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#31 |
War is in your blood.
Join Date: May 2009
Location: Hvergelmer
Posts: 16,273
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Splitto dal thread del sessismo, che magari questa cosa vale la pena continuare a discuterla. Vediamo se va da qualche parte.
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One spark. From darkness, light. Ignition. | All we ever see of stars are their old photographs. Because you wouldn't have it any other way. | There is a Great Beast loose in the world of men. Time is strange. At first, it feels boundless. | Daddy. There's a tree growin' outta your grave. Ogni tanto scrivo cose su Medium. E ogni tanto streammo. |
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#32 |
Registered User
Join Date: Jun 2011
Posts: 12,520
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Ok, vediamo come va.
Il 3d è originato su sessismo ma direi merita prendere una piega sua, visto che presumo il tema possa interessare varie persone. Premesso che come nel topic sessismo eviterei uscite idiote e fuori luogo sull'argomento, lo userei come un spazio per discutere del vastissimo argomento, linkare notizie utili/interessanti, ma anche sharare esperienze per chi vuole/è interessato (persone interessate o chi lavora nell'ambito) e fare domande etc Non fatemi pentire di aver chiesto lo split viste certe derive che si prendevano su addio ad esempio su questi argomenti, grazie. Magari aggiorno anche l'OP intanto Last edited by CrazyWildhog; 13th February 2021 at 00:06. |
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#34 |
Registered User
Join Date: Jun 2011
Posts: 12,520
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Devo dire di sì, l'ho notato anch'io, forse perché è più trasversale. Va detto però che ho gia sentito una giusta rimostranza in merito, nel senso che come per il sessismo ha allontanato le donne mi è stato fatto notare che certe baracconate su addio hanno fatto passare la voglia a più di uno di aprirsi.
Evitiamo stronzate, grazie, ci pensa già la rl a martellare |
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#35 | |
Registered User
Join Date: Jun 2011
Posts: 12,520
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Quote:
È appunto per questo che ponevo prima l'accento sul fatto che, visto il numero di persone che ne soffrono a vario titolo ed entità, se ne parla veramente troppo poco. La patologia non riguarda solo i soggetti a "bassa funzionalità" (concetto che trovo assolutamente aberrante, ma usato ancora spesso come metro di valutazione nel percorso terapeutico), quelli che ne soffrono in maniera palese a chiunque, ma anche ad una massa enorme di persone che socialmente "funzionano" (lavorano, mantengono magari famiglia etc) camminando sovente sul filo del rasoio tra stabilità e crollo, che magari in vari modi riescono a gestirlo (e celarlo) per tutta la vita. Un bornout legato a una serie di fattori particolarmente stressanti che magari possono accavvallarsi in un dato periodo può portare a gravita tale da richiedere un ricovero, e non è infrequente avvenga, anche a persone senza uno storico alle spalle di patologia, e sto citando una situazione relativamente comune. Last edited by CrazyWildhog; 13th February 2021 at 00:30. |
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#36 |
A distant star in space..
Join Date: Oct 2001
Location: Night Before Armageddon
Posts: 10,727
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Lascio un paio di spunti sparsi che se interessano magari riprendo più avanti.
Ci sono vari motivi per i quali il disagio mentale, pur essendo diffusissimo, non riceve la giusta attenzione. Provo a buttarne giù qualcuno: 1) Punto già in parte toccato nel thread: la relazione, molto stretta, fra contesto collettivo e disagio individuale. Questo non significa fare riduzionismo (approccio detestabile) ma riconoscere come il malessere individuale non isolato nell'iperuranio ma sorga e si manifesti in date forme anche grazie al contributo dell'ambiente (culturale, storico e materiale) collettivo. Jung diceva, correttamente, che molto spesso il sintomo è un simbolo, cioè che la forma che il disagio assume non sia mai casuale ma contenga in sè sia la sofferenza che il nodo della sua risoluzione. La diffusione di malesseri come la depressione, l'autolesionismo, il senso di colpa schiacciante ecc sono strettamente legati alle condizioni collettive e così com'è sbagliato fare riduzionismo materialista tanto lo è farne uno "personalista", cioè che pretenda che la biografia e la storia dell'individuo non si stagli su uno sfondo collettivo. Prendere sul serio la sofferenza, significa aprire una faglia in ciò che si considera normale, tanto a livello individuale quanto collettivo, e quindi come società significherebbe riconoscere il sostanziale fallimento di molte delle idee fondanti del contemporaneo: il mito del successo, della competizione, del consumo e via discorrendo. Quindi o non si fa o si fa riduzionismo, di stampo biologico e comportamentale. Mark Fisher ne parla bene nel suo celebre "realismo capitalista", che mi sento di consigliare. 2) Il disincanto. Aspetto in parte già esaminato al punto precedente, esaminare la sofferenza significa, implicitamente o meno, anche mettere in crisi molte strutture personali / sociali, come ad esempio riconoscere che spesso le famiglie, inconsapevolmente o meno, finiscono con il riprodurre storie storte che vanno avanti da generazioni, o che magari i desideri che vengono spinti come positivi per noi non lo siano affatto ecc. Quindi, ancora una volta, si preferisce una dolorosa certezza all'ignoto. 3) Decadimento e impoverimento del tessuto culturale. Oggi il discorso sul malessere mentale si svolge perlopiù sotto il nome del positivismo riduzionista o del cognitivismo/comportamentismo (che ne è l'altro aspetto della medaglia), forme di pensiero povere ed insufficienti, incapaci di cogliere a fondo il senso e contenuto del disagio e buoni solo per fare terapia del conformismo, la morte dell'anima. Fino a qualche decennio fa non era così e l'approccio era più ricco ed integrato, così come il dibattito pubblico: c'era un'alleanza molto forte fra mondo culturale e società civile che ha permesso importanti cambiamenti come la legge Basaglia. Si privilegiava un approccio a tutto tondo, che non escludesse il sapere umanistico come la filosofia. Quest'incontro ci ha regalato tante ottime idee e tanti capolavori letterari e cinematografici. 4) Tagli e mancanze di risorse. Portare delle idee nuove non basta se poi però non vengono stanziate le dovute risorse, ed è proprio il caso della riforma Basaglia, rimasta nella sua parte più attiva e viva di fatto quasi solo sulla carta proprio per mancanza di investimenti e formazione. Su come poi il modo di trattare la malattia mentale incida moltissimo anche sul suo stesso decorso, consiglio l'ottimo "una stanza piena di gente" di Keyes, che documenta il caso Billy Milligan, cioè il primo caso di riconosciuta incapacità di intendere e volere negli Stati Uniti dovuti alla personalità multipla. In termini semplici e con molta sensibilità viene ricostruita tutta la vicenda ed i suoi decorsi, impossibile non appassionarsi e toccare con mano una situazione di concreta sofferenza mentale, le sue cause e conseguenze.
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Having long tasted the happiness of caressing the waists and breasts of the heavenly maidens, once again the very terrible touch of the devices which crush and cut (one's) organs in hell will have to be endured. [...] (Since you) will have to suffer thus, take up the bright lamp of the threefold virtue; (otherwise), you alone will have to enter the endless darkness which is not destroyed by sun or moon. Last edited by Sergio Baracco!; 13th February 2021 at 01:09. |
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#37 |
Registered User
Join Date: Jun 2011
Posts: 12,520
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Molto interessante, baracco posta poco ma sempre puntuale.
Su alcune cose non concordo pienamente, su molte altre sì (l'ammissione del fallimento sociale e famigliare, l'inserimento della malattia stagliata nel suo contesto etc), altre le sapevo poco. C'è un aspetto secondo me in tutto questo che trascuri, ovvero l'ereditarietà genetica che come le patologie fisiche (cardiache, oncologiche etc) può avere una grossa componente. Il dibattimento su come e quali patologie mentali possano essere genetiche è ancora in fase di dibattimento, rispetto a quelle fisiche che invece sono molto più comunemente dimostrate. È abbastanza evidente che in contesti famigliari in cui si ha presenza di un individuo con patologia mentale, anche i discendenti in proporzione tendano a mostrare simili patologie più facilmente rispetto alla media, con effetto poi domino a loro volta sui loro discendenti e così via (ne accennavi anche tu a questa ciclicità generazionale nelle famiglie). Il punto è che in questo ambito diventa difficile determinare quanto i motivi di manifestazione nei discendenti di affetti dalla patologia siano ambientali (avere come modello genitoriale una persona affetta inevitabilmente influisce sulla crescita dell'individuo, come pure la presenza di un famigliare che ne soffre destabilizzare la situazione famigliare rendendo più facile una risposta simile), quando più verosimilmente spesso è l'insieme dei fattori (genetico e ambientale) a determinare la propagazione nelle famiglie. Cosa ne pensi? |
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#38 | |
0rs3770 > 4ll
Join Date: Apr 2004
Posts: 1,254
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Quote:
Sarebbe interessante per me capire se ci siano delle patologie per cui esiste una predisposizione che ti porti ad essere sempre sul limite che poi magari possano essere triggerate da un fattore esterno e altre che invece per loro natura possano succedere a tutti (scrivendo il paragrafo mi sono reso conto di poter avere un bias in questo senso, in quanto a sensazione identificherei con le prime quelle con caratteristiche più violente verso gli altri e le seconde quelle con riflessi più personali). Per quanto mi riguarda ho attraversato un momento difficile a seguito di una malattia fisica a cui è susseguito il mio divorzio e che ho superato con supporto psicologico esterno senza che mi fosse mai stato diagnosticato nulla (ma nel mentre ho avuto dei momenti in cui non mi sentivo in me e ho fatto delle cazzate importanti oltre ad avere degli atteggiamenti decisamente paranoici che a posteriori faccio fatica a categorizzare). Ps: sry se l'ultima parte è più da addio che da agorà. ![]() Inviato dal mio SM-G935F utilizzando Tapatalk
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"Non può esservi generale, se non conosce i cinque elementi fondamentali. Chi li padroneggia, vince; chi non se ne cura, è annientato." |
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#39 |
Aka -]NeMo[-
Join Date: Nov 2000
Location: Magnagatti DOC
Posts: 32,998
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Io in modo assolutamente empirico ti posso dire che penso che una componente ereditaria, per il mio (OCD) ci sia, perchè ho almeno un paio di consanguinei che ne soffrono (in forma diversa, però i processi mentali sono praticamente gli stessi)
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_██_ .o_ರೃ INDEED. |
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#40 | |
0rs3770 > 4ll
Join Date: Apr 2004
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#41 |
Suddenly, a cold breeze.
Join Date: Apr 2014
Posts: 4,482
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Tutti i disturbi di personalità presenti sul DSM (che, comunque, per quanto manuale statistico, proviene da una dottrina fondamentalmente politica della disciplina) hanno una componente ereditaria.
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#42 | |
Aka -]NeMo[-
Join Date: Nov 2000
Location: Magnagatti DOC
Posts: 32,998
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Quote:
a) A differenza del credo comune, le manifestazioni "tipiche" dell'OCD coinvolgono solo una piccola parte di chi soffre del disturbo (ad esempio l'ossessivo lavarsi le mani, o l'amore per l'ordine, io non ho nessuna delle due ![]() b) I pensieri intrusivi li hanno tutti, è normale e anche desiderabile (sarebbe strano non averne perchè il cervello ne ha bisogno per "distinguere" tra pensieri utili e intrusivi), la caratteristica di chi soffre di OCD è il non riuscire a metabolizzarli. Io (per fortuna?) soffro di una forma che è quasi esclusivamente ossessiva, ho pochissime compulsioni, che tra l'altro sono facilmente "giustificabili" dall'esterno, quindi sono socialmente più avvantaggiato rispetto a chi ha una forma più compulsiva e quindi si trova a dover spegnere e riaccendere la luce cinquanta volte, ad esempio.
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_██_ .o_ರೃ INDEED. |
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#43 | |
Registered User
Join Date: Jun 2011
Posts: 12,520
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Quote:
Sicuramente l'ereditarietà è un aspetto fondamentale, ma a differenza di malattie tipo quelle cardiache per fare un rapido esempio(che anche quelle nella mia famiglia galoppano) è più complessa la correlazione genetica. Certamente confermo quello che dice bard, anche per patologie come la depressione più comuni e sottovalutate (che poi si presentano spesso in concomitanza di altra, per cui la depressione diventa una fase della malattia) c'è una forte componente ereditaria. Un buona esempio empirico in questo senso sarebbe di più un figlio adottato che cresce in ambiente e contesto completamente diverso da quello della famiglia biologica e finisce a manifestare la medesima patologia, cosa magari gia osservata ma più difficilmente studiabile. L'aspetto genetico comunque è sicuramente da scoprire e chiarire, perché x quanto sia pienamente concorde su quello che diceva baracco (ambiente e società) trascurare un aspetto così fondamentale è dannosissimo a livello di cura. Bard so che ne hai già parlato varie volte in passato, ma se te la senti vuoi magari raccontare qualcosa della tua esperienza, anche solo magari qualche nozione sul funzionamento dell'ocd (che sinceramente conosco poco)? Solo se vuoi ovviamente. Last edited by CrazyWildhog; 13th February 2021 at 10:35. |
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#44 |
Registered User
Join Date: Jun 2011
Posts: 12,520
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Rui propone un altro tema interessante, quando parla di fattori esterni che triggerano, la latenza.
È un discorso amplissimo che coinvolge anche persone senza patologie, ma sollecitate negativamente. Nell'ambito patologico però sicuramente ci sono dei casi in cui una predisposizione dell'individuo (che se non sollecitata poteva rimanere "silenziosa" a vita) grazie a fattori esterni (es. stress, traumi etc) si manifesta. Limitando un po' il campo però mi viene ad esempio il rapporto tra predisposizione e droghe, restando nel tema latenza mi viene in mente l'uso prolungato di cannabis che in determinati individui può attivare latenze, ovvero patologie che diversamente si sarebbero manifestate più tardi o magari mai neanche veramente. È l'esempio della schizofrenia, che pare abbia un'incidenza leggermente più elevata nei consumatori abituali; va altresì detto che la correlazione non è ancora stata del tutto chiarita, e quali fattori entrino in gioco, e comunque onde evitare inutili allarmismi e demonizzazioni l'incidenza non è troppo elevata rispetto ai non consumatori. Era solo un piccolo esempio che sì, fattori esterni di varia natura possono in qualche modo in cui è predisposto ad una patologia farla manifestare, così come in realtà avviene anche nelle malattie fisiche. Last edited by CrazyWildhog; 13th February 2021 at 11:01. |
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#45 |
i'm not cool or funny
Join Date: Jun 2002
Location: In a raging storm on a..
Posts: 12,920
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Dei problemi mentali non se ne parla, perchè chi è sano, non li riesce a capire.
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ut2004 player l'uomo ha capito tutto tranne come vivere slave of my brain™ |
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