili ed emotivamente affidabili.

Scriviamo un pornaccio tipo “my dad wrote a porno”, ma collettivamente.

Regole:

  • quotate il brano precedente per continuarlo
  • aggiungete il vostro testo, non troppo lungo
  • il testo del porno va messo in un colore non standard per distinguerlo dal resto dei commenti
  • se le persone scrivono in contemporanea e il racconto diverge non è un bug, ma una feature: si tratta di universi paralleli
  • grottesco: quanto basta
  • pacchiano: yep, a palla
  • fastidioso o squallido: evitiamo per favore
  • sessualità: a piacere e in abbondanza, occhiolino (cit.)

Incipit:
Era dalla gita aziendale del 2008 che Ramiro non si era sentito così desiderato. Certo, quella volta era finita con una volante dei carabinieri e un’indagine delle risorse umane (poi insabbiata), ma il brivido elettrico di quell’intesa inaspettata non era mai stato completamente dimenticato.
Oggi, e in pieno giorno, sembrava proprio che avrebbe realizzato la sua fantasia più segreta…

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Oggi, e in pieno giorno, sembrava proprio che avrebbe realizzato la sua fantasia più segreta…

AVREBBE SPARATO AL CEO

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con la sua pistola di carne caricata a liquido seminale

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lol già due universi. Mettete il colore al testo, infami analfabeti.

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Fatevi avanti, pavidi.

… quella stessa fantasia improvvisamente divenuta tale proprio nell’angusto e dall’illuminazione così curiosamente soffusa dell’ufficio delle risorse umane, tanto diverso da come poteva pensare essere non fredda ed austera con un rappresentante dell’azienda dai modi così falsamente amichevole, ma invece stranamente accogliente e informale, con un divano in falsa pelle, nero, in un angolo ed una telecamera, apparentemente spenta, posta su un treppiede di fronte ad esso, e fu in quel momento quando…

EDIT: Per inserire un testo colorato, nel caso servisse, inserite il codice esadecimale al posto dell’asterisc.o della formattazione della tavolozza.

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quell’immagine surreale lo colpì con un misto di eccitazione e allerta. Ramiro si passò una mano sul mento, chiedendosi se avesse mal interpretato la situazione. Era lì per firmare un modulo, o almeno così gli era stato detto. Ma l’atmosfera del luogo—il divano, la telecamera, l’insolita penombra—sembrava suggerire tutt’altro.

La porta si chiuse alle sue spalle con un leggero clic. Una voce femminile, bassa e tagliente, si fece strada attraverso la stanza:
“Finalmente. Stavamo aspettando solo te.”

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“Mi hanno massacrato nella vita, ma sborro ancora come un cammello.”

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Sarebbe bene non incorporare materiale di scrittori professionisti, se no evidentemente sfiguriamo. :asd:

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Tempo un mese e qualche produttore ve lo ruba e ci diventa ricco :asd:

Disse Ramiro, con un tono quasi di rassegnazione, voltandosi per guardare la donna che aveva appena parlato. Nella sua mente, nei mesi precedenti, già immaginava che si sarebbe trovato in quella situazione, presto o tardi, ben cogliendo i languidi sguardi di Fiordalisa, la ragazza delle risorse umane che spesso si lasciava andare in battute e commenti che ben pochi dubbi lasciavano trasparire sullel sue reali intenzioni con Ramiro.
Tuttavia davanti a se non trovò la scena che si aspettava…

capito @brom?

No, chi devo bannare? :look:

Fiordalisa era lì di fronte a lui, ma non indossava una lingerie o un completo sexy, no, era travestita da Silvio Berlusconi, un defunto politico italiano che era noto per avventure sessuali delle più stravaganti. “Facciamo un gioco Ramiro” disse la ragazza, mentre avanzava verso di lui celata dietro la maschera del Presidente “Tu ora sei la nipote di Mubarak” disse, con tono deciso, mentre accarezzava tra le mani una statuina di Priapo…

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Io non sono bravo a scrivere una storia, ma mi offro per interpretarlo.

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… e preso di coraggio dall’atmosfera goliardica, Ramiro si abbassò di scatto i pantaloni e le mutande in un solo gesto all’unisono, lana fuori cotone sui gioielli, fino alle calcagna, tanto che si graffiò tutta la gamba, con la fibbia del pantalone, una fibbia di ferro e rame che gli aveva regalato il nonno messicano, e fierò mostrò il suo arnese, turgido come un legno di wengè, l’inquadratura epica faceva supporre almeno una ventina di cm, e di fronte a lei esclamò: “Lo vuoi sentire dentro alla prima, alla seconda o alla terza tacca? Fanno 75k per tacca”

vediamo cosa dice il Presidente

Lei rispose senza indugio, avvicinando il suo pertugio, dai non battere la fiacca, infila ora fino alla terza tacca.

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“Ah che goduria” pensava Ramiro.
Con i ricordi tornò all’anno prima, quando si congiungeva in amplessi sfrenati con l’anziana madre, defunta di ictus la primavera scorsa ma custodita ancora gelosamente nel pozzetto refrigerante in cantina.

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Non era stato facile farla a pezzi, e periodicamente si ripresentava il problema dei ratti, che frequentemente provavano a cibarsene. I piccoli bastardi erano sempre più audaci, come se sapessero che aveva le mani occupate con altro. Ogni volta che credeva di aver risolto, quei cazzo di roditori si intrufolavano di nuovo, come se la città intera fosse un gigantesco nascondiglio per i loro piccoli appetiti.

Era stanco di combattere. Il corpo nel pozzetto, quella figura che aveva dovuto smembrare come un dannato puzzle, lo guardava come se avesse ancora qualcosa da dire. Ma non c’era più niente da dire, solo quel silenzio che sembrava più pesante di una bara, e l’ulcera che bruciava nello stomaco.

I ratti, però, non erano il nemico più grande. L’aveva capito troppo tardi: era lui stesso il peggior nemico. Eppure, ogni giorno, ci riprovava, tra un bicchiere e l’altro, cercando di non farsi schiacciare dal peso della routine. La vita continuava, con le sue fottute sorprese e con il suo impatto, che lasciava il segno anche quando cercavi di sfuggirgli.

Ma quei dannati ratti… Quella mattina, forse avrebbe potuto risolvere la questione in un solo colpo.

“Forse il Presidente puo aiutarmi”, pensò, mentre il/la penetrava con veemenza.

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Premio Strega sicuro, a questo punto.